Papa Francesco, il pastore che l’America non ha seguito

Dalle alte sfere della politica alle navate delle chiese americane, il lutto per la scomparsa del Pontefice argentino si mescola a riflessioni sulle frizioni che ne hanno segnato il rapporto con una parte del cattolicesimo USA
Washington, 22 aprile 2025 ⎻ La notizia della morte di Papa Francesco, benché attesa dopo il peggioramento delle sue condizioni di salute, ha attraversato l’Atlantico suscitando negli Stati Uniti reazioni contrastanti. Dalle alte sfere della politica alle navate delle chiese americane, il lutto per la scomparsa del Pontefice argentino si mescola a riflessioni sulle frizioni che ne hanno segnato il rapporto con una parte del cattolicesimo USA. Il secondo presidente cattolico della storia americana, Joe Biden, ha espresso cordoglio definendo Francesco “uno dei leader più influenti del nostro tempo… il Papa del popolo: una luce di fede, speranza e amore” . E mentre molti fedeli comuni pregano per “il Papa di tutti” ricordandone l’empatia verso ultimi e dimenticati, dagli ambienti cattolici più conservatori affiorano reazioni più tiepide, segnate da un’antica difficoltà di sintonia con il suo magistero.
L’ala conservatrice e un rapporto difficile
Nella Chiesa statunitense, specialmente nei settori tradizionalisti e conservatori, Papa Francesco ha incontrato non poche resistenze. Sin dai primi anni, alcuni commentatori lo accusavano di seminare confusione dottrinale: “Dà l’impressione di cambiare insegnamenti che non possono essere cambiati… sta seminando confusione su ciò in cui crediamo”, denunciava ad esempio Steve Skojec, fondatore di un blog cattolico tradizionalista, già nel 2015 . Sul versante liturgico, la stretta di Francesco sulla Messa in latino – con il motu proprio Traditionis Custodes nel 2021 – ha esacerbato questi ambienti: l’intellettuale George Weigel bollò il provvedimento come “teologicamente incoerente, pastoralmente divisivo, inutile e crudele” . Non sono mancati momenti di scontro aperto. Alcuni esponenti ultra-conservatori arrivarono perfino a mettere in discussione la sua legittimità: il vescovo texano Joseph Strickland (poi rimosso dal Vaticano) lo accusò di diffondere “messaggi falsi [che vengono] costantemente dal Vaticano sotto la guida di Papa Francesco” , spingendosi a definirlo un “usurpatore” del seggio di Pietro – parole gravissime che testimoniano la portata dello strappo in atto.
Tale difficile rapporto affonda le radici nelle divergenze di visione tra Francesco e parte del cattolicesimo americano su temi dottrinali e socio-politici. Il Pontefice gesuita ha posto forte accento sulla misericordia pastorale verso divorziati risposati e persone LGBT, irritando chi temeva cedimenti sui principi. Ha richiamato la Chiesa a uscire dalle “trincee ideologiche” dei cosiddetti “culture wars”, suscitando però sospetti in chi vedeva in quel cambio di tono un annacquamento della dottrina morale tradizionale. Inoltre, le invettive di Francesco contro l’economia dell’esclusione, il capitalismo sfrenato e l’indifferenza verso il cambiamento climatico hanno incontrato freddezza tra i cattolici USA più vicini a posizioni politiche conservatrici. Non a caso, alcuni lo etichettavano sprezzantemente “il papa comunista” – un’accusa che Francesco rispediva al mittente, notando con una punta di ironia che stava ribadendo sulla giustizia sociale le stesse parole di San Giovanni Paolo II, venerato proprio dai conservatori come un’icona . Col passare degli anni, questo sottile dissidio interno è divenuto impossibile da ignorare, al punto che lo stesso Francesco ne parlò apertamente. Nel 2019 ammise di pregare affinché “il dissenso dei conservatori americani non porti a uno scisma”, pur avvertendo di non averne paura . E in un’intervista del 2024 ha criticato l’atteggiamento di certi suoi oppositori statunitensi definendolo “un atteggiamento suicida”, cioè chiuso e incapace di vedere oltre le proprie fissazioni.
