Disparità sui buoni pasto: Giuseppe Alviti chiede tutele per le guardie giurate
La distribuzione ineguale dei buoni pasto tra province e lavoratori crea disparità e ingiustizie: l’ANGPG invita i sindacati ad aprire un tavolo per uniformare i benefici.
Giuseppe Alviti, presidente dell’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate (ANGPG), lancia un appello alla CGIL, CISL, UIL, UGL e a tutti i sindacati per aprire un tavolo di confronto sugli integrativi dei buoni pasto, denunciando una disparità tra lavoratori di diverse province.
Disparità tra lavoratori e province
I buoni pasto sono uno strumento prezioso per sostenere i lavoratori durante l’orario lavorativo. Tuttavia, la distribuzione spesso risulta disomogenea sia tra dipendenti della stessa azienda sia tra province diverse. “Perché alcuni lavoratori ricevono buoni pasto in alcune aree mentre in altre no?” chiede Alviti. La questione riguarda particolarmente le guardie giurate, per cui gli integrativi locali stabiliscono criteri diversi a seconda della provincia, penalizzando ingiustamente alcuni rispetto ad altri.
Iniquità nella distribuzione dei buoni pasto
Secondo quanto evidenziato da Alviti, l’accesso ai buoni pasto dovrebbe essere un diritto uniforme per tutti i lavoratori. Tuttavia, fattori come il livello di inquadramento, il tipo di contratto e la regione di appartenenza determinano disparità nella concessione. Per esempio, un lavoratore in una provincia potrebbe ricevere il beneficio mentre un collega, con lo stesso ruolo in una zona diversa, ne è escluso. Questo trattamento differenziato mina l’equità aziendale, rischiando di compromettere il benessere e la motivazione dei lavoratori.
L’appello di Alviti per una maggiore equità
Giuseppe Alviti, presidente dell’ANGPG, chiede un intervento sindacale per garantire che tutti i lavoratori, indipendentemente dalla provincia o dall’azienda, abbiano accesso ai buoni pasto. Secondo Alviti, “è necessario che i sindacati agiscano per porre fine a questa disuguaglianza, assicurando a tutti i dipendenti lo stesso sostegno alimentare”. L’associazione punta a una standardizzazione del sistema, con buoni pasto omogenei e accessibili a tutti i lavoratori, affinché i diritti fondamentali siano rispettati senza discriminazioni.
La necessità di un tavolo di confronto
L’appello di Alviti sollecita i sindacati a rispondere prontamente per aprire un tavolo di discussione sugli integrativi, al fine di raggiungere una soluzione concreta e duratura. “È il momento di una vera presa di posizione”, dichiara Alviti, convinto che solo con una politica di distribuzione uniforme dei buoni pasto si potrà garantire a tutti i lavoratori un trattamento equo e rispettoso del loro impegno quotidiano.
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