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SpaceX-Italia: dipendenza o sovranità?

9 gennaio 2025 | 21:07
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SpaceX-Italia: dipendenza o sovranità?

Palazzo Chigi discute con Elon Musk l’utilizzo di Starlink per la sicurezza nazionale. L’Europa, però, punta su IRIS² per evitare dipendenze esterne

Roma, 9 gennaio 2024 – SpaceX non è più solo un’azienda privata che lancia razzi nello spazio. È diventata un attore strategico, capace di influenzare i governi e ridefinire le regole delle comunicazioni militari e civili. Con il suo sistema di satelliti Starlink, Elon Musk non fornisce semplicemente connessioni internet: offre a interi Stati un’infrastruttura cruciale, che può diventare un’arma geopolitica. Ecco perché le trattative tra Palazzo Chigi e SpaceX stanno sollevando preoccupazioni: affidarsi a un sistema privato per garantire comunicazioni sicure significa accettare una dipendenza pericolosa. Se il tuo governo o il tuo esercito dipendono da un’infrastruttura privata per comunicare, chi detiene davvero il controllo?

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SpaceX-Italia: l’intervento di Meloni

Durante la conferenza stampa odierna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato il tema delle trattative tra il governo italiano e SpaceX per l’utilizzo del sistema Starlink nelle comunicazioni governative e militari. La premier ha chiarito che le discussioni sono in una fase istruttoria e che non è stato ancora formalizzato alcun accordo, a differenza di quanto trapelato nelle ultime ore, dopo la visita di Meloni al presidente eletto Donald Trump in Florida. Ha sottolineato che queste interlocuzioni rientrano nella normalità, con numerose aziende che propongono soluzioni tecnologiche al governo, e che ogni proposta viene valutata attentamente nelle sedi competenti. Rispondendo alle critiche dell’opposizione riguardo alla possibilità di affidare comunicazioni sensibili a un’azienda privata straniera, Meloni ha osservato che situazioni simili si sono verificate in passato senza suscitare particolari polemiche. Ha citato l’esempio degli investimenti di Microsoft nei data center italiani, sottolineando che in quell’occasione non ci furono reazioni analoghe.

La sicurezza nazionale in mano ad un privato?

Le comunicazioni governative e militari sono tra le risorse più critiche per la sicurezza di uno Stato. I dati che viaggiano attraverso queste reti includono informazioni su operazioni militari, strategie diplomatiche, piani di emergenza e persino infrastrutture energetiche e sanitarie. Chi controlla queste reti ha, di fatto, accesso al cuore delle operazioni di uno Stato sovrano. Affidare una parte di queste comunicazioni a Starlink significa mettere nelle mani di un’azienda privata – legata agli interessi americani – la gestione dei dati sensibili italiani. Questo crea una situazione di dipendenza pericolosa. Se domani Musk o il governo degli Stati Uniti decidessero di limitare l’accesso a Starlink, o di condizionarlo a determinate politiche, l’Italia si troverebbe in una posizione vulnerabile.

L’esempio più evidente dei rischi di questa dipendenza viene dalla guerra in Ucraina. Starlink è stato fondamentale per mantenere operative le comunicazioni ucraine, ma Musk ha dimostrato che il potere di decidere chi accede alla rete è nelle sue mani. Ha minacciato di interrompere il servizio in alcune zone del conflitto e ha imposto limiti all’utilizzo militare del sistema. Questo ha sollevato un interrogativo fondamentale: è sicuro affidare le comunicazioni critiche di uno Stato a un privato che può spegnere la rete a proprio piacimento?

L’Europa e il progetto IRIS²: l’alternativa a Starlink

Oggi, la sovranità digitale è tanto importante quanto la sovranità territoriale. Se in passato un governo doveva difendere i propri confini fisici, oggi deve proteggere i confini digitali. Per farlo, servono: un’infrastruttura digitale indipendente, tecnologie di crittografia nazionali, controllo diretto delle reti di comunicazione governative e militari. L’Europa lo ha capito e sta lavorando al progetto IRIS², una rete satellitare comune per garantire comunicazioni sicure e autonome. Ma il progetto europeo non sarà operativo prima del 2030, e nel frattempo i governi nazionali devono trovare soluzioni temporanee.

Il sistema IRIS² sarà una costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa (LEO), simile a Starlink, progettata per fornire connessioni ad alta velocità in tutta Europa, anche in aree remote; comunicazioni sicure e criptate per governi, forze armate e istituzioni europee; resilienza contro attacchi cyber e sabotaggi. Il progetto prevede la collaborazione tra aziende europee del settore spaziale, come Airbus, Thales e OHB, che svilupperanno i satelliti e le tecnologie necessarie per garantire l’indipendenza tecnologica europea.

IRIS² nasce come l’alternativa europea a Starlink. Il progetto vuole garantire all’Europa una sovranità digitale reale, eliminando la dipendenza da soggetti esterni per le infrastrutture critiche. Tuttavia, i tempi sono lunghi. Mentre IRIS² sarà operativo solo nel 2030, i rischi legati alla sicurezza delle comunicazioni sono immediati. Per questo, oggi molti governi europei, compresa l’Italia, si trovano nella difficile situazione di dover scegliere tra soluzioni temporanee, come Starlink, e l’attesa di un progetto che potrebbe rappresentare il futuro della sovranità digitale europea. (Foto: Pixabay)

*Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.

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