Come ha reagito la Chiesa americana
Alla notizia della morte di Francesco, la Chiesa americana ha reagito ufficialmente con unità e rispetto, almeno in superficie. I vescovi degli Stati Uniti hanno invitato alla preghiera per il Papa e ricordato con gratitudine il suo servizio. L’arcivescovo di Los Angeles José H. Gomez, già presidente della Conferenza Episcopale USA, ha lodato “i tanti gesti di premura pastorale” che Francesco ha riservato alla comunità di Los Angeles e ha spronato i fedeli a onorare la sua eredità proseguendone le battaglie: “dobbiamo continuare a servire i poveri, i migranti e tutti coloro che sono ai margini… perseverare nella cura della nostra casa comune… e costruire un mondo che rispetti la dignità di ogni vita umana nella pace e nella fraternità” . Parole che riecheggiano le priorità del pontificato bergogliano – dalle periferie esistenziali all’ecologia integrale – e sottolineano come quelle sfide restino aperte. Anche figure inizialmente critiche hanno deposto le armi dinanzi alla morte del Papa: nei comunicati ufficiali il tono è stato di riconoscimento e preghiera, senza polemiche. Tuttavia, leggendo tra le righe, alcuni commentatori notano come certi ambienti tradizionalisti vivano questo momento con un velo di distacco. “Si prega per la sua anima, ma in molti attendono già il prossimo conclave sperando in un cambio di rotta”, ha osservato a mezza voce un editorialista conservatore americano. Il rispetto istituzionale non cancella infatti le tensioni del passato: anche nel cordoglio, la Chiesa statunitense appare in parte divisa su come valutare Francesco.
L’eredità di Francesco per il cattolicesimo USA
Oltre all’emozione del momento, la scomparsa di Papa Francesco pone interrogativi sul significato politico e spirituale del suo pontificato per la Chiesa negli Stati Uniti. Politicamente, Francesco lascia un segno indelebile ma controverso. Da un lato ha galvanizzato l’ala progressista cattolica americana, incoraggiandola a spostare l’enfasi dalle battaglie bioetiche alla giustizia sociale, all’accoglienza dei migranti, alla custodia del creato. Il suo magistero sociale – dall’enciclica Laudato Si’ sul clima alle vibranti omelie contro la “cultura dello scarto” – ha dato voce a istanze care ai cattolici impegnati nel sociale e ha persino influenzato il dibattito pubblico USA ben oltre la Chiesa. Durante la sua visita del 2015, il Papa parlò al Congresso degli Stati Uniti richiamando “l’urgenza della solidarietà globale, affinché tutti possano vivere in modo degno” , strappando applausi bipartisan. E un presidente democratico come Biden ha trovato in lui un alleato spirituale su temi quali il cambiamento climatico o la lotta alla povertà. Dall’altro lato, però, la stessa agenda di Francesco è stata vissuta come “problematica” dai cattolici vicini ai conservatori politici. La sua opposizione alla pena di morte, le critiche al liberismo economico e la moderazione sui toni riguardo ad aborto e matrimonio omosessuale lo hanno reso una figura talora scomoda nell’arena politica americana polarizzata. Alcuni esponenti cattolici nel Partito Repubblicano – pur esprimendo cordoglio per la sua morte – non nascondono in privato la speranza che il prossimo Papa sia più in sintonia con le loro priorità (difesa più strenua della dottrina su vita e famiglia, meno interventi su temi climatici o migratori). In questo senso, la fine dell’era Francesco apre una fase di incertezza: il conclave che eleggerà il suo successore è atteso con trepidazione dalle fazioni ecclesiali USA, consapevoli che dal prossimo pontificato dipenderà anche l’orientamento futuro della Chiesa nel Paese.
In definitiva, l’America cattolica saluta Papa Francesco con un misto di rimpianto e sollievo, di ammirazione e sollievo. Il suo pontificato ha sfidato la Chiesa degli Stati Uniti a uscire dalla propria comfort zone, a guardarsi nello specchio del Vangelo con occhi nuovi. Per milioni di fedeli è stato un pastore amato, capace di parlare al cuore più che alla dottrina, un “Papa per tutti” come lo ha definito Biden . Per altri è stato un enigma, un agente di cambiamento che li ha lasciati inquieti. Ora la sua morte chiude un capitolo storico. Resta da vedere se le divisioni emerse in questi anni si ricomporranno in unità attorno al suo successore, o se l’onda lunga delle tensioni perdurerà. Nel frattempo, dagli Stati Uniti sale un coro variegato: Requiescat in pace, Papa Francesco. E, tra le righe, la preghiera che la Chiesa che lui ha guidato sappia far tesoro delle sue parole andando oltre le divisioni, verso quella “cultura dell’incontro” che è stata il filo rosso del suo insegnamento. (Foto/congress.gov)
Lorenzo Contigliozzi ⎻ corrispondente dagli Stati Uniti.
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