American Pit Bull Terrier, come gestire uno dei cani più discussi e fraintesi: caratteristiche, educazione e verità oltre i pregiudizi

Ce ne parla uno dei massimi esperti della specie a livello nazionale e internazionale, l’allevatore Dottor Massimiliano Gusai
Quando proviamo paura o diffidenza verso qualcosa o qualcuno, anche solo per un attimo, quel pensiero nasce da schemi mentali profondamente radicati, da stereotipi a cui siamo stati abituati nel tempo. I pregiudizi sono istintivi e culturali. Una “tendenza” che si può contrastare attraverso il sapere, la gentilezza d’animo e la riflessione; un allenamento mentale che aiuta ad avere reazioni più controllate e giuste. Ma non è semplice, perché dipende in gran parte da come siamo cresciuti e da quanto siamo disposti a cambiare. È proprio per questo che, quando la maggior parte delle persone incontra un Pit Bull, reagisce con un sussulto e un’immediata sensazione di timore. Non è così per tutti ma per tanti. Un sentimento provocato dal fatto che si tende ad associare, in un’inconscia frazione di secondo, quella tipologia di animale all’aggressività, ai combattimenti clandestini e ai tanti incidenti domestici che li vedono coinvolti in vicende tal volta con esiti drammatici. Ma esistono anche moltissime situazioni di convivenza serena, in cui questi cani si rivelano compagni fedeli.
La sua fisicità muscolosa e forte, le mascelle grandi e possenti, lo sguardo penetrante e fiero, certo non aiutano a vedere in lui dolcezza, lealtà e giocosità.
Chi decide di prendere come animale domestico un Pit Bull, deve essere informato su come crescerlo per farlo diventare un cane equilibrato con le persone, alle quali per natura è fedelissimo, con i bambini e altri animali. Una buona dose di amore e pazienza, sono di certo ingredienti necessari, ma occorre anche la conoscenza specifica della razza. Pensare di offrire le stesse cure, attività, alimentazione e attenzioni a un Chihuahua come a un Maremmano, un Alano, un Dobermann o un Breton, significa ignorare le reali esigenze di ciascun cane, limitandone lo sviluppo e il benessere. Ogni razza ha bisogni particolari, legati al proprio DNA e alle caratteristiche psico-fisiche che la definiscono. I Pit Bull non fanno eccezione a questa regola e non si possono scegliere solo perché “vanno di moda”, “fanno scena” o semplicemente perché ci piacciono esteticamente.
Se queste sono le premesse, allora sarebbe meglio orientarsi su un criceto da accudire. Si incontrano troppe persone a passeggio con esemplari che non sono in grado di gestire. Il Pitbull, conosciuto più precisamente come American Pit Bull Terrier, non è un cane per tutti e per la sua forza e il suo temperamento vivace, richiede un proprietario responsabile, coerente e attento ad impostare fin da subito delle regole chiare, rinforzare i comportamenti positivi e non ricorrere mai a punizioni fisiche. Il vero problema, spesso, non è il cane ma la mano che gli tiene il guinzaglio.
Come si gestisce correttamente un Pit Bull? A rispondere è uno dei massimi esperti della specie a livello nazionale e internazionale, il Dottor Massimiliano Gusai, allevatore e giudice internazionale di American Pit Bull Terrier in standard UKC, addestratore ed educatore cinofilo
E’ giusto definire il Pit Bull una razza aggressiva?
L’ American Pit Bull Terrier ha un’aggressività intraspecifica (verso gli altri animali) molto elevata, ma nei confronti dell’uomo risulta tra i cani più affidabili, ed è per questo che viene addirittura sconsigliato come cane da guardia.
E’ vero che è una razza che nasce in laboratorio?
No, non è corretto dire che il Pit Bull sia una razza nata in laboratorio. Si tratta piuttosto di una razza selezionata dall’uomo attraverso accoppiamenti mirati tra Terrier e Molossi, con l’obiettivo di combinare la resistenza, la forza fisica e la determinazione dei Molossi con la vivacità e l’agilità dei Terrier. Questo processo di selezione è avvenuto nel tempo, attraverso pratiche di allevamento, e non in ambienti scientifici o sperimentali come potrebbe suggerire l’idea di ‘laboratorio.
Quali caratteristiche deve avere un buon proprietario di Pit bull?
