IL COMMENTO |
Esteri
/

Lo choc Trump può salvare l’Europa

23 gennaio 2025 | 07:55
Share0
Lo choc Trump può salvare l’Europa
Foto creata con l'AI Grok2 di X

Dazi, difesa e high-tech: l’ultimatum di Trump costringe l’Europa a scegliere tra dipendenza e autonomia

Washington,  23 gennaio 2025 – L’Europa è al bivio: l’ultimatum del presidente Donald Trump, che esige dalla Nato un aumento della spesa per la difesa al 5% del PIL, non è solo una provocazione, ma un ennesimo campanello d’allarme che il Vecchio Continente non può più ignorare. Per troppo tempo, l’Europa ha delegato la propria sicurezza agli Stati Uniti, crogiolandosi in un’illusoria sensazione di protezione gratuita. Ora, con Washington che ritira il suo scudo protettivo e minaccia ulteriori misure punitive, l’Europa si trova nuda.

Trump a Ue e Nato: “Ora pagate voi”, ma i soldi non ci sono

Difesa europea: una cascata di miliardi senza visione

I dati parlano chiaro: nel 2024, i paesi europei della Nato hanno speso complessivamente 476 miliardi di dollari per la difesa, superando la somma delle spese di Cina e Russia messe insieme. Tuttavia, questa cifra rappresenta solo l’1,5% del PIL europeo, ben al di sotto del nuovo obiettivo fissato da Trump. Per paesi come l’Italia, che attualmente destina circa l’1,46% del PIL alla difesa, raggiungere il 5% significherebbe triplicare la spesa, un onere insostenibile per economie già fragili.

Ma le pressioni di Trump non si fermano alla sicurezza. Il neo capo della Casa Bianca, anche oggi, è tornato sulla promessa di imporre dazi su beni europei qualora l’Ue non aumentasse il suo impegno verso gli interessi economici americani: questi includono l’acquisto di prodotti statunitensi come petrolio, gas naturale liquefatto (GNL) e beni manifatturieri, colpendo settori chiave dell’economia europea. La Germania, con il suo surplus commerciale, sarebbe particolarmente vulnerabile, così come il settore agricolo di paesi come Francia e Italia. La minaccia di nuovi dazi rappresenta una sfida diretta che potrebbe costare miliardi di euro in esportazioni europee e danneggiare intere filiere produttive.

Ora c’è Trump e per l’Europa sono dazi amari

L’imperdonabile ritardo sull’High Tech

Se l’Europa si trova già indietro nella spesa militare, il gap tecnologico rispetto a Stati Uniti e Cina è ancora più allarmante. Il Vecchio Continente non ha alcun equivalente di giganti come Google, Amazon o Tencent, e la sua dipendenza da tecnologie straniere per il settore della difesa e dell’alta tecnologia industriale è spaventosa. Le aziende europee faticano a competere nei settori cruciali del futuro, come l’intelligenza artificiale, i semiconduttori e la cybersecurity.

Questo ritardo non è solo economico, ma anche strategico. La maggior parte dei sistemi di difesa europei utilizza software e hardware americani, e persino la costruzione di un esercito comune europeo sarebbe impossibile senza un forte investimento in tecnologie proprie. Mentre Stati Uniti e Cina dominano la corsa al controllo dei dati e allo sviluppo di infrastrutture digitali avanzate, l’Europa rischia di essere relegata al ruolo di consumatore passivo, incapace di garantire la propria sovranità digitale, in un mondo dove la tecnologia ormai è tutto.

Recuperare terreno significa investire immediatamente in ricerca e sviluppo, sostenere le start-up innovative e creare un ecosistema tecnologico competitivo. Senza questa visione, l’Europa sarà costretta a dipendere da tecnologie altrui, perdendo qualsiasi possibilità di essere protagonista sulla scena globale.

Day one. Trump è tornato

Trump, minaccia o rinascita?

Forse è proprio questo shock che l’Europa necessita per svegliarsi dal suo torpore strategico. L’assenza di una politica estera comune, la mancanza di un esercito europeo unificato e l’obbligo dell’unanimità nelle decisioni cruciali hanno reso l’Ue un gigante economico-burocratico con piedi d’argilla. L’ultimatum di Trump potrebbe essere l’opportunità per l’Europa di emanciparsi, di assumersi la responsabilità della propria sicurezza e di smettere di essere un burattino nelle mani delle superpotenze.

Con un cambio di rotta, magari ascoltando Draghi,  l’Europa potrebbe anche rispondere al pugno di ferro di Trump. Diversificando le fonti energetiche e supportando i settori economici colpiti, l’Ue potrebbe resistere al ricatto dei dazi, mostrando finalmente la forza di un continente unito.

L’era dell’ombrello americano è finita. Ora tocca svegliarsi, rimboccarsi le maniche e costruire il proprio destino, prima che sia troppo tardi. L’ultimatum di Trump non è solo una minaccia: è un’opportunità storica per l’Europa di rialzarsi e diventare protagonista del proprio futuro. (Foto creata con l’AI Grok2 di X)

I dazi di Trump: l’Europa ascolti Draghi

*Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.

ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.