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Trump scatena la guerra dei dazi

4 marzo 2025 | 18:46
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Trump scatena la guerra dei dazi

Scattano le tariffe a Canada, Messico e Cina (quest’ultme arrivano fino al 20%). Crollano le borse europee… e Wall Street

Washington, 4 marzo 2025 – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dato il via a una nuova era di protezionismo economico. Sono scattati i dazi del 25% su tutte le importazioni provenienti da Canada e Messico, e aumentando al 20% le tariffe sui prodotti cinesi. Questa mossa, entrata in vigore oggi, ha scatenato una reazione a catena sui mercati finanziari globali, provocando un crollo generalizzato delle borse.

Borse europee in rosso: Milano affonda

Le principali borse europee hanno subito pesanti perdite in risposta alle nuove tariffe statunitensi. A metà giornata, Milano registra un calo del 3,4%, con il FTSE MIB che scende sotto la soglia psicologica dei 39.000 punti. Francoforte e Parigi seguono la stessa tendenza negativa, con ribassi rispettivamente del 3,3% e del 2,8%.

Settore automobilistico sotto pressione

Il settore automobilistico è tra i più colpiti dalla nuova ondata di dazi. Stellantis, gigante dell’auto italo-francese, crolla del 10,2% a piazza Affari, segnando la peggiore performance della giornata. Anche altri colossi del settore, come Volkswagen e Renault, registrano perdite significative, riflettendo le preoccupazioni degli investitori riguardo all’aumento dei costi e alla possibile contrazione delle vendite.

Wall Street non è immune

Anche Wall Street risente della tensione commerciale. I principali indici americani aprono in territorio negativo, con il Dow Jones in calo dell’1,5% e il Nasdaq che perde il 2%. Le azioni di General Motors e Ford subiscono forti ribassi, rispettivamente del 4% e del 2,65%, a causa delle preoccupazioni legate all’aumento dei costi delle materie prime e alle possibili ritorsioni commerciali.

Reazioni internazionali: Pechino e Ottawa al contrattacco

La risposta internazionale non si è fatta attendere. La Cina ha annunciato l’introduzione di tariffe del 15% su prodotti statunitensi per un valore di 22,3 miliardi di dollari, colpendo in particolare il settore agroalimentare. Il Canada, dal canto suo, ha definito la decisione di Trump “stupida” e sta valutando misure di ritorsione su beni americani per un valore di 155 miliardi di dollari canadesi.

Il rischio di una recessione globale

Gli analisti avvertono che l’escalation delle tensioni commerciali potrebbe innescare una recessione globale. L’aumento dei dazi potrebbe infatti portare a una contrazione degli scambi internazionali, aumentando i costi per le imprese e riducendo il potere d’acquisto dei consumatori. Le previsioni di crescita economica per il 2025 potrebbero essere riviste al ribasso se la situazione dovesse perdurare.

Ma il problema va ben oltre la semplice aritmetica finanziaria. Questo braccio di ferro commerciale non è soltanto una battaglia di numeri e percentuali, ma un vero e proprio terremoto geopolitico che potrebbe ridefinire gli equilibri economici mondiali. L’ombra di una nuova guerra commerciale si allunga sull’Occidente e sull’Asia, minacciando di spezzare le catene di approvvigionamento globali e gettare nel caos interi settori industriali.

Le ripercussioni potrebbero essere devastanti per le economie più fragili, che dipendono fortemente dagli scambi con gli Stati Uniti e la Cina. Paesi emergenti, come il Messico, rischiano di trovarsi schiacciati tra due fuochi, vittime di un gioco al rialzo che non controllano. E soprattutto l’Europa, già alle prese con una crescita debole e le difficoltà del settore manifatturiero, si trova ora a dover fronteggiare un’incertezza senza precedenti, anche perchè nel giro di poche settimane entreranno in vigore le tariffe pari al 25% sui prodotti provenienti dall’Ue. E’ l’era Trump, bellezza.

*Lorenzo Contigliozzi – corrispondente dagli Stati Uniti.

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