Come per ogni razza, un buon proprietario deve essere consapevole e informarsi accuratamente sul tipo di cane con cui ha scelto di convivere. Quando si decide di prendere un Pit Bull, è sempre consigliabile rivolgersi a un allevatore serio e qualificato, verificando la presenza del pedigree, che deve essere puro: la purezza delle linee di sangue, infatti, contribuisce anche alla stabilità del carattere del cane, come ad esempio la non aggressività verso l’uomo. Prima di decidere, è opportuno accertarsi sia della tracciabilità del pedigree, sia dell’affidabilità dell’allevatore.
Quali errori commettono più spesso i proprietari nella gestione quotidiana?
Nel corso della mia lunga esperienza, ho spesso riscontrato una certa superficialità nella scelta di questa razza da parte di molte persone, che si avvicinano al Pit Bull senza informarsi adeguatamente sulle sue reali esigenze. Uno degli errori più comuni è l’eccessiva umanizzazione del cane: cercare di snaturarne l’indole per adattarlo a comportamenti più ‘umani’ può generare reazioni impreviste e difficili da gestire. Ogni razza ha caratteristiche specifiche che vanno conosciute, rispettate e valorizzate.
Ci sono segnali da osservare nel comportamento del cane per capire se ci stiamo muovendo nella direzione giusta e nel caso ci trovassimo in difficoltà, cosa dobbiamo fare?
Un cane, prima di arrivare a comportamenti aggressivi, manifesta quasi sempre dei segnali premonitori. Il problema è che chi è alle prime armi spesso non è in grado di riconoscerli oppure tende a giustificarli. Segnali come il pelo ritto, il mostrare i denti, la coda alta e tesa, insieme ad altri atteggiamenti, possono indicare un disagio o un’intenzione difensiva o offensiva. Quando un proprietario si accorge di segnali di aggressività che non riesce a gestire in autonomia, è fondamentale che si rivolga a professionisti qualificati, come educatori o addestratori cinofili. Purtroppo, quando ciò non avviene, ci si ritrova spesso con cani considerati ‘difficili’, che vengono abbandonati o portati nei canili. Questo è uno dei motivi per cui il numero di Pit Bull presenti nelle strutture di accoglienza continua a crescere.
Come gestire un Pit Bull durante una passeggiata?
Durante le passeggiate, il conduttore di un Pit Bull deve mantenere un elevato livello di attenzione. È importante prevenire situazioni potenzialmente problematiche, soprattutto in presenza di altri animali, poiché, come per qualsiasi cane dal temperamento forte, la gestione sicura passa sempre da una guida consapevole.
Quando un Pit Bull tende ad attaccare l’uomo?
È molto raro che un American Pit Bull Terrier puro manifesti aggressività verso l’uomo. Negli ultimi anni, però, si è diffusa la cattiva abitudine di far accoppiare soggetti senza alcun criterio o studio approfondito del pedigree. È importante ricordare che, sebbene questa razza non sia riconosciuta dalla FCI o dall’ENCI, possiede comunque uno standard ben definito. In Italia e all’estero, infatti, gli esemplari partecipano regolarmente a competizioni di bellezza e lavoro, i cui risultati vengono registrati nel pedigree. Questi dati sono fondamentali per valutare il grado di purezza della razza, sia dal punto di vista fenotipico (aspetto esteriore), sia genotipico (profilo genetico).
lL Pitbull è un cane estremamente energico e reattivo: quali attività consiglierebbe per rafforzare il legame con il proprietario e, allo stesso tempo, incanalare correttamente la sua energia?
Negli Stati Uniti, l’American Pit Bull Terrier è l’unica razza ad aver ottenuto con successo tutti i brevetti di lavoro esistenti, spaziando dalla ricerca di esplosivi alla pet therapy. Anche in Italia stanno nascendo i primi circuiti di obedience e di prove di lavoro, attività che permettono al cane di esprimere le proprie energie in modo costruttivo e rafforzano profondamente il legame con il proprietario.
Nel corso della mia esperienza, ho avuto modo di giudicare e partecipare a esposizioni con oltre 200 soggetti iscritti. In tutti questi anni non ho mai riscontrato episodi problematici legati al comportamento di questa razza. Questo perché i proprietari che decidono di intraprendere un percorso serio con il loro cane sono profondamente motivati: studiano, si formano e si impegnano con grande dedizione, spinti dal desiderio di valorizzare al meglio il nome e la reputazione dell’American Pit Bull Terrier.”
Ci sono delle differenze caratteriali tra un esemplare maschio e uno femmina?
Sì. Le femmine, non solo in questa razza, sono sempre le più gestibili e quelle che apprendono più facilmente sia l’addestramento che la semplice obbedienza mentre il maschio, come d’altronde nell’essere umano, rimane più giocherellone.