I dazi di Trump rischiano di distruggere l’automotive europea
L’annuncio dei dazi nei confronti di Messico e Canada – considerando anche quelli verso Ue e Regno Unito – hanno fatto precipitare le azioni di Volkswagen e Stellantis (il cui amministratore delegato, Carlos Tavares, si è dimesso): la guerra commerciale prende il largo
Washington, 2 dicembre 2024 – L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha presentato le dimissioni con effetto immediato, con il Consiglio d’Amministrazione che le ha prontamente accettate. Mesi di tensioni trovano in questo modo la loro pressochè ovvia e annunciata conclusione: da tempo il presidente John Elkann, che ha personalmente informato Meloni e Mattarella, è già a caccia di un nuovo capo. Tuttavia, sorprendono sorprendono i tempi: il mandato dell’ormai ex Ad del gruppo automobilistico italo-franco-americano sarebbe scaduto nel 2026. Ma, tra le altre cose, il drastico calo di vendite negli Stati Uniti pari al 38% ha accelerato il processo, con il presidente John Elkann da tempo a caccia di un nuovo capo. L’annuncio di Tavares è avvenuto ovviamen
La crisi dell’automotive in Europa, dunque, si aggrava ancora di più, ed anche i sindacati tedeschi sono sul piede di guerra in Germania contro Volkswagen, pronta a licenziare migliaia di dipendenti e a chiudere alcune fabbriche. Ma c’è di più: Stellantis – gruppo in cui confluisce anche la Fiat – è anche la prima “vittima” dei dazi di Donald Trump, che s’insedierà come presidente degli Stati Uniti il prossimo 20 gennaio.
I dazi di Trump cambiano le carte in tavola
Lunedì scorso, Trump ha annunciato sul social Truth una guerra commerciale contro Canada e Messico: pronta una maxi-tariffa del 25% su tutti i prodotti importati da questi Paesi, e un’ulteriore tariffa del 10 per cento sulle merci provenienti dalla Cina. Stando al tycoon, la mossa avrebbe l’obiettivo di fermare l’immigrazione illegale ed il traffico di droga negli Stati Uniti. A qualunque costo… per gli altri: nella tarda mattinata di martedì, giorno successivo all’annuncio di Trump, le azioni di Volkswagen sono scese del 2,26 per cento a 80,40 euro, mentre quelle di Stellantis sono calate del 4,54 per cento a 12,24 euro. Anche le azioni della francese Valeo, produttrice di componenti per auto, sono scese del 2,54 per cento, mentre il titolo Bmw ha subito un calo dell’1,36 per cento dopo il post di Trump. Insomma, solo l’effetto annuncio sta facendo più danni della grandina: trattandosi di un ordine esecutivo, Trump potrebbe imporlo immediatamente, senza nessun’autorizzazione da parte del Congresso. In tutto questo, poi, va tenuto conto anche delle tariffe che il presidente eletto vorrebbe imporre sulle importazioni da Ue e Regno Unito (leggi qui)
Secondo quanto riporta Euronews, i dati della Commissione europea mostrano che l’Ue ha esportato 502,3 miliardi di euro di beni negli Stati Uniti nel 2023, rappresentando un quinto di tutte le esportazioni non europee. In testa tra le esportazioni europee verso gli Stati Uniti ci sono macchinari e veicoli (207,6 miliardi di euro), seguiti da prodotti chimici (137,4 miliardi di euro) e da altri manufatti (103,7 miliardi di euro), che insieme rappresentano quasi il 90% delle esportazioni transatlantiche del blocco. E se la crescita europea dovesse vacillare a causa delle tariffe doganali, la Banca centrale europea potrebbe essere costretta a reagire in modo aggressivo, riducendo i tassi di interesse a un livello prossimo allo zero entro il 2025.
Ma non è tutto: secondo un rapporto di S&P Global, le case automobilistiche europee e statunitensi potrebbero perdere fino al 17%, I gruppi General Motors e Stellantis, che assemblano grandi volumi in Messico e Canada, e i fabbricanti premium Volvo e Jaguar Land Rover, che producono principalmente in Europa, sono i più esposti alla minaccia di tariffe elevate, afferma S&P.
Stellantis, i dazi di Trump saranno la batosta finale?
Con un focus finale su Stellantis, i dazi di Trump potrebbero essere la batosta finale. Secondo la Federazione Italiana Metalmeccanici (FIM/CISL), i tagli ai posti di lavoro previsti da Stellantis in Italia per il prossimo anno porteranno ad una perdita di 25.000 posti di lavoro nella produzione di automobili. Ed anche qui, negli Stati Uniti, la situazione non è rosea: ad inizio novembre, gruppo automobilistico Stellantis ha annunciato che licenziera’ 1.100 lavoratori dello stabilimento di Toledo, in Ohio. E i dazi ancora devono arrivare, ancora lacrime dovranno essere versate. Non solo per Stellantis – di cui ci si deve adeguare una veloce e potente ripresa, cosa che lo scenario internzionale non fa sperare – ma per tutto il settore automotive in Europa, che deve prepararsi alla guerra commerciale. (Foto: Instagram @realdonaldtrump)
*Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.
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