Le normative italiane impongono standard stringenti per la gestione di queste sostanze, disciplinando ogni fase, dallo stoccaggio al trasporto fino al trattamento finale
Lo smaltimento sicuro dei rifiuti e dei prodotti di scarto liquidi rappresenta da sempre una sfida complessa per gli stabilimenti industriali di qualunque tipologia e dimensione. I liquidi derivanti dai processi produttivi possono avere un elevato potenziale inquinante e, se non gestiti correttamente, possono comportare gravi danni ambientali, a cui per le imprese si sommano anche i rischi legali e le potenziali sanzioni.
Le normative italiane impongono standard stringenti per la gestione di queste sostanze, disciplinando ogni fase, dallo stoccaggio al trasporto fino al trattamento finale.
Per comprendere l’importanza di una corretta gestione, occorre partire dalla classificazione dei rifiuti liquidi.
Secondo la normativa italiana, che segue le direttive europee, i rifiuti industriali liquidi vengono distinti principalmente in:
Rifiuti pericolosi. Contengono sostanze chimiche tossiche, corrosive o infiammabili. Rientrano in questa categoria gli oli minerali esausti, i solventi e i reflui contaminati da metalli pesanti.
Rifiuti non pericolosi. Hanno un minore impatto ambientale ma richiedono comunque un trattamento adeguato, come nel caso delle acque di lavorazione.
Ogni tipo di rifiuto viene identificato con un Codice Europeo dei Rifiuti (CER), che facilita la gestione e lo smaltimento adeguato da parte delle aziende e degli impianti specializzati.
Una delle chiavi per garantire la corretta gestione dei rifiuti liquidi è la formazione del personale. Operatori non qualificati o impreparati possono commettere errori che portano a sversamenti, inquinamento o danni alle attrezzature.
La normativa italiana impone che tutto il personale coinvolto nella gestione dei rifiuti riceva una formazione specifica sui rischi associati alle sostanze trattate e sulle procedure di sicurezza da adottare. Rientrano nei temi obbligatoriamente oggetto di formazione:
Identificazione corretta del rifiuto in base al CER
Conoscenza dei dispositivi di protezione individuale (DPI)
Utilizzo sicuro delle attrezzature per il trasporto e lo stoccaggio
Procedure di emergenza in caso di sversamenti o incidenti
La formazione continua è obbligatoria poiché le normative e le tecnologie per la gestione dei rifiuti sono in costante evoluzione. Inoltre, gli operatori devono essere in grado di riconoscere eventuali criticità nel ciclo di smaltimento e agire tempestivamente per evitare danni.
Lo stoccaggio dei rifiuti liquidi, soprattutto quelli pericolosi, deve rispettare criteri rigidi per prevenire rischi di contaminazione ambientale. Uno degli strumenti più utilizzati a questo scopo è la vasca antisversamento/di contenimento in plastica, un dispositivo essenziale per la sicurezza dei siti di stoccaggio. Queste vasche offrono una barriera di contenimento per eventuali perdite dai contenitori principali (come fusti o cisternette), impedendo che i liquidi raggiungano il suolo o le acque superficiali.
Le vasche antisversamento si distinguono per una serie di caratteristiche tecniche:
Materiale resistente. Realizzate in polietilene ad alta densità (HDPE), offrono un’elevata resistenza chimica, adatta a contenere rifiuti acidi, basi forti e oli. Il polietilene garantisce una lunga durata e resistenza all’usura e alle sollecitazioni meccaniche.
Capacità di contenimento. Le vasche devono essere dimensionate in modo da contenere almeno il 100% del volume del più grande dei serbatoi stoccati o il 110% del totale dei liquidi immagazzinati, come previsto dalla normativa. Ciò consente di prevenire sversamenti accidentali anche in caso di rottura completa di un contenitore.
Resistenza agli agenti atmosferici. Il design delle vasche antisversamento deve garantire protezione anche in ambienti esterni, esposti a pioggia o condizioni climatiche estreme.
