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Accoltellamento a Nettuno: ex compagna confessa il delitto, arrestata

7 dicembre 2024 | 13:27
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Accoltellamento a Nettuno: ex compagna confessa il delitto, arrestata

Una lite su motivi economici e familiari degenera a Nettuno: una 36enne confessa di aver accoltellato l’ex compagno. Arrestata, è ora a Rebibbia.

Nettuno, 7 dicembre 2024 – Ha confessato. Una donna di 36 anni si è costituita nella tarda serata di ieri presso la caserma dei carabinieri di Nettuno, confessando di essere responsabile dell’accoltellamento mortale del suo ex compagno, un uomo di 43 anni (leggi qui).

Il corpo della vittima è stato ritrovato verso le 22.10 all’interno del cortile di un condominio, con evidenti ferite da arma da taglio. Stando alle dichiarazioni della donna, l’omicidio sarebbe avvenuto al culmine dell’ennesima lite, scatenata sembrerebbe da problemi economici e dalla gestione della figlia minore della coppia.

La confessione e il ritrovamento dell’arma

Durante la confessione, la donna ha indicato ai militari il luogo dove aveva abbandonato l’arma del delitto, un coltello intriso di sangue. L’arma è stata rinvenuta in una via limitrofa e sequestrata come prova.

Trattenuta presso la caserma dei carabinieri, la 36enne è stata sottoposta a un lungo interrogatorio condotto dal pm di turno della Procura della Repubblica di Velletri. Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza raccolti, è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare. La donna è stata successivamente trasferita alla casa circondariale di Roma Rebibbia.

Indagini in corso

I carabinieri della Compagnia di Anzio, coordinati dalla Procura di Velletri, stanno proseguendo le indagini per ricostruire con precisione la dinamica dell’omicidio e verificare eventuali testimonianze. La comunità locale è scossa da quanto accaduto, un episodio che porta alla ribalta il tema delle tensioni familiari e dei conflitti irrisolti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa – nonostante la confessione – non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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