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La democrazia americana è più forte di Trump (ed anche di Kamala)

5 novembre 2024 | 20:10
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La democrazia americana è più forte di Trump (ed anche di Kamala)
Il Monumento nazionale del Monte Rushmore (South Dakota). Da sinistra: i presidenti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abramo Lincoln)

Un Presidente non potrebbe diventare un dittatore nemmeno volendolo più d’ogni altra cosa. L’America non è perfetta, ma la democrazia statunitense è in grado di arginare chiunque

Washington, 5 novembre 2024 – A prescindere da chi esca vincitore dalle urne dell’Election Day, c’è già una certezza: la democrazia americana sopravviverà. Ed anzi, sarà ancora più forte. Non ci sarà nessuna svolta autoritaria, nemmeno se a trionfare dovesse essere Donald Trump, con buona pace degli esperti di comunicazione della campagna di Kamala Harris. Buona parte della campagna elettorale dei Democratici, infatti, è stata caratterizzata dal presunto pericolo autoritario che scaturirebbe dalla vittoria di Trump. Una narrazione secondo cui il sistema democratico sarebbe in forte pericolo. Diamo una notizia: non è così. E non sarà di certo questo racconto a spostare voti, da una parte come dall’altra.

Ora, ci sono pochi dubbi sul fatto che a Trump non dispiacerebbe essere un monarca piuttosto che un Presidente, magari anche assoluto. Stando ai fatti, ha trasformato il Partito Repubblicano in un partito personale, “impresa” mai riuscita ai suoi predecessori. Se ne esce con frasi vergognose ed inaccettabili, come questa: “Non mi dispiacerebbe se sparassero ai giornalisti”. Continua ad agitare lo spettro dei brogli elettorali, ed ha già preparato tutto: se vincerà sarà contento e tutto andrà bene, se perderà griderà al furto. Insomma, se l’aggiusta sempre come vuole. Alla prova dei fatti però, in caso di vittoria, Trump non sarà altro che un Presidente come tutti coloro che l’hanno preceduto.

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Nessuna svolta autoritaria in America

Vale la pena ricordare un po’ di storia: la democrazia moderna è nata in America. Ed essa è stata, e continua, ad essere l’esempio per tutti i Paesi di stampo democratico. La rivoluzione americana del 1755-1783, che ha portato al sistema in vigore ancora oggi e mai toccato da nessuno, ha preceduto anche la rivoluzione francese, che anzi ha preso ispirazione da quanto accaduto sull’altra sponda dell’Atlantico. Gli ideali di libertà sono fortemente radicati nelle anime degli americani, anche a causa di motivazioni storiche. E a proposito di regimi autoritari, sono stati proprio gli Stati Uniti a sconfiggere i totalitarismi che infestarono e distrussero l’Europa nel ‘900: prima lo fecero militarmente (con migliaia di soldati americani che lasciarono sul campo la propria vita per regalarci la libertà di cui loro già godevano), poi politicamente ed economicamente grazie al Piano Marshall, che permise al Vecchio Continente di trovare nuova linfa vitale.

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Ad evitare qualsiasi tipo di ripercussione autoritaria, inoltre, ci pensa lo stesso durissimo ordinamento americano. Il Presidente di turno infatti deve vedersela con il Congresso, la cui maggioranza ha spesso un colore diverso e gli è quindi avverso, ed anche con i giudici della Corte Suprema. I contrappesi volti a limitare il più possibile il potere del Presidente, furono voluti dai padri costituenti americani esattamente per evitare che il Presidente si comportasse come un capo, e nessuno ha mai osato mettere mano a questi solidi principi. A tutto ciò aggiungiamoci la libertà di stampa, pronta a torchiare costantemente il potente di turno (e lo fa benissimo) e la mobilitazione della società civile.

Insomma, un Presidente non potrebbe diventare un dittatore nemmeno volendolo più di ogni altra cosa. A differenza di quanto accade in altre superpotenze, come Russia e Cina, gli americani non baratterebbero con nulla il loro diritto alla libertà o alla felicità, come sancito dalla Dichiarazione d’Indipendenza targata 1776.

L’America non è perfetta, ma la democrazia rimane il pilastro

Attenzione: con tutto ciò, non si deve intendere che l’America sia perfetta o che non abbia commesso gravissimi peccati. Gli orrori commessi in Vietnam, Iraq e Afghanistan non li cancellerà mai nessuno, il dramma degli homeless è tangibile, c’è un enorme forbice tra chi ha tutto e chi non ha nulla, la sanità se la può permettere solo chi ha i soldi. Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con il potente orgoglio democratico che aleggia in quasi tutti americani. Qualche esaltato o fanatico si trova dappertutto, anche qua, dove la libertà di parola è concessa anche a gruppi ed organizzazioni ultra-estreme. Che dicono cose ripudiabili, ma nessuno se ne sorprende: qui tutti hanno il diritto di dire il proprio pensiero, anche se dovesse essere ripugnante. E’ l’America, bellezza. E sopravviverà anche a Trump, Kamala e a tutti coloro che arriveranno dopo di loro. Per fortuna.

C’è un bellissima scultura che testimonia il senso di democrazia presente in America: il monumento nazionale del Monte Rushmore, situato nel South Dakota (nella foto). Venne realizzato nel 1941 e sono scolpiti i volti dei presidenti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt ed Abramo Lincoln. La scelta sui quattro Presidente ricadde perché essi rappresentavano rispettivamente la nascita (Washington fu il primo presidente), la crescita (Jefferson), lo sviluppo (Roosevelt) e la stabilità della Nazione (Lincoln). Oggi è uno dei monumenti più visitati al mondo, ed è una testimonianza di quanto lo spirito democratico fosse radicato, allora come oggi. E neanche Trump e Kamala potranno prescindere da tutto ciò.

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