
La storia geologica affascinante che riguarda l’antico corso sepolto sotto metri di sedimenti
Fiumicino, 26 aprile 2025 – Dietro l’aspetto pianeggiante e urbanizzato di Fiumicino di oggi si cela una storia geologica affascinante, raccontata dal Foglio 386 “Fiumicino” della Carta Geologica d’Italia, realizzato dal Servizio Geologico d’Italia (ISPRA) in collaborazione con La Sapienza e la Regione Lazio. Siamo in presenza di una delle aree deltizie più importanti d’Italia, seconda solo al delta del Po. Un territorio complesso, stratificato da decine di migliaia di anni di sedimenti fluviali e marini, modellato dalle variazioni del livello del mare e dagli spostamenti del Tevere.
La superficie su cui poggia la città di Fiumicino è composta prevalentemente da sabbie e limi fluvio-marini recenti, depositati negli ultimi 10.000 anni. Il colore giallo pallido nella legenda indica i depositi sabbiosi della piana deltizia attuale, molto permeabili, che rappresentano un terreno favorevole per l’agricoltura ma anche esposto a rischi di subsidenza ed esondazione. Più in profondità si trovano argille e torbe, risalenti all’epoca post-glaciale, che testimoniano antichi ambienti lagunari e palustri. Sono queste le zone più delicate, perché contengono elevate quantità di acqua e materiale organico decomposto.
Una delle scoperte più curiose e meno note riguarda la paleo-valle del Tevere, cioè l’antico corso del fiume, sepolto sotto metri di sedimenti. Grazie a un sondaggio profondo 100 metri, effettuato nel 2008, gli scienziati sono riusciti a “seguire” il vecchio alveo fino a mare aperto, dimostrando come il fiume, durante le fasi glaciali, scorresse in una valle molto più profonda e lontana dalla costa attuale.
Questa valle fossile è visibile anche nella carta geologica grazie all’integrazione tra dati sismici, analisi di laboratorio, carotaggi e immagini aeree d’epoca. Una vera indagine da detective del sottosuolo.
La parte a mare del Foglio 386 è altrettanto interessante. Qui il fondale marino conserva strati di sabbie e fanghi che si sono accumulati negli ultimi millenni, ma anche tracce di antichi cordoni dunari sommersi, oggi coperti da pochi metri d’acqua. L’uso di tecnologie sismiche ad alta risoluzione ha permesso di leggere questi sedimenti come pagine di un libro: ogni strato racconta un periodo della storia climatica e ambientale del Mediterraneo centrale.
Questa grande ricchezza geologica porta con sé anche delle fragilità. Una parte significativa dell’abitato di Fiumicino è sotto il livello del mare e soggetta a fenomeni di subsidenza naturale, ovvero l’abbassamento progressivo del suolo. A ciò si aggiunge l’innalzamento del livello marino dovuto ai cambiamenti climatici. La carta geologica, dunque, è anche uno strumento prezioso per pianificare il futuro: serve per proteggere il territorio, individuare aree a rischio, gestire le acque e orientare l’urbanizzazione. Sapere che sotto la nostra casa ci sono antichi letti di fiume, dune fossili, torbe, gusci di foraminiferi e resti di antichi paesaggi costieri ci restituisce un senso profondo del tempo.
Ogni metro quadrato di Fiumicino è la somma di processi naturali che durano da decine di migliaia di anni. Il Foglio Geologico 386, oltre a essere uno strumento tecnico (nella sua fredda e davvero poco empatica nomenclatura), è in realtà un racconto affascinante di ciò che non vediamo. Un invito a guardare sotto i nostri piedi per capire meglio chi siamo, da dove veniamo… e dove potremmo andare.