Per rimediare alle lacune sul tema, qui di seguito trovi delle informazioni utili su come funziona un alimentatore, cosa fa e perché è così importante.
A volte capita di dover acquistare un alimentatore e di non avere la minima idea di quale scegliere: ce ne sono talmente tanti e sono tutti così diversi, ma noi ne sappiamo poco.
Eppure, gli alimentatori occupano un posto fondamentale nella vita dell’uomo moderno: senza di loro, infatti, nessun dispositivo che richiede una ricarica periodica o una connessione costante alla rete elettrica potrebbe funzionare.
Per rimediare alle lacune sul tema, qui di seguito trovi delle informazioni utili su come funziona un alimentatore, cosa fa e perché è così importante.
Cosa sono gli alimentatori
Esistono migliaia di modelli diversi di alimentatore (puoi vederne alcuni cliccando qui), ma tutti servono esattamente alla stessa cosa: come dice la parola stessa, gli alimentatori sono speciali strumenti elettronici che permettono di ottenere la tensione necessaria per l’alimentazione di un determinato dispositivo.
Facciamo un esempio. All’interno della rete elettrica nazionale, l’elettricità circola sotto forma di corrente alternata: un formato con andamento ondulatorio ad alta tensione che le permette di percorrere agevolmente lunghe distanze in breve tempo.
Ciò nonostante, molti dispositivi e macchinari che siamo soliti usare, come quelli dotati di una batteria ricaricabile, hanno bisogno di una corrente continua con tensione stabile per funzionare correttamente. Ed è qui che entra in gioco l’alimentatore che trasforma la corrente alternata (CA) della rete in corrente continua (CC).
Le caratteristiche di un alimentatore
Tutti gli alimentatori hanno due caratteristiche principali che devono essere tenute in considerazione durante la scelta e l’acquisto: la tensione in uscita e la potenza nominale. Vediamole un po’ più nel dettaglio.
Come detto poco fa, la stragrande maggioranza dei dispositivi elettronici è progettata per funzionare da fonti di corrente continua e gli alimentatori più comuni sono proprio quelli che consentono di ottenerla come tensione in uscita, quando quella in ingresso è alternata.
Pensiamo alle unità elettroniche integrate nei PC, ai caricabatterie per cellulari e altri gadget, alle strisce LED e ai dispositivi di produzione e amplificazione del suono, ecc. Tutti questi funzionano grazie a un alimentatore interno o esterno.
Chiaramente, la tensione necessaria per il funzionamento di questi prodotti non è sempre la stessa: varia. Per ricaricare tablet e smartphone servono alimentatori con una tensione in uscita di 5V, mentre un laptop ha bisogno di almeno 16V o 19V e ne servono ancora di più per i dispositivi della smart home, ad esempio le strisce LED da 24V dell’impianto di illuminazione.
La potenza nominale, invece, si riferisce al valore massimo che l’alimentatore è in grado di fornire continuamente indipendentemente dalla tensione e dalla temperatura di ingresso.
Questo valore è importante soprattutto per i dispositivi che devono funzionare per molto tempo, come i computer. Maggiore è il carico di lavoro a cui viene sottoposta la macchina, maggiore sarà la potenza necessaria per garantirne il corretto funzionamento; non è quindi un caso che questo valore venga indicato sulle confezioni degli alimentatori!
Tipi di alimentatori
A seconda del metodo di conversione della tensione in entrata, gli alimentatori possono essere suddivisi in trasformatori (che lavorano sulla corrente alternata) e alimentatori switching o “ad impulsi” (che creano quella continua).
A dir la verità, i trasformatori sono ormai una rarità e possono essere rinvenuti solamente nei dispositivi elettronici più vecchi, oppure nei grandi macchinari a uso industriale. I loro svantaggi includono dimensioni significative, peso elevato e bassa efficienza (a causa di elevate perdite termiche). Il loro unico vantaggio è la semplicità.
Al contrario, gli alimentatori switching sono leggeri, hanno delle dimensioni contenute e, soprattutto, un basso consumo energetico. Bisogna però tenere in considerazione che questi alimentatori presentano un circuito molto complesso che comprende un grande numero di componenti. Ciò influisce sul costo finale del dispositivo.