Ucraina: e se Trump fosse l’ancora di salvezza per Zelensky?
Pur mantenendo una retorica di resistenza, il presidente ucraino sembra riconoscere la necessità di adattarsi alla nuova realtà: con Trump alla Casa Bianca, qualcosa di grosso succederà
Kiev, 18 novembre 2024 – “Con Trump la guerrà finirà prima“. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è uscito allo scoperto, ha rotto gli indugi. Continua a parlare di un'”Ucraina forte”, a definire Vladimir Putin “un assassino”, ma mai come ora, sta facendo importanti aperture. Che si tratti di dichiarazioni dettate dalla disperazione o dalla rassegnazione? O forse il leader di Kiev, in fin dei conti, si sente sollevato? Già, perchè le carte in tavola stanno per cambiare: Joe Biden, il più grande alleato di Kiev (ha appena dato l’ok all’Ucraina l’utilizzo dei missili a lungo raggio in grado di colpire in Russia, un ultimo colpo di coda), il 20 gennaio se ne andrà dalla Casa Bianca per lasciare il posto al presidente eletto Donald Trump, che invece ha una posizione diametralmente opposta: durante la campagna elettorale, il tycoon ha ripetuto a più riprese che avrebbe fatto si che la guerra terminasse “24 ore dopo” il suo insediamento. A quali condizioni non l’ha mai detto (pur essendo intuibili).
Se Washington smette di dare le armi, la guerra finisce
Una cosa, però, possiamo darla per certa: appena Washington smetterà di inviare le armi, la guerra finirà (a favore di Putin, però), dato che l’Unione Europea non ha i mezzi nè le risorse (nè l’unità politica) per poter prendere il posto degli Stati Uniti. Ora, aldilà del fatto che nè Trump nè nessun altro sarebbe in grado di far finire il conflitto nel giro di un giorno, c’è da credere che qualcosa di grossosuccederà, e che la fine sia molto più vicina, in un modo o nell’altro. Elon Musk lo ha fatto capire a Zelensky, con i suoi modi tutt’altro che convenziionali: “E’ dotato di un incredibile senso dell’umorismo” ha scritto Musk su X, riferendosi ad un’intervista del presidente affermava che “gli Stati Uniti non possono obbligarci a sederci ad un tavolo e negoziare, siamo un Paese indipendente”
Alla fine della fiera la sensazione è che Zelensky uno dei pochissimi ad aver annusato con anticipo il trionfo di Trump, lo abbia capito: secondo quanto riportato dal Financial Times, il presidente ucraino starebbe modificando alcuni punti del “Piano della vittoria” per attrarre a se il presidente eletto. E va sottolineato che, in caso di sconfitta, Zelensky ne uscirebbe “pulito”, dato che potrebbe raccontare al suo popolo che ha perso perchè il sostegno occidentale (o meglio ,americano). Ed avrebbe ragione, nessuno potrebbe dirgli nulla. Pur mantenendo la retorica di resistenza, il presidente ucraino sembra riconoscere la necessità di adattarsi alla nuova realtà: con Trump alla Casa Bianca, le cose cambieranno.
Nel frattempo, Putin sta mettendo su il suo teatro, facendo trapelare che non si fida poi troppo di Trump: sarà un teatrino che andrà avanti fino al giorno dell’insediamento di Trump. La realtà è un’altra, ma ognuno deve giocare il proprio ruolo: è la geopolitica, fredda e spietata.
“Un milione di vittime, tra morti e feriti”
Anche perchè la situazione in Ucraina è disperata. Il Wall Street Journal, in un articolo pubblicato il 17 settembre 2024, ipotizza un bilancio complessivo di un milione di vittime, tra morti e feriti, più di qualsiasi altro conflitto in corso in questo momento. E con l’arrivo del generale inverno, storicamente favorevole ai russi, la situazione rischia di peggiorare. Anche perchè la Russia è grossa cinque volte l’Ucraina e conta su un numero di soldati nettamente superiore alle truppe di Kiev. Anche gli americani, negli ultimi mesi, ne hanno preso atto: il sostegno è proseguito, ma è diminuito, anche a causa delle elezioni.
Scholz si allinea alla linea di Trump?
Lo hanno capito in fretta alcuni leader europei, che stanno subito salendo sul carro del vincitore, allineandosi sulla linea che Trump è in procinto di tracciare. Il cancelliere Olaf Scholz, alle prese con una gravissima crisi interna (dovuta anche alla guerra in Ucraina e al sabotaggio dei gasdotti North Stream 2 nel settembre 2024) ed ormai ad un passo dal baratro, ha tentato di rilanciare se stesso in politica estera, riprendendo i contatti con Putin. Le relazioni diplomatiche tra Mosca ed i leader europei (e l’Europa) erano ferme da almeno 2 anni, ovvero da quando Emmanuel Macron – anche lui non se la passa benissimo in patria – ha tirato in remi in barca. Ma come un fulmine a ciel sereno, i leader europei hanno capito che con Putin si deve trattare, dato che non esiste negoziato che non preveda un accordo tra le due parti (l’aggressore e l’aggredito). Si chiama “negoziato” proprio per questo, in fondo. E l’unica volta che Mosca e Kiev erano ad un passo dal siglare la pace, tramite gli accordi di Istanbul nel 2022, saltò tutto a causa di una clausola “assurda” pretesa dai russi (leggi qui). Chissà che ora quel tavolo negoziale non si riapra, col benestare di tutti. (Foto: X @ZelenskyUaa)
Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.
ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo linke seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.