
C’è la rabbia, lo sgomento ed ancora quell’inquietudine di un disegno unitario che muove i fili dei fatti recenti
Ostia, 28 marzo 2025- Anche se il piromane ha escluso ci siano stati dei mandanti, ci sono paure che non si dimenticano. E la paura dell’eco criminale torna a bruciare, metaforicamente e non, il lungomare di Roma. Una storia che torna a ripetersi, un passato che nessuno si augurava di riveder più quello che negli ultimi giorni sta tenendo in scacco Ostia, il suo mare, ma soprattutto i suoi cittadini.
Sul litorale ha bruciato una scia di fuoco che nelle ultime quarant’otto ore ha mandato in cenere alcuni degli stabilimenti storici di Ostia, proprio adesso che Il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso di Roma Capitale contro la sospensiva decisa dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio che, il 13 marzo scorso, aveva accolto il ricorso presentato dai gestori contro la gara per la concessione per un anno dei 31 stabilimenti balneari di Ostia a partire dal primo maggio.
Una coincidenza che contribuisce ad alimentare un alone sinistro sulla vicenda.
E non è tutto: l’innesto degli incendi dev’essere stato necessariamente ravvicinato. Va da sé che difficilmente si potrà parlare di una persona sola.
Insomma, chi sperava di spiegar tutto con una coincidenza, dovrà arrendersi infine che una coincidenza è poco per spiegare l’incendio di tutti questi stabilimenti balneari in poco più di un paio di giorni.
Senza contare che anche il momento dell’anno è un po’ particolare: è in queste settimane, infatti, che si comincia a parlare di concessioni balneari.Salvifico, anche stavolta, L’intervento immediato dei Vigili del Fuoco che ha evitato ,in entrambe le occasioni, il verificarsi di danni ulteriori, oltre quelli già gravi, con le fiamme che hanno distrutto attrezzature e strutture degli stabilimenti. Il danno economico è innegabile e non può e non deve essere preso sotto gamba, specie con l’appressarsi della bella stagione. Le spese per ripristinare lo staus quo ante saranno onerose per i gestori, e nessuno lo nega. Ma la vicenda, queste lunghe fiamme che avvolgono le spiagge, sembra ripiombare i cittadini in un incubo noto del passato recente.
Le vittime di questi ultimi fatti sono sì i proprietari e i gestori dei lidi, gravemente danneggiati, ma anche coloro che Ostia la abitano e guardano con sgomento e preoccupazione ai frequenti roghi.
Cosa succede – di nuovo- ad Ostia? E’ l’azione isolata di un gruppo di piromani o c’è qualcosa più a fondo?
L’origine dolosa dei roghi, viste le coincidenze, viene data per scontata. Ad Ostia, insomma, si respira di nuovo violenza.
C’è la rabbia, lo sgomento ed ancora quell’inquietudine di un disegno unitario che muove i fili dei fatti recenti. Ci sono cose che non si dicono, ma si sanno.
E si sanno perfettamente quando si è costretti a veder bruciare, in una sola notte degli stabilimenti balneari, in un territorio che chiede solo pace e sicurezza.