Colleferro, coppia di panettieri evade il fisco per 210.000 euro
I militari hanno meticolosamente ricostruito il giro d’affari, non essendo state rinvenute le scritture contabili della società
Roma, 26 novembre 2024- Disponibilità finanziarie, gioielli e un immobile nella disponibilità di due coniugi di Colleferro sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Velletri.
Dagli accertamenti delle “fiamme gialle” della Compagnia di Colleferro è emerso che una nota impresa di panificazione con un’estesa clientela tra la Valle del Sacco e la Ciociaria, riconducibile alla citata coppia, utilizzava lavoratori formalmente assunti da una società cooperativa, intestata ad una “testa di legno”, sulla quale venivano addossati gli obblighi fiscali e contributivi.
Con questo sistema, marito e moglie hanno occultato al Fisco circa un milione di euro di ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti ed evaso l’IVA per oltre duecentomila euro.
I militari hanno meticolosamente ricostruito il giro d’affari, non essendo state rinvenute le scritture contabili della società.
I tre soggetti coinvolti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Velletri per i reati di occultamento e distruzione delle scritture contabili e di omessa presentazione delle dichiarazioni ai fini delle imposte sui redditi e dell’IVA avendo superato le soglie minime di punibilità previste dalla normativa penale-tributaria.
Gli elementi raccolti hanno consentito di ottenere dal Giudice delle Indagini Preliminari l’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” del valore corrispondente alle imposte evase.
L’operazione si inquadra nella più ampia azione posta in essere dall’Autorità Giudiziaria veliterna e dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto delle frodi fiscali che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.