Fondi, rissa durante la festa del patrono con bastoni e sedie lanciate
Tale situazione aveva creato allarme nelle numerose persone presenti, soprattutto famiglie e bambini
Fondi, 5 dicembre 2024- La continua attività di monitoraggio dei fenomeni violenti commessi nei luoghi della movida e dei locali pubblici della Provincia ha consentito al Questore di Latina, di adottare due provvedimenti di D.A.C.U.R (divieto di accesso ai centri urbani) per la durata di anni due nei confronti di due soggetti resisi responsabili del reato di rissa avvenuta nel Comune di Fondi nel mese di ottobre, durante i festeggiamenti di Sant’Onorato, Patrono cittadino.
Nella circostanza era scoppiata una rissa davanti ad un esercizio di ristorazione che coinvolgeva un gruppo di persone, principalmente di etnia indiana e pakistana, anche con l’utilizzo di bastoni, lancio di sedie e altri oggetti atti ad offendere.
Tale situazione aveva creato allarme nelle numerose persone presenti, soprattutto famiglie e bambini.
L’ immediata attività info-investigativa del Comando Carabinieri di Fondi ha consentito di identificare due soggetti di etnia indiana, segnalati all’A.G. per il reato di rissa.
La successiva attività di valutazione degli atti operata dal personale della Divisione Anticrimine della Questura di Latina ha consentito al Questore di adottare due provvedimenti di DACUR, misura di prevenzione atipica di esclusiva competenza del Questore, prevista dall’art. 13 bis del D.L. N. 14/2017 successivamente modificato dal D.L. N. 130/2020 e DL. N.123/2013 con lo scopo di evitare l’accesso a pubblici esercizi o ai locali di pubblico trattenimento specificamente individuati in ragione dei luoghi in cui sono stati commessi i predetti reati, proprio allo scopo di porre un freno e prevenire fenomeni di violenza che sempre di più si verificano nelle aree della movida.
La violazione dei divieti e delle prescrizioni è punita con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10.000 a 24.000 euro.
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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