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Caos cremazioni nel Lazio: ogni comune fa da sé. E Civitavecchia introduce nuove tariffe

13 dicembre 2024 | 15:18
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Caos cremazioni nel Lazio: ogni comune fa da sé. E Civitavecchia introduce nuove tariffe

Il Lazio, unica regione senza una legge sul settore funebre, lascia ai comuni la gestione autonoma, creando disagi per le famiglie in lutto.

Civitavecchia, 13 dicembre 2024 – Nel Lazio, il settore delle cremazioni continua a navigare in un mare di incertezze normative. Una recente delibera del Comune di Civitavecchia, che introduce un diritto fisso di 150 euro per i feretri non residenti, mette in luce un problema cronico: l’assenza di una legge regionale sul settore funebre. Il Lazio, unica regione in Italia priva di una normativa dedicata, lascia ai comuni piena discrezionalità nella gestione delle tariffe e dei servizi, creando disomogeneità e, spesso, disagi per le famiglie.

Civitavecchia: nuove tariffe per residenti e non residenti

Con la delibera G.C. n. 207 del 12 novembre 2024, il Comune di Civitavecchia ha stabilito nuove tariffe per l’accesso al suo tempio crematorio. Tra le misure adottate spiccano:

  • Azzeramento del diritto fisso per la cremazione delle salme di residenti in vita nel comune.
  • Introduzione di un diritto fisso di 150 euro per la cremazione di salme provenienti da altri comuni o dall’estero.
  • Conferma della tariffa di 100 euro per le autorizzazioni alla cremazione di salme non residenti.

Queste decisioni, pur legittime secondo la normativa vigente, evidenziano una frammentazione che penalizza le famiglie. Chi deve affrontare un lutto si trova a dover navigare tra tariffe e regolamenti diversi a seconda del comune di riferimento, con costi variabili e poca chiarezza.

Lazio: l’unica regione senza una legge sul settore funebre

Il problema di fondo è l’assenza di una legge regionale che regoli il settore delle cremazioni e dei servizi funebri. Questa lacuna legislativa lascia i comuni liberi di decidere in autonomia, generando differenze significative nei costi e nelle modalità di accesso ai servizi.

Mentre altre regioni italiane hanno adottato normative chiare per garantire omogeneità e trasparenza, il Lazio continua a delegare ai singoli enti locali. Questa situazione crea una disparità tra i cittadini, che si trovano a dover affrontare costi diversi e procedure complesse a seconda del comune di residenza o della località in cui avviene la cremazione.

Il peso sulle famiglie

La mancanza di una regolamentazione uniforme si traduce in un ulteriore peso per le famiglie, già provate dal dolore di una perdita. Invece di ricevere supporto e chiarezza in un momento tanto delicato, molte si trovano ad affrontare burocrazia, costi variabili e difficoltà organizzative.

La delibera di Civitavecchia rappresenta un esempio emblematico di questa frammentazione: mentre il comune agevola i residenti azzerando le tariffe, applica costi elevati per i non residenti, spingendo chi si trova in difficoltà economiche a cercare soluzioni altrove.

La necessità di una legge regionale

L’introduzione di una legge regionale sul settore funebre è ormai urgente. Una normativa uniforme potrebbe:

  • Garantire omogeneità nelle tariffe e nei servizi.
  • Eliminare le disparità tra residenti e non residenti.
  • Offrire trasparenza e chiarezza alle famiglie, semplificando le procedure.
  • Favorire una gestione più equa e sostenibile del settore funebre, senza gravare sui cittadini.

In un momento delicato come il lutto, le famiglie meritano supporto, chiarezza e rispetto. L’assenza di una normativa regionale nel Lazio non solo crea disuguaglianze, ma aumenta lo stress per chi deve affrontare una perdita. È tempo che la Regione Lazio intervenga per regolamentare il settore, garantendo trasparenza, omogeneità e dignità a tutte le famiglie.

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