Mondiali Indoor di Atletica, Diaz straordinario a Nanchino: è oro nel salto triplo





Dopo il titolo europeo vinto ad Apeldoorn, l’Azzurro delle Fiamme Gialle, che vive e si allena a Castelporziano, domina in Cina e centra il record italiano in 17,80
Andy Diaz mostruoso ai Mondiali indoor di Nanchino: l’azzurro è campione del mondo di salto triplo con un record italiano da favola di 17,80. Dopo il titolo europeo agguantato due settimane fa ad Apeldoorn, il saltatore allenato da Fabrizio Donato si conferma in Cina e porta a casa la terza medaglia consecutiva da quando ha cominciato a gareggiare per l’Italia, la scorsa estate alle Olimpiadi di Parigi (dove aveva centrato uno splendido bronzo).
Diaz dà subito una spallata alla gara con un 17,80 saltato al primo tentativo. È la migliore prestazione stagionale e nessuno riesce a prenderlo. Dietro di lui, argento al cinese Zhu Yaming (17,33) e bronzo al brasiliano Almir Dos Santos (17,22). (Fonte Adnkronos)
Le dichiarazioni – Fonte FIDAL/fidal.it
“Mi piace mantenere la parola, avevo detto che avrei vinto e l’ho fatto – esulta il campione del mondo – Parigi ha aperto il ‘rubinetto’, poi è arrivato l’oro di Apeldoorn e adesso l’oro ai Mondiali in Cina: i risultati parlano da soli, ci vediamo ai Mondiali di Tokyo in estate. Mi è dispiaciuto aver tolto il record indoor a Fabrizio, ma la prima cosa che mi ha detto è ‘va bene così, l’hai fatto in un Mondiale’. È la gara più importante, era davvero contento. Peccato non aver potuto continuare a fare gli altri salti, la gara era un po’ lenta, ho preso freddo e non volevo rischiare nulla in vista della stagione all’aperto. Sapevo che un salto poteva bastare, e ce l’ho fatta, tranquillo e rilassato”.
La maglia azzurra è una seconda pelle. “Mi porta fortuna! È il mio colore preferito, e ora andiamo avanti…”. Fino ai 18 metri? “È l’altra parola che devo mantenere – assicura Diaz – Ci stiamo lavorando. Manca sempre meno. Questa giornata la dedico a mia mamma, alla mia famiglia, a Fabrizio e ai suoi cari. Sì, Fabrizio: il mio amico, allenatore, mental coach, la mia guida, un idolo, una persona che ha i miei stessi pensieri e stessi obiettivi, mi fa andare avanti e non mi fa mollare mai. È il top del top. Un grazie anche al dottor Alessandro Napoli senza cui non saremmo stati qui: sentivo dolore dopo la prima gara di febbraio e nonostante questo siamo riusciti a prendere due ori nelle settimane successive. Ora si fa festa, ce la meritiamo!”.
Foto Grana/Fidal (da fidal.it – da Federazione Italiana Atletica Leggera/Faceb
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