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Papa Francesco, Parolin: “Solo il perdono costruisce un mondo nuovo”

27 aprile 2025 | 16:54
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Papa Francesco, Parolin: “Solo il perdono costruisce un mondo nuovo”

Nel secondo Novendiale, il cardinale invita a rendere viva l’eredità del Pontefice, testimoniando misericordia e speranza.

Roma, 27 aprile 2025 – Una giornata di sole, una piazza gremita di giovani, un abbraccio ancora vivo verso Papa Francesco. A Roma, nella seconda domenica di Pasqua, dedicata alla Divina Misericordia, la celebrazione del secondo Novendiale ha un sapore intenso di commozione e speranza. Il cardinale Pietro Parolin, nell’omelia, invita a non lasciare che l’affetto per il Pontefice si fermi all’emozione del momento: l’eredità di Francesco deve trasformarsi in vita vissuta nella misericordia.

La misericordia come cuore del pontificato di Francesco

Sotto il cielo limpido di Roma, Parolin ha ripercorso uno dei tratti fondamentali del magistero di Papa Francesco: la misericordia come forza che guida la Chiesa. “La misericordia – ha ricordato – è il nome stesso di Dio”, e nessuno può porre limiti all’amore del Padre. Francesco ha fatto della tenerezza verso i più deboli e del perdono il cuore della sua intensa attività apostolica, indicando a tutti la strada per una nuova umanità.

La pace nasce solo dal perdono reciproco

Nel suo intervento, il cardinale ha ribadito l’insegnamento centrale del Pontefice: senza misericordia non può esistere la pace. “Papa Francesco – ha detto Parolin – ci ha ricordato che non può esserci pace senza riconoscere l’altro, senza l’attenzione ai più fragili e, soprattutto, senza imparare a perdonarci reciprocamente”. Un messaggio che suona come un testamento spirituale, affidato ai fedeli riuniti davanti alla Basilica di San Pietro.

Giovani protagonisti della speranza

In una piazza animata da circa 200 mila adolescenti arrivati per il Giubileo, il volto della Chiesa appariva giovane e sorridente. Parolin si è rivolto a loro con affetto particolare: “La gioia pasquale – ha sottolineato – è impressa nei vostri volti”. Ai ragazzi ha ricordato l’importanza di affrontare con coraggio le sfide del presente, come quelle poste dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, affidandosi all’amore di Gesù Cristo, vera speranza per il futuro.

Costruire relazioni fondate sull’amore

Il cardinale ha insistito sull’urgenza di riscoprire un rapporto nuovo con Dio, fondato non su regole umane ma sulla certezza di essere amati senza condizioni. Solo così, ha spiegato, è possibile vivere relazioni autentiche, basate sul dialogo e sulla capacità di perdonare. “Solo la misericordia – ha detto – guarisce, crea un mondo nuovo e spegne i fuochi della diffidenza e della violenza”.

Lo smarrimento dopo la scomparsa del Pontefice

Parolin ha paragonato il senso di tristezza per la morte di Papa Francesco allo smarrimento vissuto dagli apostoli dopo la morte di Gesù. Un dolore profondo, che tuttavia non spegne la luce della Risurrezione. “La gioia pasquale – ha evidenziato – sostiene anche oggi la nostra fede, nella consapevolezza che l’amore vince ogni morte”.

L’abbraccio di Francesco dal Cielo

Nelle parole finali dell’omelia, un pensiero affettuoso ai dipendenti vaticani e a tutti i fedeli: “Papa Francesco – ha detto Parolin – rivolge il suo abbraccio dal Cielo”. L’ultimo saluto è stato affidato a Maria, tanto amata dal Pontefice, ora sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore. “Lei – ha concluso – vegli sulla Chiesa e accompagni il cammino dell’umanità nella pace e nella fraternità”.

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