Emergenza granchio blu, il maxi piano del Masaf per salvare i pescatori e l’ecosistema marino
Predatore che ha scombussolato i nostri mari, il granchio blu continua a proliferare. Ma arriva ulteriori risorse per intervenire
Roma, 22 gennaio 2025 – Se ne sente parlare meno, ma continua a proliferare sempre più: il granchio blu non ha abbandonato i nostri mari, anzi, la specie continua a riprodursi e a finire nelle rete dei pescatori. Tanti i danni provocati nel settore della pesca: finiscono nelle reti dei pescatori, ma non sono considerati pescato “appetibile” per il mercato; sono predatori di altre specie e ne riducono così la riproduzione.
Insomma, una “piaga” che va in qualche modo contrastata. Per questo il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) ha presentato il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”. Una misura che mira a ristabilire l’equilibrio del nostro ecosistema marino e a limitare i danni per il settore ittico.
All’evento di presentazione hanno partecipato il Commissario Straordinario per il granchio blu, Enrico Caterino, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e il Sottosegretario del MASAF, Patrizio La Pietra.
Perché il Granchio Blu “distrugge” tutto
Il Granchio Blu è una specie invasiva proveniente da lontano: dalle coste dell’oceano Atlantico è giunto fino a noi soprattutto a causa del cambiamento climatico, ma si presume che il loro arrivo sia avvenuto attraverso le acque di zavorra delle navi mercantili, che hanno permesso ai granchi di viaggiare nell’ambiente marino italiano. Si nutre di crostacei e molluschi, ma è un predatore che non disdegna anche altri pasti: per questo motivo sta distruggendo il nostro ecosistema marino, provocando un’emergenza di tipo ambientale. Così come sta arrecando danni alla pesca, con i pescatori che devono quotidianamente farci i conti non solo per le specie ittiche che non si riproducono, ma anche danni materiali alle loro attrezzature, diventando quindi anche un’emergenza economica: ne soffre tutto l’indotto della filiera del pesce.
Cosa prevede il piano del Masaf
Per continuare nella direzione del contrasto alla proliferazione del Granchio Blu, Piano del Masaf vede la collaborazione di ISPRA, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), CREA, Capitanerie di Porto ed Enti territoriali delle regioni più colpite dall’emergenza. Con un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro – stanziati nel DL Agricoltura – per il biennio 2025-2026, il Piano mira a tutelare la biodiversità degli habitat colpiti, contenere e contrastare la proliferazione della specie invasiva, prevenire ulteriori danni economici e promuovere la ripresa delle attività di allevamento e pesca. Tra le principali misure si segnalano il contenimento e lo smaltimento del granchio blu, la protezione delle strutture di acquacoltura, la valorizzazione delle biomasse attraverso utilizzi alternativi e il sostegno economico alle imprese del settore.
Le risorse stanziate per la realizzazione del piano straordinario, si sommano agli oltre 44 milioni di euro stanziati dal Masaf negli ultimi anni.
Le dichiarazioni
“Desidero ringraziare il commissario Caterino per l’impegno e la competenza dimostrati nella gestione di questa emergenza. Con rapidità ed entro i tempi stabiliti, grazie al lavoro del ‘Sistema Italia’, siamo riusciti a trasformare una criticità come il granchio blu in un’opportunità concreta di crescita per il settore dell’acquacoltura, attraverso un piano strategico mirato ed efficace. Questo risultato, frutto della collaborazione tra amministrazioni locali, regionali e centri di ricerca, rappresenta un esempio virtuoso di come affrontare le sfide per creare sviluppo e valore”, ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
“Il Piano per fronteggiare la proliferazione del granchio blu è la risposta del Governo a una doppia emergenza: economica e ambientale”, ha affermato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin -. Secondo ISPRA, in Italia si contano oltre 3300 specie invasive, un numero molto importante, che ci ricorda l’importanza di tutelare la biodiversità marina, cioè la vita e la natura presente dei mari, che per noi sono elemento di benessere ambientale, di sviluppo economico e di attrattiva unica al mondo, senza trascurare l’emergenza economica per i gravissimi danni che il granchio blu e altre specie “aliene” hanno creato agli allevamenti di molluschi con danni che hanno raggiunti in alcuni casi il 100% delle produzioni”.
“Il piano contro il granchio blu – ha detto il Commissario Enrico Caterino – è il frutto di un lavoro congiunto realizzato in collaborazione con ministeri, Regioni, pescatori e altri attori coinvolti, a cui va un sentito ringraziamento per il contributo fondamentale offerto. La strategia integrata prevede pesca selettiva, monitoraggio e protezione degli ecosistemi, con interventi concreti che vedranno protagoniste le flotte locali. Saranno finanziati cattura, smaltimento e installazione di recinzioni nelle aree idonee. L’obiettivo è unire competenze e risorse per ripristinare l’equilibrio ambientale e garantire il sostegno alle attività produttive”.
“Insieme al ministro Lollobrigida, dal primo giorno della crisi che ha colpito il comparto, abbiamo dato massima attenzione al comparto, con un decreto ad hoc e con la nomina del commissario per l’emergenza. Scelte rapide e concrete a riprova dell’importanza che il Masaf ha sempre dato alla pesca e all’acquacoltura fin dal giorno dell’insediamento al ministero” dichiara il Sottosegretario del MASAF, Patrizio La Pietra.