L'intervento

Fiumicino, Satta “Porto turistico o crocieristico? Si faccia chiarezza sull’opera”

24 marzo 2025 | 10:43
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Fiumicino, Satta “Porto turistico o crocieristico? Si faccia chiarezza sull’opera”

Il già delegato alla portualità: “L’idea di trasformare il progetto in uno scalo crocieristico appare irrealizzabile senza un’adeguata valutazione delle caratteristiche del luogo”

Fiumicino, 24 marzo 2025 – “Sarebbe opportuno che la Royal Caribbean facesse chiarezza in via definitiva sulla destinazione effettiva dell’opera che intende realizzare”, così Luigi Satta già delegato alla portualità del Comune di Fiumicino, interviene sulla questione legata alla realizzazione dell’infrastruttura portuale da parte della Royal Caribbean, un progetto al centro del dibattito cittadino (e non solo).

“L’iniziale progetto, votato quasi all’unanimità dal Consiglio comunale nel 2010, – prosegue Satta – prevedeva la costruzione di un porto turistico da diporto, ma sembra che la società crocieristica stia puntando a trasformarlo in uno scalo per navi da crociera, un’idea accolta con entusiasmo dall’amministrazione precedente”. Va sottolineato – aggiungiamo – che quel progetto prevedeva anche una cospicua metratura cubica destinata a nuove costruzioni, che adesso non c’è più.

“Tuttavia – prosegue Satta – tale decisione sul crocieristico sembra presa senza una piena conoscenza delle caratteristiche morfologiche del tratto di costa interessato. Il litorale di Fiumicino, in quella zona, è caratterizzato da una costa sabbiosa a mare aperto, con fondali che a un miglio dalla costa non superano i dieci metri. Inoltre, i venti dominanti provenienti principalmente dal terzo e quarto quadrante (libeccio e ponente) rendono particolarmente difficile l’avvicinamento delle grandi navi. Se si guarda ai porti che danno ormeggio alle navi da crociera – spiega ancora Satta – i fondali in banchina superano i 10-15 metri, mentre all’entrata il pescaggio minimo è di almeno 15 metri. A Fiumicino, queste condizioni non esistono”.

Satta ricorda però come lui stesso, così come molti altri cittadini, abbia sempre sostenuto l’idea di un porto turistico situato nei pressi del vecchio faro, la cui funzione è stata dismessa nel 1971, segnando l’inizio di un lungo periodo di abbandono: “La bonifica del vecchio faro e la riaccensione simbolica della lanterna, puramente a scopo illuminativo, erano previste nel progetto originario“.

E anche oggi, un approdo per grandi yacht sarebbe utile alla riqualificazione del territorio come all’economia locale. “Non si può però ignorare che il tratto di costa interessato subisce frequentemente l’azione dei marosi provocati da venti di libeccio e ponente – prosegue Satta -. Basti ricordare che, nei primi anni 2000, le navi della Tirrenia, come la Scatto e la Scorpios, lunghe rispettivamente 115 e 145 metri, al ritorno dalla Sardegna erano spesso costrette a invertire la rotta e a riparare nel porto di Civitavecchia a causa del mare grosso”.

Secondo Satta, l’idea di trasformare il porto turistico in uno scalo crocieristico “appare dunque irrealizzabile senza un’adeguata valutazione delle caratteristiche del luogo e degli interventi necessari per renderlo sicuro e funzionale. «Serve maggiore chiarezza e un piano progettuale realistico che tenga conto delle peculiarità di questo tratto di costa» conclude.