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Trump svela l’inganno: il Re è nudo in Europa

20 febbraio 2025 | 07:07
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Trump svela l’inganno: il Re è nudo in Europa
Foto: governo.it

Non serviva Trump per capire che l’Europa in Ucraina conta zero, lui ha solo tolto la maschera all’ipocrisia. E mentre a Parigi si chiacchiera, Washington e Mosca decidono

Kiev, 20 febbraio 2025 – L’Europa ci ha provato, ancora una volta. O forse ha fatto finta di provarci. Ma il vertice di Parigi sull’Ucraina si è rivelato un imbarazzante nulla di fatto. Nessuna decisione concreta, nessuna strategia condivisa, nessuna voce autorevole. Mentre a Bruxelles si dibatte sul nulla e i leader europei si scontrano su ipotesi irrealizzabili, Washington e Mosca trattano direttamente, lasciando l’Ue a guardare dalla finestra. A questo punto, la domanda è inevitabile: l’Europa conta ancora qualcosa in questa guerra? Ha mai contato? Oppure ha già perso qualsiasi diritto di parola?

Il vertice di Parigi? Una passerella

A Parigi si sono riuniti i leader di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Polonia e Olanda, accompagnati dai burocrati di Bruxelles, tra cui la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen. Sul tavolo, ufficialmente, c’era il futuro del sostegno all’Ucraina. Nella realtà, il vertice si è trasformato in una sfilata di ipocrisia e divisioni insanabili. L’unico risultato? Il nulla. 

Mentre Macron si sforza di apparire come leader della resistenza europea, Berlino continua a frenare su qualsiasi opzione concreta, Londra gioca da battitore libero e Varsavia guarda ormai solo a Washington. Nessun accordo sulle forniture di armi, nessuna certezza sui finanziamenti, nessuna strategia per il futuro. L’unica apparente ossessione? Il panico crescente di fronte alla nuova amministrazione Trump.

Trump e Vance dettano le regole, l’Europa le subisce

Mentre Parigi partoriva il nulla, dall’altra parte dell’Atlantico il vicepresidente J.D. Vance parlava chiaro alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, e non si è limitato a far capire che la guerra in Ucraina non è più una priorità per gli Stati Uniti. Con un tono quasi presuntuoso, che ha fatto rabbrividire le élite europee, Vance ha attaccato apertamente il presunto sistema di censura europeo, denunciando l’ipocrisia di chi, da un lato, parla di democrazia e libertà di espressione e, dall’altro, mette a tacere ogni voce critica.

La scena è stata simbolica: un vicepresidente americano è andato in terra europea, davanti ai leader del Vecchio Continente, e ha fatto quello che ha voluto, ribaltando la narrativa senza che nessuno potesse fermarlo. Cos’altro aggiungere?

L’Europa insegue un posto a tavola

La vera umiliazione? L’Europa è stata esclusa dai colloqui diretti tra USA e Russia. Mentre Macron e Scholz cercavano di mostrarsi autorevoli davanti alle telecamere, a Riyad emissari di Trump e Putin trattavano direttamente. Niente Francia, niente Germania. E, tanto per rimanere in patria, ovviamente niente Italia. L’Europa, che per due anni ha versato miliardi a Kiev e imposto sanzioni su sanzioni, viene semplicemente ignorata quando si tratta di decidere il destino del conflitto. Da Mosca a Washington, il messaggio è chiaro: gli europei non contano nulla. Si sono illusi di essere protagonisti, ma ora scoprono di essere solo spettatori.

Draghi sbotta: “Svegliatevi”

A Bruxelles, c’è chi inizia a perdere la pazienza. Durante un acceso intervento al Parlamento Europeo, Mario Draghi ha demolito l’inerzia dell’Ue: “Così non possiamo andare avanti, dobbiamo agire come se fossimo un unico Stato. Non possiamo più permetterci di essere irrilevanti”, sottolineando come l’Europa sarà presto lasciata sola a difendere la sicurezza dell’Ucraina e, quindi, la sua. Ma il problema è che l’Europa è irrilevante. Ha dimostrato di non saper gestire la crisi ucraina, di non avere una strategia, di non essere in grado di imporsi. Bruxelles continua a parlare di “unità”, mentre ogni Stato va per conto suo e il mondo guarda altrove.

Trump attacca Zelensky: “Un dittatore che spilla soldi all’America”

Nel frattempo,  Trump ha intensificato le sue critiche nei confronti del leader ucraino Volodymyr Zelensky. In un recente post su Truth Social, Trump ha definito Zelensky “un dittatore senza elezioni” accusandolo di aver sottratto 350 miliardi di dollari. E’ solo l’ennesima stoccata di Trump verso il capo del governo di Kiev.

Ma non è tutto, dato che il Presidente ha reso ancora più chiara la sua posizione sull’Ucraina: l’America non farà più da scudo a Kiev. Durante una conferenza,  ha ribadito che gli Stati Uniti non hanno alcun obbligo di garantire la sicurezza dell’Ucraina e che, se l’Europa è davvero così preoccupata di una futura invasione russa, allora tocca agli europei inviare truppe per difendere il territorio ucraino. “Tra di noi c’è un oceano” ha detto Trump con il suo solito pragmatismo tagliente. Il messaggio è inequivocabile: Washington non spenderà più miliardi per proteggere un Paese che non è parte della NATO e che, a detta di Trump, ha già ricevuto fin troppi fondi senza dare nulla in cambio. Se Berlino, Parigi e Bruxelles vogliono che Kiev resti in piedi, dovranno essere loro a metterci la faccia, e soprattutto i soldati.

Insomma: La guerra in Ucraina non la deciderà Macron, né Scholz, né von der Leyen. A decidere saranno gli Stati Uniti e la Russia. Gli europei? Possono solo sperare di essere ascoltati. Ma chi di speranza vive, disperato muore. (Foto: governo.it)

*Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.

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