Lavoro: Meloni analizza il bilancio di due anni di governo attraverso i dati Cgia

Il governo Meloni, dopo due anni, presenta risultati contrastanti. Analizziamo dati significativi e affermazioni della premier, svelando le sfide e le opportunità future per l’Italia.
“I dati pubblicati oggi dalla Cgia confermano un trend positivo per il mercato del lavoro in Italia: 847mila nuovi posti creati nei due anni del nostro governo. Questi numeri ci incoraggiano a proseguire con determinazione per generare ulteriori opportunità e garantire stabilità e crescita economica a tutta la Nazione”. Così ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul suo profilo X. “L’Italia – ha aggiunto – è sulla strada giusta, ma non ci fermiamo: c’è ancora molto da fare. Avanti!”
Meriti e risultati: più degli imprenditori che dei politici
Riflettendo sui dati sull’occupazione, la Cgia ha affermato che “negli ultimi due anni di governo, i risultati in materia di lavoro sono stati positivi, ma il merito va principalmente agli imprenditori piuttosto che alla politica”. Tuttavia, l’associazione ha avvertito che la crescita limitata ha portato a un aumento dell’occupazione non accompagnato da un corrispondente incremento della produttività, specialmente nei settori terziari e dei servizi. Di conseguenza, gli stipendi degli italiani, generalmente inferiori alla media europea, non si stanno adeguatamente alzando, e ciò rappresenta un problema da affrontare con rinnovamenti dei contratti e una continua riduzione fiscale.
“Attualmente, il drastico calo della produzione industriale e l’aumento dell’uso della cassa integrazione non promettono nulla di buono. Per evitare una crisi strisciante, simile a quella che sta colpendo Germania e Francia, dobbiamo investire bene e rapidamente i fondi del Pnrr. Se riusciremo a utilizzare entro il 2026 i 130 miliardi di euro rimasti, potremo contribuire all’ammodernamento del Paese e prevenire crisi imminenti”, ha concluso la Cgia.
Dati sull’occupazione: +847mila unità in due anni
Sotto il governo Meloni, l’occupazione in Italia è aumentata complessivamente di 847mila unità (+3,6%). Di questi, 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi. Lo studio evidenzia anche che il numero di contratti a tempo indeterminato è salito di 937mila, mentre quelli a termine sono diminuiti di 266mila, riducendo la percentuale di lavoratori precari al 14,4%. Negli ultimi due anni, i disoccupati hanno raggiunto 1.473.000, un calo di 496mila, mentre gli inattivi sono diminuiti a 12.538.000 (-198mila). Tra i nuovi posti di lavoro creati, quasi la metà riguarda donne (420mila) e 427mila uomini.
Andamento per età e disoccupazione
Analizzando i tassi occupazionali, nella fascia 15-64 anni, il tasso di occupazione è salito al 62,5% (+1,9), mentre quello di disoccupazione è diminuito al 5,8% (-2 punti). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha mostrato una forte contrazione, attestandosi al 17,7% (-5 punti). Sebbene l’Italia abbia il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa, negli ultimi due anni è cresciuto al 53,6% (+2) e il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3% (-2,7).
Particolarmente positiva è stata la crescita del lavoro tra gli over 50, che ha visto un incremento di 710mila unità (83,8% del totale). Le altre fasce d’età hanno avuto risultati variabili, con un aumento di 184mila unità per i 25-34 anni e un incremento di 18mila per i giovani tra i 15-24 anni. L’unica coorte in calo è quella tra i 35-49 anni, con una perdita di 66mila lavoratori.
Tassi di disoccupazione in calo e analisi territoriale
La Cgia ha messo in evidenza che, nonostante le fluttuazioni legate alla stagionalità, l’andamento della cassa integrazione mostra un aumento delle ore autorizzate, raggiungendo picchi significativi nei primi mesi del 2024. La contrazione dei disoccupati ha visto il Sud del Paese come la macro area più dinamica, con una diminuzione di 113mila cercatori di lavoro.
Infine, secondo le previsioni di Prometeia, tra il 2022 e il 2024, la Sicilia dovrebbe registrare il maggior incremento di nuovi posti di lavoro (+133.600), seguita da Lombardia, Campania, Lazio e Piemonte. La crescita occupazionale del Mezzogiorno, sostenuta da buoni risultati nelle esportazioni e negli investimenti legati al Pnrr, è particolarmente significativa, promettendo un futuro più luminoso per il mercato del lavoro in queste aree. Fonte: Adnkronos
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