L’utilizzo delle vasche antisversamento non è sempre facoltativo. In alcuni contesti, la normativa impone l’obbligatorietà di tali dispositivi, soprattutto per il trattamento di rifiuti liquidi altamente pericolosi o infiammabili. In particolare:
nelle aree di stoccaggio temporaneo di oli esausti o solventi.
In prossimità di fonti d’acqua o zone soggette a rischio idrogeologico, dove uno sversamento accidentale potrebbe contaminare falde acquifere o corsi d’acqua.
In impianti chimici o petrolchimici, dove vengono trattati volumi elevati di liquidi pericolosi.
Le vasche in plastica antisversamento rappresentano un elemento obbligatorio anche in molte procedure di certificazione ambientale, come quelle previste dalla normativa ISO 14001, che regola i sistemi di gestione ambientale nelle aziende.
Il Decreto Legislativo 152/2006(Norme in materia ambientale) è il punto di riferimento principale per la gestione dei rifiuti liquidi in Italia. Tale decreto stabilisce le modalità di classificazione, stoccaggio e trasporto dei rifiuti, nonché le responsabilità delle imprese. I principali obblighi per le aziende comprendono:
Identificazione e classificazione corretta dei rifiuti prodotti.
Registrazione di ogni movimentazione di rifiuti tramite il Registro di Carico e Scarico e il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR), che garantiscono la tracciabilità dal produttore all’impianto di smaltimento.
Utilizzo di impianti autorizzati per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti.
Il mancato rispetto delle normative comporta sanzioni severe, che possono includere multe fino a 100.000 euro e, in caso di reati ambientali gravi, anche l’arresto dei responsabili.
Il trasporto dei rifiuti liquidi, soprattutto quelli pericolosi, è regolamentato dal Regolamento ADR, che disciplina il trasporto di merci pericolose su strada. Le aziende che effettuano questo tipo di trasporto devono rispettare specifiche misure di sicurezza, che comprendono:
Utilizzo di contenitori certificati. I fusti e le cisternette devono essere resistenti a urti e sollecitazioni e conformi agli standard ADR per garantire la sicurezza durante il trasporto.
Documentazione completa. Ogni carico deve essere accompagnato dal FIR, che consente di tracciare il percorso del rifiuto fino al suo smaltimento o recupero.
Formazione dei conducenti. Chi trasporta rifiuti liquidi pericolosi deve ricevere una formazione specifica sulle misure di sicurezza da adottare durante il trasporto e sulle procedure di emergenza in caso di incidenti.
Le aziende che gestiscono rifiuti liquidi devono conformarsi non solo alle normative ambientali ma anche a standard internazionali di sicurezza e qualità.
Le certificazioni più rilevanti includono
ISO 14001: garantisce che l’azienda adotti un sistema di gestione ambientale conforme agli standard internazionali. Questa certificazione richiede l’adozione di misure preventive per evitare sversamenti e inquinamento, inclusi l’utilizzo di vasche antisversamento e sistemi di monitoraggio.
OHSAS 18001/ISO 45001: regolamentano la sicurezza dei lavoratori, inclusi quelli coinvolti nella gestione dei rifiuti pericolosi. La formazione e la dotazione di DPI adeguati sono requisiti fondamentali.
Oltre alle vasche antisversamento, esistono numerose tecnologie che semplificano e migliorano la sicurezza nella gestione dei rifiuti liquidi.
Sistemi di rilevazione perdite, sensori che monitorano in tempo reale eventuali sversamenti da serbatoi e contenitori.
Serbatoi di stoccaggio con doppia parete, utilizzati per contenere rifiuti pericolosi, offrono un ulteriore livello di sicurezza in caso di perdite accidentali.
Lo smaltimento sicuro dei rifiuti liquidi rappresenta una responsabilità fondamentale per le aziende. Attraverso l’adozione di strumenti adeguati, come le vasche antisversamento in HDPE, e l’investimento nella formazione del personale, le imprese possono prevenire rischi ambientali e assicurarsi di operare in conformità con la legge. La corretta gestione di questi rifiuti non solo tutela l’ambiente, ma preserva la reputazione aziendale e riduce il rischio di pesanti sanzioni.