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Trump non permetterà mai che la storia lo ricordi come colui che ha concesso allo storico avversario russo di dettare le condizioni. Per lui questa guerra non è solo una questione diplomatica o geopolitica: è una battaglia per il primato personale, in cui a vincere deve essere lui
Washington, 17 febbraio 2025 – Donald Trump non è un uomo che accetta di giocare in difesa. La telefonata con Vladimir Putin ha scatenato il panico a Kiev e nelle cancellerie europee, ma il messaggio che il presidente americano sta inviando è molto più complesso di quanto sembri. Trump non ha intenzione di regalare l’Ucraina alla Russia, perché per lui questa guerra non è solo una questione diplomatica o geopolitica. È una battaglia per il primato personale. La vittoria deve essere sua, non di Putin.
Il leader del Cremlino spera di poter negoziare con Trump da una posizione di forza, ma la realtà è un’altra: il presidente americano non permetterà mai che la storia lo ricordi come colui che ha concesso all’avversario di dettare le condizioni. Per Trump, questa guerra è stata un disastro, un inutile bagno di sangue che non ha portato a nessuna vittoria netta. E non perde occasione per ricordarlo: più volte ha sottolineato come Putin abbia mandato “milioni di soldati allo sfacelo” senza ottenere alcun vantaggio reale.
Trump decide, Zelensky subisce
Mentre in Ucraina si continua a combattere, Trump ha preso in mano il dossier senza consultare né Kiev né i partner europei. La Casa Bianca ha avviato contatti diretti con il Cremlino, lasciando intendere che la guerra dovrà finire alle condizioni che Washington riterrà più opportune. Nessuna mediazione multilaterale, nessuna consultazione preventiva: Trump tratta direttamente con Putin e, se necessario, metterà Zelensky davanti al fatto compiuto. Anche perchè Trump ha sempre parlato male di Zelensky, considerandolo un peso piuttosto che un alleato strategico. E ora il presidente ucraino si trova a fronteggiare lo scenario che temeva di più: un leader americano che lo ignora, mentre Putin ottiene finalmente un canale di negoziazione diretto con Washington.
Il grande affare delle terre rare: Trump vuole il bottino di guerra
Ma c’è un’altra verità dietro la frenesia di Trump nel chiudere la partita ucraina: il tesoro nascosto sotto il suolo del paese. L’Ucraina possiede immense riserve di terre rare, minerali fondamentali per l’industria tecnologica e per la corsa all’Intelligenza Artificiale. E Trump lo sa bene.
In una recente dichiarazione, il presidente americano ha detto chiaramente che sta cercando di “fare un accordo con l’Ucraina per garantire ciò che stiamo dando loro con le loro terre rare e altre cose.” Una frase che, tradotta in termini pratici, significa che ogni dollaro di aiuto militare dovrà essere ripagato con risorse strategiche. Se Kiev vuole ancora il sostegno americano, dovrà cedere il proprio oro tecnologico. Insomma, Trump non sta solo cercando di chiudere la guerra, sta trasformando l’Ucraina in un affare. Non più un alleato da difendere, ma una pedina da sfruttare fino all’ultimo.
Nonostante questo, Trump non regalerà l’Ucraina a Putin. Se il Cremlino spera in una vittoria facile, dovrà ricredersi. Il presidente americano vuole chiudere la guerra, ma alle sue condizioni. Non ha intenzione di lasciare che Putin si prenda tutto ciò che vuole senza pagarne il prezzo. E se il leader russo pensa di poter trattare da una posizione di forza, potrebbe trovarsi davanti a una realtà molto diversa. Trump non è un pacificatore altruista, ma un uomo d’affari. Se la pace arriverà, sarà alle sue condizioni. Perché in questa guerra, come in tutte le altre “battaglie” della sua vita da presidente (e non solo), l’unico vero vincitore deve essere lui. (Foto: Facebook @DonaldJTrump)
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