Muri, clima e migranti: i gran rifiuti di Francesco a Trump

Il Presidente che ha costruito la propria ascesa sul culto della personalità, sbarcherà a Roma per rendere omaggio all’unico leader globale che non si è mai piegato a lui
Washington, 23 aprile 2025 – Donald Trump sbarcherà a Roma per i funerali di Papa Francesco. È una scena carica di ironia: il presidente che ha costruito la propria ascesa sul culto della personalità oggi rende omaggio all’unico leader globale che non si è mai piegato a lui. Trump stesso lo riconosce nel messaggio di cordoglio sui social: “May God bless him and all who loved him” . In questo paradosso – l’uomo di potere che china il capo davanti al Pontefice che lo sfidò – si chiude un capitolo emblematico dei nostri tempi. Se ne apre un altro, però. Molto più incerto.
Trump-Bergoglio, valori agli antipodi
I due protagonisti hanno incarnato visioni opposte su quasi ogni tema fondamentale.
• Migrazioni: Francesco ha fatto dei migranti una priorità morale, mentre Trump ha innalzato barriere. Il Papa avvertì che “chi costruisce muri… non è cristiano”, bollando come “immorale” la pratica di separare le famiglie migranti.
• Clima: Papa Bergoglio, autore dell’enciclica Laudato Si’, ha sostenuto l’Accordo di Parigi sul clima. Trump invece ha liquidato il riscaldamento globale come “una bufala inventata dai cinesi” e ha ritirato gli USA da Parigi, decisione definita dal Vaticano “un disastro per l’umanità”.
• Economia e disuguaglianze: Francesco invoca un’economia dal “volto umano” e il superamento delle disuguaglianze per il bene comune . Invece l’amministrazione Trump ha imposto pesanti tagli al welfare – l’esatto opposto dell’appello.
Scontri frontali
Le divergenze si sono presto trasformate in scontri pubblici. Nel febbraio 2016 Papa Francesco, di ritorno dal Messico, commentò la promessa di Trump di costruire un muro al confine: “Una persona che pensa di fare muri non è cristiana”. Il tycoon replicò accusando il Papa di fare politica e definendo “vergognoso” metterne in dubbio la fede.
Nel maggio 2017 Trump incontrò il Pontefice in Vaticano. Bergoglio regalò al presidente tre testi, tra cui l’enciclica Laudato Si’, sottolineando la “cura della casa comune” – un messaggio eloquente, dato lo scetticismo climatico dell’ospite. Pochi giorni dopo Trump annunciò il ritiro americano dall’Accordo di Parigi, mossa bollata in Vaticano come “disastro per l’umanità”. Francesco non arretrò: nel 2018 definì “immorale” la linea di separare i bambini migranti dai genitori, ribadendo che “il populismo non è la risposta” alla crisi delle migrazioni.
L’unico leader che non ha ceduto
In un mondo in cui molti leader si sono mostrati accomodanti con Trump, Papa Francesco si è distinto per la sua incrollabile coerenza. Mentre altri capi di Stato erano più malleabili, il Pontefice argentino non ha mai sacrificato i propri valori per ingraziarsi l’inquilino della Casa Bianca. Vaticano e Washington sono così diventati simbolicamente “due poli alternativi” nell’affrontare le sfide globali: da un lato cooperazione internazionale e difesa degli ultimi, dall’altro nazionalismo populista. Nel tributo finale di Trump al Papa scomparso, questo contrasto esplode con forza simbolica. Un epilogo che suggella la vittoria postuma dei princìpi sulle logiche del potere. (Foto/va.usembassy.gov)
Lorenzo Contigliozzi, corrispondente dagli Stati Uniti.
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