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TikTok: così Trump fa scacco matto alla Cina

18 gennaio 2025 | 21:05
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TikTok: così Trump fa scacco matto alla Cina
Foto creata con l'AI Grok2 di X).

La Corte Suprema ordina la vendita di TikTok entro il 19 gennaio, ma Trump è pronto a ribaltare tutto. L’App cinese diventa la pedina perfetta per mettere pressione a Pechino ed indebolire il nemico storico del tycoon

Washington, 18 gennaio 2025 – TikTok è di nuovo sotto il fuoco incrociato di Washington. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che la piattaforma sarà bandita dal Paese, salvo che venga venduta a un proprietario americano. Ma, a pochi giorni dal suo insediamento, Donald Trump potrebbe ribaltare tutto. La vicenda è un intreccio di politica, affari e sicurezza nazionale e personalità titaniche, in cui entra in gioco non solo Trump ma anche, tanto per cambiare, Elon Musk.

Tik Tok messa al bando… o forse no

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente confermato una legge voluta da Biden che impone a ByteDance, la società madre cinese di TikTok, di vendere le sue operazioni negli Stati Uniti a un acquirente americano entro il 19 gennaio 2025 (un giorno prima dell’insediamento di Trump), pena il divieto totale dell’applicazione sul territorio nazionale.  Un danno non da poco: TikTok vanta una base utenti imponente negli Stati Uniti, con oltre 150 milioni di persone che utilizzano l’applicazione. Questa vasta comunità non è composta solo da “consumatori” di contenuti, ma include anche svariati milioni di creator. Secondo dati recenti, circa il 53% dei creatori di contenuti su TikTok ha un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, indicando una forte presenza di giovani adulti che utilizzano la piattaforma non solo per esprimersi, ma anche come lavoro. Per molti di questi, Tik Tok è l’unica fonte di guadagno. Se chiude… milioni di disoccupati.

La cosa curiosa è che la legge voluta da Biden, e la conseguente sentenza della Corte Suprema, è esattamente ciò che Trump auspicava durante il suo primo mandato. Aleggiando lo spettro della sicurezza nazionale a rischio, Trump pretendeva che Tik Tok vendesse ad una società americana, “continuando” la guerra fredda con i cinesi dopo i maxi-dazi imposti proprio da Trump. Ma ora ha cambiato idea ed è pronto a diventarne il salvatore: con un ordine esecutivo che potrebbe imporre già dal primo giorno di mandato (ovvero lunedì), avrebbe l’opportunità di prorogare la vendita di 60 o 90 giorni in modo da trovare una soluzione. Cosa che farà. Ma a cosa è dovuta questa giravolta?

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Tik Tok è solo una pedina

In primo luogo, Trump ha sempre visto la Cina come un avversario, ma la sua strategia non è mai stata quella di chiudere le porte: preferisce usarle come leva. La minaccia di un bando totale potrebbe diventare uno strumento negoziale per ottenere concessioni commerciali o politiche da Pechino. Trump, esperto nell’arte del deal, sa che TikTok è una pedina preziosa su una scacchiera più grande.

In secondo luogo, c’è il fattore elettorale. TikTok è ampiamente utilizzato dai giovani americani, una fascia demografica che tradizionalmente non è stata favorevole ai repubblicani. Con un gesto distensivo verso la piattaforma, Trump potrebbe guadagnare punti preziosi tra i giovani elettori, presentandosi come il leader che difende la loro libertà di espressione digitale. Ha già tentato d’ingraziarsi gli utenti, dicendo che l’app occupa un posto speciale nel suo cuore, avendo vinto anche grazie a lei.

Fattori importanti, ma in realtà ciò che veramente conta è l’aspetto economico che non va sottovalutato. Trump è un uomo d’affari prima ancora che un politico, e una vendita obbligata di TikTok potrebbe rappresentare un’occasione per favorire investitori americani strategici. La piattaforma, con la sua base utenti enorme e un modello di monetizzazione unico, è un gioiello tecnologico (piaccia o no, il mondo è questo) che farebbe gola a molte aziende. Una vendita gestita dall’amministrazione Trump rafforzerebbe ulteriormente la narrativa del patriottismo economico, secondo cui gli Stati Uniti devono controllare le tecnologie critiche.

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Elon Musk e l’acquisto di Tik Tok: in America già ne parlano

Nel mix entra anche Elon Musk, che con le sue piattaforme tecnologiche e social – da SpaceX a X (ex Twitter) – sa come muoversi. Non è irragionevole immaginare che Musk possa valutare un’acquisizione strategica di TikTok o collaborare con altri investitori per garantire che l’app rimanga operativa negli Stati Uniti, ed i media americani già parlano di quest’ipotesi. Dopo tutto, TikTok offre una base utenti gigantesca e un potenziale di monetizzazione che Musk, maestro della disruption, saprebbe sfruttare.

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Dunque, TikTok non è solo un’app: è una pedina su una scacchiera molto più grossa dove si confrontano superpotenze, interessi economici e sfere d’influenza (a cui Trump tiene molto). La Cina, per il presidente eletto, non è un nemico da eliminare, ma un avversario da affrontare con tattiche spregiudicate. Rimandare la vendita di TikTok significa non solo dare respiro a milioni di utenti e creator americani, ma anche ottenere vantaggi in trattative più ampie. E’ l’America… (Foto creata con l’AI Grok2 di X).

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