il fatto

Latina, morte di Satnam Singh: due arresti per sfruttamento del lavoro

23 gennaio 2025 | 11:41
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Latina, morte di Satnam Singh: due arresti per sfruttamento del lavoro
Latina, morte di Satnam Singh: due arresti per sfruttamento del lavoro
Latina, morte di Satnam Singh: due arresti per sfruttamento del lavoro
Latina, morte di Satnam Singh: due arresti per sfruttamento del lavoro

L’uomo fu abbandonato fuori casa senza essere soccorso

Latina, 23 gennaio 2025- Altri due arresti oggi, 23 gennaio, a Latina per l’orrenda morte di Satnam Singh: uno dei due è Renzo Lovato.  Su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, – riporta l’Ansa -. i carabinieri hanno arrestato e portato in carcere i due, ritenuti responsabili in concorso di intermediazione illecita e sfruttamento pluriaggravato del lavoro.

La vicenda

La terribile vicenda, verificatasi nelle campagne di Latina, era avvenuta a giugno quando l’uomo, un bracciante agricolo addetto alla lavorazione del fieno, aveva avuto un arto staccato da un macchinario e diverse fratture (Leggi qui).  Senza che gli fossero prestati i soccorsi dovuti, Satnam Singhè stato scaricato poco distante da casa da un pulmino di nove posti, mentre l’arto era stato poggiato su una cassetta degli ortaggi poco distante.

L’uomo, poi trasportato in eliambulanza al San Camillo di Roma, era morto qualche giorno dopo. Il Comune di Latina si era costituito parte civile. Queste le parole del sindaco Matilde Celentano: “Provo sgomento per la morte del bracciante, vittima di un incidente sul lavoro avvenuto il 17 giugno scorso a Borgo Santa Maria. Il giovane uomo rimasto gravemente ferito era stato poi abbandonato in strada anziché soccorso. Adesso più che mai, di fronte alla notizia del decesso, che mi addolora profondamente, accolgo la richiesta che proprio questa mattina mi è arrivata dall’intero Consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro processo”.

I fatti accaduti avevano avuto sul territorio e su scala nazionale un’enorme eco emotiva, provocando manifestazioni e indagini, volte a far luce sul fenomeno del caporalato, tristemente diffuso.

Gli arresti

“Su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, – spiegano in un comunicato stampa i Carabinieri – nel capoluogo pontino e presso la Casa Circondariale di Frosinone, i militari della Compagnia Carabinieri di Latina, in collaborazione con personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri del capoluogo pontino, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare personale, emessa dal GIP del Tribunale di Latina su richiesta della locale Procura della Repubblica, con cui è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del legale rappresentante dell’azienda per cui lavorava la vittima Singh Satman e il padre di questi, amministratore di fatto della predetta ditta individuale, ritenuti, in concorso tra loro, presunti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravata, per avere utilizzato manodopera costituita da 7 braccianti agricoli in condizioni di irregolarità sul territorio nazionale, ossia privi di permesso di soggiorno, tra cui il predetto SINGH Satnam, a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno.

Le indagini

L’attività investigativa, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Latina, in collaborazione con i militari del locale Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri, a partire dal 17 giugno 2024, giorno del grave infortunio occorso a Singh Satnam, poi deceduto, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, anche mediante un’accurata analisi delle utenze telefoniche e dei social in uso ai lavoratori irregolari trovati sui campi al momento del predetto infortunio, nonché grazie al contributo dichiarativo offerto da quattro lavoratori irregolari, che su richiesta del Comando Compagnia Carabinieri di Latina, hanno ottenuto il permesso di soggiorno per “casi speciali”, ha consentito di delineare il grave quadro indiziario nei confronti degli indagati”.

Le condizioni di sfruttamento

“Le indagini hanno permesso di circostanziare le condizioni di sfruttamento – si legge ancora nella nota stampa dei Carabinieri – e la volontà degli indagati di approfittare dello stato di bisogno dei lavoratori irregolari attraverso: la corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi nazionali; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo e al riposo settimanale; la violazione delle norme in materia di sicurezza. Analogamente, è stato possibile delineare le aggravanti del reato contestato, avendo gli indagati impiegato, da agosto 2022 a giugno 2024, più di 3 lavoratori irregolari, esponendoli a situazioni di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro, nella fattispecie impiegando i lavoratori a mansioni improprie mediante l’utilizzo di attrezzatura artigianale e pericolosa”.

“Rilevanza del fenomeno del Caporalato”

“Nel medesimo contesto, l’Autorità Giudiziaria ha disposto anche il controllo giudiziale dell’azienda a vario titolo riconducibile ai due indagati, nominando un amministratore giudiziario nei cui confronti si è proceduto alla notifica del predetto provvedimento.
Proprio nei giorni scorsi, considerata la rilevanza del fenomeno del “cd. caporalato”, sotto l’egida del Procuratore della Repubblica, dott. Giuseppe de Falco, è stato compiuto un importante passo per ottimizzare la strategia degli interventi nel delicato settore, mediante la sottoscrizione del protocollo d’intesa, avvenuta presso la Procura della Repubblica di Latina”

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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