Trump a Ue e Nato: “Ora pagate voi”, ma i soldi non ci sono
L’America di Trump non intende più pagare il conto per la sicurezza dell’Occidente e pretende che gli alleati inizino a tirare fuori i soldi. Ma per molti paesi europei, tra cui l’Italia, è una richiesta che rischia di trasformarsi in una catastrofe
Washington, 20 gennai0 2025 – Donald Trump ha scelto di fare a pezzi il protocollo. Dopo aver prestato giuramento come 47º presidente degli Stati Uniti, si è insediato nello Studio Ovale e ha subito ribaltato le consuetudini: non solo ha firmato una serie di ordini esecutivi (leggi qui), ma ha convocato la stampa per un’ora di domande a ruota libera. Sciolto e sorridente, ha tracciato una linea netta per le relazioni transatlantiche, dando un ultimatum… a noi: o l’Europa e la Nato iniziano a pagare, oppure saranno guai. L’America di Trump non intende più pagare il conto per la sicurezza dell’Occidente e pretende che gli alleati inizino a tirare fuori i soldi. Ma per molti paesi europei, già alle prese con bilanci traballanti e debiti record, questa è una richiesta che rischia di trasformarsi in una catastrofe. L’Italia, in particolare, potrebbe trovarsi in un vicolo cieco.
La Nato e l’obiettivo del 5%
Trump ha acceso i riflettori sulla Nato, da cui tra l’altro anni fa disse di voler uscire. Ha chiesto che i membri aumentino la spesa per la difesa al 5% del PIL, raddoppiando l’attuale obiettivo del 2%. E’ un obiettivo irrealizzabile per paesi come l’Italia, già lontanissima dal raggiungere l’attuale obiettivo del 2%, . Incrementare la spesa militare al 5% del PIL significherebbe per Roma aumentare il bilancio della difesa di oltre tre volte, un peso enorme per un’economia in difficoltà. In termini pratici, si tratterebbe di scegliere tra rispettare le richieste di Trump o sacrificare settori vitali come sanità, istruzione e infrastrutture. Per non parlare del rischio di un aumento vertiginoso del debito pubblico, già sorvegliato speciale di Bruxelles.
L’Unione Europea nel mirino
Trump non si è fermato alla Nato. Durante la conferenza stampa ha puntato il dito contro l’Unione Europea, accusandola di approfittarsi degli Stati Uniti in ambito commerciale. In particolare, ha lamentato il basso livello di importazioni di petrolio e gas americano da parte dei paesi europei, sottolineando che questo squilibrio deve finire. “L’Europa deve iniziare a comprare energia americana,” è stato il messaggio implicito, condito da un avvertimento: senza un riequilibrio commerciale, Trump metterà i dazi che paventa da mesi, con l’import-export europeo che andrebbe in ginocchio. E di nuovo, il conto più salato lo pagheremmo noi italiani, dato che il Bel Paese è uno dei principali esportatori europei verso gli Stati Uniti. I settori chiave come la moda, l’automotive e l’agroalimentare rischierebbero di subire contraccolpi durissimi, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e intere filiere produttive.
Tant’è, Trump ha mostrato le sue carte, e non c’è spazio per ambiguità. Vuole che l’Europa e la Nato contribuiscano di più, che comprino più energia dagli Stati Uniti e che smettano di fare affidamento su Washington come unico garante della sicurezza occidentale. Ma mentre l’America alza la posta, l’Europa rischia di trovarsi senza risorse per rispondere. E l’Italia, già piegata da un debito pubblico record, potrebbe essere il primo paese a pagare il prezzo più alto.
*Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.
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