Sanitari aggrediti al Grassi di Ostia: scatta l’obbligo di firma per il 58enne

L’uomo aveva preso a calci gli operatori dopo il diniego di visitare la madre fuori orario
Ostia, 18 febbraio 2025 – Aveva aggredito prima cinque operatori sanitari al pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia e poi i carabinieri della stazione di Vitinia che erano intervenuti e che lo hanno arrestato. Oggi durante la direttissima al tribunale penale di piazzale Clodio, durante la convalida dell’arresto del 58enne, il giudice dell’ottava sezione penale ha disposto per l’uomo la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in attesta del processo. A riportarlo è La Presse che spiega: “L’uomo, durante l’aggressione, avvenuta in mezzo a decine di barelle con sopra gli ammalati, ha urlato “Vi ammazzo tutti se non mi fate vedere mia madre” che era ricoverata, mentre prendeva a calci alcuni operatori sanitari. Il pubblico ministero Mauro Masnaghetti, aveva chiesto il divieto di avvicinamento. L’imputato è stato difeso dall’avvocato, Alessandro Sforza”.
“Ancora un’aggressione in PS, questa volta presso l’Ospedale Grassi di Ostia. Oramai è una notizia che non fa più notizia. Mi domando come mai, l’unica porta sempre aperta del Servizio Sanitario Pubblico debba essere violata con così tanta facilità e superficialità“. Così Antonella Cocorocchio, Infermiere di PS Coordinatore Area Infermieri Simeu, le cui parole sono condivise dal presidente regionale Simeu, Carlo Gaetano Piccolo: “È doveroso, come comunità civile – si legge nella nota – esprimere la nostra solidarietà a tutti i professionisti sanitari, medici, infermieri e OSS che 365 l’anno, 7 giorni su 7, 24 ore su 24 garantiscono la salute in condizioni di emergenza e urgenza, nonostante le criticità conosciute sotto il profilo mediatico. Non dobbiamo arrenderci a questi affronti, il principio deve essere sempre quello di proseguire, con scienza e coscienza, il lavoro che abbiamo scelto di fare”.
Fp Cgil Roma Lazio: “La solidarietà non basta”
“Infermieri, operatori sanitari e medici, già costretti a lavorare in una situazione critica per quanto riguarda la gestione degli accessi e dell’affollamento, si sono trovati a subire l’aggressione da parte di un parente di una paziente momentaneamente ricoverata presso il pronto soccorso. Come Fp Cgil esprimiamo la piena solidarietà e vicinanza a tutto il personale del pronto soccorso, che, malgrado questi episodi sempre più frequenti, continua quotidianamente a prestare con professionalità e dedizione il servizio che erogano ogni giorno”.
Lo scrive il sindacato Fp Cgil di Roma e Lazio, commentando in una nota “l’ennesima aggressione”, nei giorni scorsi nel pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia. “Ma la solidarietà, fanno notare i rappresentanti sindacali, non basta. I fatti accaduti dovrebbero far riflettere chi, in questi giorni, ha bloccato l’erogazione dell’indennità di Pronto soccorso, arroccandosi dietro una lettura faziosa di ’pareri orientativi.”.
“Auspichiamo che il presidente Rocca, oltre ad esprimere la giusta solidarietà ai lavoratori coinvolti, approfondisca le nostre obiezioni e dia indirizzo ai suoi uffici regionali di superare le pretestuose interpretazioni con le quali un sindacato non confederale, forse per giustificare la propria firma su un rinnovo di Ccnl che impoverisce tutto il comparto, sta cercando di bloccare il legittimo pagamento dell’indennità prevista dal vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro – evidenziano Alfonso Guerriero (Fp Cgil Roma) e Giancarlo Cenciarelli (Fp Cgil Roma Lazio) – Le lavoratrici ed i lavoratori del comparto Sanità non hanno bisogno solo di parole, ora hanno bisogno di fatti concreti e come Fp Cgil abbiamo ben chiaro che oggi, più che mai, va risolto il problema salariale, sia a livello nazionale che a livello regionale”.
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.