Il caso

Cold case risolto a Latina: arrestati il mandante e l’autore dell’omicidio di Paolo Celani

25 marzo 2025 | 10:51
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Cold case risolto a Latina: arrestati il mandante e l’autore dell’omicidio di Paolo Celani
Cold case risolto a Latina: arrestati il mandante e l’autore dell’omicidio di Paolo Celani
Cold case risolto a Latina: arrestati il mandante e l’autore dell’omicidio di Paolo Celani

Il caso era irrisolto dal 2010: gli indagati sono un uomo e una donna, noti esponenti della criminalità locale

Latina, 25 marzo 2025 – La Polizia di Stato nella mattinata di ieri ha proceduto all’arresto di due soggetti, un uomo pluripregiudicato del capoluogo classe 1965 e una donna classe 1973 appartenente ad una famiglia di etnia rom stanziale sul territorio di Latina, poiché gravemente indiziati di essere rispettivamente esecutore e mandante dell’omicidio di Paolo Celani, avvenuto nell’anno 2010 a Latina.

L’evento era avvenuto l’11 gennaio 2010, verso le ore 04.00 quando, all’interno della sua abitazione di Viale Petrarca, il pregiudicato Celani era stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco sparati da persona ignota, rimanendo gravemente ferito e successivamente trasportato presso il locale ospedale civile. All’interno dell’appartamento il personale della Squadra Mobile, intervenuto nell’immediatezza dei fatti, rinveniva 2 bossoli per pistola cal. .45.

omicidio risolto Latina

Il 25 giugno successivo, a causa delle complicazioni insorte conseguentemente all’attentato subito, Celani Paolo era deceduto presso l’ospedale civile di Latina ed il suo omicidio era rimasto irrisolto.

Il cold case è stato riaperto a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, rese ai Pubblici Ministeri della DDA Luigia Spinelli e Giuseppe Gualtieri, il fascicolo veniva poi trasferito per competenza alla Procura di Latina e assegnato al Sost.ti Proc.ri Giuseppe Miliano e Martina Taglione.

Le capillari indagini condotte da questa Squadra Mobile tra maggio e agosto 2023 consentivano di appurare il movente del delitto, da determinarsi nella mancata restituzione di un orologio di pregio di cui l’odierna indagata aveva chiesto la restituzione alla vittima in quanto il figlio lo aveva consegnato a quest’ultimo a sua insaputa, per l’acquisto di un modico quantitativo di sostanza stupefacente.

Gli indizi assunti hanno portato a ritenere che la donna avesse incaricato dell’atto punitivo l’uomo destinatario della misura cautelare. I gravi indizi di colpevolezza acquisiti nel corso delle indagini hanno consentito ai Pubblici Ministeri di richiedere al GIP Mara Mattioli I una misura cautelare che veniva concessa ed eseguita in data odierna. Alla donna l’ordinanza è stata notificata presso il carcere ove si trova reclusa per altro procedimento, mentre l’uomo rintracciato a Latina.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.