Fiumicino, presentato in aula consiliare “Quell’estate del 1980”

Il romanzo racconta le vicende di Benito, un architetto affermato e militante socialista, e del suo giovane nipote Alfredo. La storia si intreccia con le tragiche vicende che segnarono l’Italia del 1980
Fiumicino, 29 marzo 2025-Presso l’Aula Consiliare del Comune di Fiumicino, è stato presentato il nuovo romanzo di Giorgio M. Ghezzi, Quell’estate del 1980. L’evento ha visto la partecipazione del Sindaco Mario Baccini, del Presidente del Consiglio Comunale Roberto Severini, dell’Assessore alla Cultura Federica Poggio, e dell’Assessore Raffaello Biselli ed è stato moderato dal giornalista Carlo Senes il qualeha incalzato l’autore con domande interessanti che hanno permesso al pubblico di partecipare a un dibattito ricco di spunti di riflessione.
Il romanzo racconta le vicende di Benito, un architetto affermato e militante socialista, e del suo giovane nipote Alfredo. La storia si intreccia con le tragiche vicende che segnarono l’Italia del 1980, come la strage di Ustica, la bomba alla stazione di Bologna e gli eventi politici che fanno parte della memoria collettiva di un’intera generazione. Quell’estate del 1980 non è solo un racconto intimo, ma un atto di memoria collettiva.
Mentre l’Italia è scossa da eventi drammatici, l’incontro con Alfredo, un bambino curioso e vivace, porta Benito a confrontarsi con le sue delusioni, le sue aspirazioni e le difficoltà della politica. Il romanzo tocca temi di grande attualità, come l’ambizione, l’amore, la delusione, l’amicizia, e fa riemergere alla mente sensazioni familiari per chi ha vissuto in quell’epoca, grazie a frequenti rimandi attraverso la citazione di film, canzoni e spot pubblicitari che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del XX secolo.
Durante l’incontro, l’Assessore alla Cultura Federica Poggio ha espresso il suo apprezzamento per il libro: “Ho letto Quell’estate del 1980 con grande coinvolgimento. Giorgio M. Ghezzi riesce a intrecciare in modo brillante la memoria storica e la dimensione personale, restituendo l’atmosfera di un periodo tanto drammatico quanto significativo per il nostro Paese. Un’occasione anche per far dialogare le nuove generazioni con un passato non troppo lontano ma profondamente diverso dalla dimensione attuale. Ciò che mi ha colpito sono i piccoli dettagli; la disinvoltura con cui un tempo i figli venivano lasciati più liberi di vivere esperienze che oggi giudicheremmo troppo precoci, come prendere un trenoper andare dallo zio a Milano a trascorrere li qualche mese perché i genitori dovevano lavorare. Adesso siamo più inclini a proteggerli, forse perché abbiamo perso fiducia nel prossimo e nel mondo.”
“Nel 1980 avevo dieci anni – ha raccontato l’autore – e conservo un ricordo confuso di quel periodo, segnato da esplosioni, omicidi e paura: le stragi di Bologna e Ustica, gli assassinii di Piersanti Mattarella e del giudice Amato. Eppure, la vita continuava: ricordo mia madre cancellare una lezione di pianoforte perché l’omicidio di Walter Tobagi era avvenuto a pochi passi da casa nostra. Con questo libro ho voluto ricostruire il significato di quei giorni attraverso gli occhi di un adulto e di un bambino. Benito e Alfredo osservano la realtà che li circonda, faticano a comprenderla e ad accettarla, mentre vivono le loro piccole storie quotidiane, semplici ma universali.