Maria: vita da precaria, pendolare da Avellino a Fiumicino per un posto nella scuola
La giovane docente spende ogni mese circa 400 euro di abbonamenti per il trasporto pubblico. E trascorre metà della sua giornata sui mezzi
Fiumicino,12 novembre- Cervinara, un borgo di poco più di ottomila abitanti nell’area della Valle Caudina, in Irpinia, provincia di Avellino. Qui ogni giorno Maria, una giovane insegnante di 30 anni, si sveglia alle tre di notte per raggiungere il posto di lavoro, una scuola media di Fiumicino.
Laureata a pieni voti all’Università Federico II di Napoli, Maria insegna spagnolo. Ma per essere in classe puntuale alle 8,30 deve necessariamente prendere QUEL pullmann che la porterà al treno per Roma. E il suo viaggio durerà oltre 4 ore.
La giovane docente spende ogni mese circa 400 euro di abbonamenti per il trasporto pubblico. E trascorre metà della sua giornata sui mezzi.
Probabilmente le converrebbe cercare una stanza in zona, qui a Fiumicino.
“Gli alloggi sono carissimi – dice – e attualmente non a portata delle mie tasche. Sono arrivati a chiedermi più di 500 euro per una stanza. Un’esagerazione!”.
Ci racconta, la donna, che dalla sua nomina (fine settembre scorso) ad oggi ha percepito la metà di un solo stipendio mensile, pari a 450 euro, avendo ottenuto solo 8 ore presso l’istituto nel quale insegna. Ed essendo i compensi dei precari della scuola sempre in ritardo.
Potrebbe arrotondare con un altro lavoro, corsi o lezioni private ad esempio, in attesa di completare la cattedra. Ma è talmente stanca che aspetta solo – una volta lasciata la scuola, alla quale tiene in ogni caso moltissimo, di buttarsi a letto per recuperare sonno e energie.
E domani sarà un altro giorno. Uguale a ieri.
La questione non è solo quanto costa un treno e quanto bisogna spendere per una casa in affitto – riferisce l’inchiesta da un noto magazine italiano – il caso della bidella che ha raccontato di fare la pendolare tra Napoli e Milano ha fatto il giro del web. . Un caso limite ma il pendolarismo nella scuola esiste in forme e tempi diversi.
Riguarda circa 135mila precari tanti di loro provenienti dalla Campania, docenti e personale Ata, che fanno domanda nel Lazio e in particolare a Roma, perché raggiungibile, pur con disagi, da pendolari, spiega Manuela Pascarella, CGIL che parla di un fenomeno sempre più diffuso e allarmante. Una situazione che interpella le coscienze in primo luogo dei nostri politici ed amministratori perché la qualità della nostra scuola lo richiede. Ma anche la dignità stessa dei suoi dipendenti.
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