Imu “fuorilegge”, tre cause vinte dai cittadini contro il comune

Il messaggio lanciato dai giudici è chiaro: non basta la classificazione catastale o la destinazione urbanistica per imporre un tributo
Fiumicino, 5 aprile 2025- Tre accertamenti annullati, tre vittorie per i proprietari dell’Isola Sacra. In meno di un anno, la Corte di Giustizia tributaria del Lazio ha accolto tre ricorsi contro gli avvisi di pagamento emessi dal Comune di Fiumicino per IMU e TASI relative agli anni 2014 e 2018. In tutti i casi, proposti e seguiti dall’avvocato Luciano Marranghello, i giudici hanno ritenuto illegittima l’imposizione fiscale, accertando la presenza di un vincolo idrogeologico che rende quei terreni non edificabili.
La questione, di natura tecnica ma con implicazioni molto concrete, riguarda la legittimità dell’imposizione di tributi immobiliari su aree vincolate. Le tre decisioni si inseriscono in un filone ormai consolidato di pronunce favorevoli ai cittadini, che da tempo stanno contestando – e vincendo – l’applicazione di imposte su terreni gravati da vincoli ambientali. Non si tratta quindi di un caso isolato, ma dell’ennesima conferma giurisprudenziale che rafforza una linea interpretativa ormai solida.
Il primo caso riguarda un accertamento IMU del 2014. Dopo un primo giudizio sfavorevole, il secondo grado ha ribaltato la sentenza, riconoscendo pienamente la fondatezza del ricorso e annullando l’atto impositivo. La pronuncia, depositata nell’ottobre 2024, ha stabilito che la sola previsione urbanistica di edificabilità non basta: occorre che questa sia concretamente realizzabile, il che non avviene in presenza di vincoli ambientali come quello idrogeologico.
Le altre due sentenze sono del 2025 e riguardano accertamenti IMU e TASI per l’anno 2018. Anche in questi procedimenti, i proprietari hanno dimostrato che l’area interessata era gravata da un vincolo permanente di inedificabilità assoluta. Di fronte alla documentazione tecnica e catastale, i giudici hanno riconosciuto che non sussisteva alcun presupposto per l’imposizione fiscale da parte dell’ente comunale.
Nel motivare le proprie decisioni, la Corte ha fatto riferimento a un orientamento giurisprudenziale consolidato: il concetto di “area edificabile” ai fini IMU deve tenere conto non solo degli strumenti urbanistici ma anche delle limitazioni legali e ambientali che rendano impossibile la costruzione. In parole semplici, se non si può costruire per legge, non si può neppure tassare come se si potesse.
Per i cittadini dell’Isola Sacra, che da anni lamentano l’eccessivo carico fiscale su terreni mai trasformabili, queste decisioni rappresentano un’ulteriore tappa di un percorso giuridico già tracciato. Oltre al beneficio immediato – la cancellazione delle somme richieste e delle sanzioni accessorie – le sentenze consolidano un precedente utile a orientare anche le future valutazioni dell’Ufficio tributi comunale.
Il messaggio lanciato dai giudici è chiaro: non basta la classificazione catastale o la destinazione urbanistica per imporre un tributo, se manca la concreta possibilità di edificare. E nel caso dell’Isola Sacra, zona storicamente interessata da vincoli paesaggistici, idrogeologici e ambientali, questo principio assume un rilievo ancora maggiore. Le tre decisioni, di cui due in primo grado e una in appello, evidenziano anche l’importanza di una corretta consulenza tecnica e legale nel momento in cui si riceve un avviso di accertamento.
Spesso, infatti, i contribuenti non sono a conoscenza della possibilità di far valere in giudizio elementi oggettivi che possono rendere nullo l’atto impositivo.
In un territorio come quello di Fiumicino, soggetto a complesse normative ambientali e a continue trasformazioni urbanistiche, il tema della fiscalità immobiliare va affrontato con attenzione e buon senso. Questi tre casi lo dimostrano: la legge tutela chi ha ragione, anche quando la macchina amministrativa sembra procedere per automatismi.