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Leroy Merlin, non c’è accordo sul rinnovo del contratto integrativo: lavoratori in agitazione

22 febbraio 2025 | 12:00
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Leroy Merlin, non c’è accordo sul rinnovo del contratto integrativo: lavoratori in agitazione

I rappresentanti dei lavoratori hanno presentato richieste specifiche volte a migliorare le condizioni lavorative

Fiumicino, 22 febbraio- Dopo mesi di incontri prolungatisi da settembre a gennaio, i lavoratori di Leroy Merlin Italia hanno manifestato il loro malcontento per il mancato raggiungimento di un accordo con l’azienda sul rinnovo del contratto integrativo di secondo livello, ormai scaduto da tempo. La prossima data di confronto è fissata per il 28 marzo 2025, ma l’attesa prolungata ha spinto i dipendenti a rivolgersi alle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UILTuCS per ottenere un maggiore supporto.

Durante i tavoli di discussione, i rappresentanti dei lavoratori hanno presentato richieste specifiche volte a migliorare le condizioni lavorative, attualmente ritenute al minimo sindacale. Tra le principali istanze figurano l’introduzione dei buoni pasto, considerati un beneficio detraibile a vantaggio dei dipendenti, e il riconoscimento dell’indennità tuta di 2,50 euro al giorno per coprire le spese di manutenzione delle divise aziendali, come acqua, luce e detersivo. Inoltre, è stata sottolineata l’esigenza di elaborare un mansionario dettagliato per ogni figura lavorativa, poiché quello attuale previsto dal CCNL è considerato troppo generico e non rappresentativo delle mansioni effettivamente svolte nei punti vendita. I lavoratori hanno inoltre richiesto l’introduzione di un piano di welfare aziendale, attualmente quasi inesistente, e una politica più equa per i premi di progresso, eliminati in molti punti vendita negli ultimi anni.
Un ulteriore motivo di malcontento risale al periodo della pandemia, quando i dipendenti furono posti in cassa integrazione parziale con pagamenti erogati dopo 90 giorni. Nonostante fosse prevista la possibilità di un modesto aiuto economico, il prelievo di tale importo fu bloccato, aggravando ulteriormente la situazione. A complicare il quadro si aggiunge l’annuncio dell’azienda, nell’ultimo incontro, della chiusura di un Brico Center in Sardegna e dell’apertura di un nuovo punto vendita Leroy Merlin nella stessa regione, senza prevedere però il ricollocamento dei lavoratori nella nuova sede.

La situazione si è ulteriormente inasprita dopo la pubblicazione, il 27 gennaio 2025, di un articolo su Repubblica firmato da Fabrizio Leopardi, Responsabile delle Risorse Umane di Leroy Merlin Italia. Nell’articolo, l’azienda ha dichiarato di essere impegnata nel “benessere dei collaboratori”, sostenendo di ascoltare, valutare e supportare la crescita interna dei dipendenti. Tuttavia, i lavoratori contestano tali affermazioni, evidenziando pratiche aziendali che, a loro avviso, non rispecchiano questa filosofia. Tra le criticità segnalate vi sono l’assegnazione dei turni mediante algoritmi che non tengono conto delle esigenze personali e familiari, l’obbligo di lavorare nei fine settimana, e un sistema premiale percepito come discriminatorio, riservato solo a chi si adegua alle direttive aziendali senza sollevare critiche.
I dipendenti hanno espresso la loro frustrazione per un modello aziendale che sembra premiare il sacrificio della vita privata a discapito del benessere individuale. Pur dichiarandosi un’azienda basata sui principi di “volere, sapere, potere e avere” e sulla condivisione, Leroy Merlin viene accusata di non applicare questi valori nella realtà quotidiana, dove i salari sono considerati al minimo storico e le richieste di miglioramento vengono ignorate.
I lavoratori si chiedono se la sensazione che la contrattazione si sia arenata già al secondo incontro sia fondata, temendo che i successivi tavoli di discussione si siano limitati a formalità senza portare a risultati concreti.
Alcuni punti vendita hanno già dichiarato lo stato di agitazione, segnalando la necessità di alzare la voce per ottenere il rispetto dei propri diritti. Il problema non riguarda dunque solo Fiumicino, ma tutto il Gruppo, nelkle sue diverse sedi.. L’appello finale è rivolto ai sindacati, affinché confermino se la percezione dei lavoratori corrisponde alla realtà e se esistano margini per una svolta positiva nel prossimo incontro di marzo.

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