Ricercato in fuga dalla Francia si nasconde a Nettuno: arrestato
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L’uomo, un 51enne tunisino, aveva causato un grave incidente stradale alla guida di un camion
Nettuno, 8 febbraio 2025 – Sarebbe fuggito all’estero dopo aver provocato un gravissimo incidente stradale il tunisino scovato dalla Polizia di Stato mentre si nascondeva a Nettuno. Nei suoi confronti le autorità francesi avevano emesso un mandato di arresto europeo ed ora si trova nel carcere di Velletri a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. È stato grazie alla stretta collaborazione tra le Procure e gli uffici di polizia francesi ed italiani che è stato possibile chiudere il cerchio delle indagini.
Il 16 gennaio scorso, stando alla ricostruzione della polizia francese, il ricercato, alla guida di un camion, avrebbe provocato un grave incidente stradale nel centro della Francia -precisamente nel comune di Fontainebleau- per poi darsi alla fuga verso l’Italia.
La Procura d’oltralpe, oltre ad emettere un mandato di arresto europeo, ha coinvolto direttamente la Procura di Roma che ha subito incaricato gli investigatori del commissariato Palazzo di Giustizia. Fondamentale si è rivelato un numero di telefono grazie al quale è stato possibile circoscrivere nel comune di Nettuno il probabile nascondiglio del fuggiasco.
Da qui le indagini si sono svolte con la metodologia classica basata sulla conoscenza delle persone e del territorio: i poliziotti del commissariato Palazzo di Giustizia, con l’indispensabile apporto dei colleghi del commissariato Anzio-Nettuno, in breve tempo hanno trovato il ricercato, un 41enne tunisino residente in Francia, nascosto in casa del fratello.
È stato poi coinvolto il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia che ha fornito gli elementi giuridici per l’applicazione della misura cautelare chiesta dalla Francia. L’uomo, al termine degli accertamenti, è stato condotto nel carcere di Velletri disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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