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Zelensky apre a Putin. Ma l’inviato di Trump: “No a Kiev nella Nato”

30 novembre 2024 | 05:12
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Zelensky apre a Putin. Ma l’inviato di Trump: “No a Kiev nella Nato”

Il presidente ucraino apre alla possibilità di negoziati, anche senza la restituzione dei territori occupati: l’effetto Trump è già cominciato. Ma l’adesione all’Alleanza Atlantica rimane un tabù. L’Europa tornerà in pace?

Washington, 30 novembre 2024 – Trump non si è ancora insediato, ma il suo effetto è già cominciato. Non solo negli Stati Uniti (che, a differenza di quanto si creda, non è un Paese così spaccato, dato che il tycoon ha trionfato a larga maggioranza anche nel voto popolare), ma anche, e soprattutto, in Ucraina. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha aperto alla possibilità di trattare con il nemico giurato, Vladimir Putin, anche senza riavere i territori occupati dai russi. Il tutto, però, ad una condizione: “Se vogliamo fermare la fase calda della guerra, dobbiamo portare il territorio dell’Ucraina che controlliamo sotto l’ombrello della NATO. Dobbiamo farlo in fretta. E poi l’Ucraina sarà in grado di riprendere i territori occupati attraverso mezzi diplomatici“, ha affermato il leader di Kiev. Di fatto, Zelensky ha confermato le notizie secondo cui Trump, per mettere fine alla guerra, potrebbe chiedere la rinuncia di Kiev ai territori occupati dalla Russia in cambio dell’adesione all’Alleanza Atlantica. Adesione che, però, rappresenta il punto della discordia.

Il piano di pace dell’inviato di Trump

Le parole di Zelensky arrivano pochi giorni dopo la nomina, da parte di Trump, dell’ex generale Keith Kellogg come inviato speciale per mettere fine al conflitto. Ormai in pensione, Kellogg è un fedelissimo del presidente eletto: anche durante la prima Amministrazione del tycoon è stato capo dello Staff del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca e consigliere per la sicurezza nazionale dell’allora vicepresidente Mike Pence.

Sono contento”, ha scritto Trump sul social Truth, “di nominare il generale Keith Kellogg assistente del presidente e inviato speciale per Ucraina e Russia. Insieme garantiremo la pace con la forza e renderemo l’America, e il mondo, di nuovo sicuri.” Ma quel “pace con la forza” non va inteso come un ulteriore sostegno militare: tutt’altro. Con quella frase, Trump intende la forza degli Stati Uniti di imporre condizioni al tavolo dei negoziati, a cui né Zelensky né Putin dovrebbero opporsi. Ciò è chiarissimo dal piano di pace stilato da Kellogg, scritto assieme all’ex analista della CIA e consigliere di Trump Fred Fleitz, che lo ha esposto in un articolo per l’istituto politico America First, risalente allo scorso aprile e ripreso dalla CNN.

Cominciamo con le “sorprese”, almeno in parte: l’ex generale ha definito questa guerra “una crisi evitabile che, a causa delle politiche incompetenti dell’amministrazione Biden, ha impigliato l’America in una guerra senza fine”. Kellogg è stato molto critico verso l’amministrazione uscente, il cui sostegno a Kiev è giudicato troppo debole e tardivo: nella sua visione, la Casa Bianca avrebbe dovuto dare subito il massimo degli aiuti militari all’Ucraina per spaventare la Russia, invece di approvare pacchetti a distanza di mesi l’uno dall’altro.

Il piano che Kellogg ha già presentato a Trump prevede che gli Stati Uniti convincano l’Ucraina a trattare la pace minacciando di bloccare gli aiuti militari, mentre la Russia verrebbe convinta a negoziare per evitare un sostegno ancora maggiore degli USA all’Ucraina. Il cessate il fuoco, concordato dalle parti, dovrebbe congelare le linee di combattimento così come sono al momento dei negoziati. Questo significa che le regioni occupate dell’Ucraina orientale rimarrebbero nelle mani delle truppe russe. Condizioni durissime per Kiev, a cui però Zelensky ha aperto. Ma il punto della discordia è il prossimo: stando al piano di Kellogg, l’adesione dell’Ucraina alla Nato sarebbe esclusa, almeno nell’immediato futuro.

Con l’ombra di Trump che incombe sulla scena internazionale – aleggia fin dal giorno successivo alla sua vittoria elettorale – l’Ucraina si trova di fronte a un bivio. Le durissime condizioni imposte dall’inviato di Trump potrebbero segnare un drastico cambiamento per Kiev, costringendola a considerare compromessi che, un tempo, sarebbero stati inaccettabili. Ma, appunto, ora c’è Trump, le cose sono cambiate. E mentre Zelensky apre a Putin, la domanda rimane: l’Europa tornerà in pace?

*Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.

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