Condannata a otto anni Maricetta Tirrito per la vicenda della RSA di Ardea
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La sentenza della Corte d’Assise di Frosinone: il pubblico ministero ne aveva chiesti 24. La difesa proporrà Appello.
Si è concluso davanti alla Corte d’Assise di Frosinone il processo relativo alla vicenda della RSA di via Isernia, situata nella zona di Nuova Florida ad Ardea. Tra gli imputati figuravano alcuni inservienti e la direttrice organizzativa Maricetta Tirrito, figura nota nell’area di Ardea e Pomezia, dove in passato si era candidata a sindaco con una lista civica.
La Tirrito è comparsa in aula scortata dalla Polizia Penitenziaria per ascoltare la sentenza, che l’ha condannata a otto anni di reclusione in primo grado, a fronte di una richiesta dell’accusa che aveva chiesto 24 anni. La lettura della decisione è avvenuta dopo oltre quattro ore di camera di consiglio, con il presidente dell’Assise riunito insieme ai giudici popolari.
Numerosi i presenti in aula, tra cui parenti delle vittime e degli ospiti ancora in vita, ora trasferiti in altre strutture. Erano presenti anche i capi del commissariato di Anzio, una telecronista di Van Page, un cronista di Ostia e un giornalista di Ardea, oltre alla direttrice di una delle principali case di riposo di Tor San Lorenzo-Ardea, che si era offerta di accogliere gli anziani nel periodo successivo allo sgombero della RSA. In aula anche l’assessore ai Servizi Sociali Simone Centore e alcuni cittadini di Ardea.
Le condizioni degli ospiti trasferiti in seguito allo sfratto della struttura erano state descritte come estremamente gravi. Testimoni oculari hanno raccontato di anziani in stato di denutrizione, tanto da evocare immagini drammatiche.
Maricetta Tirrito si è presentata in aula visibilmente provata, con un aspetto affaticato e dimagrito. Durante l’udienza è rimasta costantemente protetta dagli agenti della penitenziaria e non ha mai rivolto lo sguardo al pubblico presente.
L’indagine, portata avanti dal commissariato di Anzio, è stata possibile grazie all’operato di una vice questore aggiunta, che ha contribuito in maniera determinante all’apertura del caso. I familiari delle vittime, pur sperando in una condanna più severa, hanno accolto in silenzio la decisione dei giudici. La sentenza è solo il primo grado; gli avvocati della difesa, proporranno appello, chiedendo nel frattempo la scarcerazione..
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