L’amore che gli italiani provano nei confronti della pasta è chiaro e lampante, ma forse non tutti sanno che questo piatto è noto e apprezzato anche all’estero
sullo stesso livello di quest’altro piatto emblematico del Belpaese.
Semplice, veloce da preparare e con infinite combinazioni possibili per quanto riguarda il condimento, la pasta è praticamente il pranzo quotidiano di ogni italiano o quasi, e anche se si mangia sempre la stessa cosa, in realtà, ogni giorno si assapora un piatto totalmente diverso da quello del giorno prima.
L’amore che gli italiani provano nei confronti della pasta è chiaro e lampante, ma forse non tutti sanno che questo piatto è noto e apprezzato anche all’estero. In particolare, alcuni piatti di pasta sono partiti dall’Italia e hanno raggiunto tutto il mondo, diffondendosi come esempio della nostra cucina e dei nostri sapori, genuini e incredibilmente ricercati nella loro semplicità. Ma quali sono le versioni che più hanno colpito il resto del mondo?
Ecco i 3 piatti di pasta più famosi, in Italia ma soprattutto all’estero!
Impossibile non mettere la carbonara al primo posto di questa top 3. Sono molti i piatti italiani che hanno fatto il giro del globo e conquistato il cuore di ogni Paese, come i 5 classici dolci italiani della domenica, la pizza e il gelato. La carbonara è uno di questi e, anzi, è una sorta di ossessione per moltissime persone straniere, al punto che è stato istituito il Carbonara Day, una festa celebrativa per questo piatto di pasta che cade il 6 aprile di ogni anno.
Per i più precisi e tradizionalisti, la carbonara prevede l’utilizzo di soli 5 ingredienti: pasta, uova, pecorino, pepe e guanciale. Tralasciando le diverse scuole di pensiero che dividono chi utilizza il guanciale da chi, invece, preferisce la pancetta, la carbonara è un piatto estremamente semplice che è stato in grado di conquistare davvero chiunque. Soprattutto all’estero, la cultura della carbonara viene portata avanti con grande convinzione, anche se purtroppo molto spesso nei confronti del piatto di pasta sbagliato: quella che nel resto del mondo chiamano carbonara, non si sa sempre cos’è davvero. A volte tra gli ingredienti compare la panna ma questo, ed è tutto dire, è solo il male minore. Si trovano carbonare con i pomodori affumicati, con i funghi o addirittura con il formaggio spalmabile per rendere la crema più pastosa: insomma, le “storpiature” di questo piatto sono all’ordine del giorno.
Non si conoscono chiaramente le origini di questo piatto, anche se ci sono due ipotesi molto accreditate. La prima sostiene che la carbonara nasca dall’unione della pasta italiana con la “Razione K” dei soldati americani, che consisteva in bacon e tuorlo d’uovo in polvere. Questo farebbe della carbonara, in realtà, un piatto italo-americano. La seconda ipotesi, invece, è che la carbonara sia nata per mano dei carbonai appenninici, che la preparavano con ingredienti che riuscivano a reperire con facilità. Di conseguenza il suo nome potrebbe derivare proprio dai carbonai – carbonari in romanesco – oppure dal colore nero che prende il piatto a causa della grande quantità di pepe. In questo caso, comunque, la carbonara potrebbe essere considerata come l’evoluzione della “cacio e ova” tipica di Lazio e Abruzzo, ma anche come una versione più ricca della “cacio e pepe”.
Si tratta sempre di un piatto di pasta, anche se all’aspetto sembra qualcosa di molto più ricco ed elaborato: parliamo delle lasagne alla bolognese, il tipico piatto della domenica a casa della nonna o, per molte regioni italiane, la prima portata del pranzo di Natale.
Si tratta di una tra le più antiche versioni della pasta in Italia e il nome di questo piatto deriva dalla parola latina “lasanum”, che indicava un contenitore di uso comune in cucina. Oggi la parola “lasagne” indica qualsiasi tipo di preparazione a base di sfoglie di pasta e altri ingredienti, a seconda della versione, ma sicuramente le lasagne alla bolognese sono state capaci di conquistare tutto il mondo. Basti pensare ai riconoscimenti che hanno raccolto da parte del New York Times.
Anche in questo caso, vi è una ricetta tradizionale a cui gli italiani – e i bolognesi in particolar modo – tengono molto, e prevede la sovrapposizione di sfoglie di pasta, ragù alla bolognese e besciamella per almeno quattro strati. Non tutti sanno, inoltre, che la ricetta originale prevede che le sfoglie di pasta siano di colore verde, perché nella loro preparazione – rigorosamente fatta a mano – sono previsti anche gli spinaci tra gli ingredienti classici.
In generale, comunque sia, le lasagne alla bolognese sono diventate così famose grazie alla presenza, nella loro preparazione, di uno dei sughi più amati dell’Italia: il ragù. Per lo stesso motivo, all’estero sono molto apprezzate anche le tagliatelle al ragù che, per inciso, sono tipiche sempre dell’Emilia Romagna.
Concludiamo questa top 3 con le trofie al pesto, un semplice ma ricco piatto della tradizione genovese.
Anche se un ligure ci terrebbe a specificare che in realtà si usano le trenette con il pesto, in realtà nel mondo il piatto è noto nella versione che prevede l’uso delle trofie, forse perché più reperibili fuori dalla zona.
Il pesto alla genovese è uno dei condimenti italiani più famosi al mondo, a causa anche degli spostamenti degli equipaggi mercantili, che partivano dal porto di Genova per raggiungere destinazioni lontane, come gli Stati Uniti e l’Argentina; nella città di Buenos Aires, ad esempio, è presente un quartiere genovese, chiamato “La Boca”.
Ad ogni modo, il fascino del basilico pestato a mano all’interno del tipico mortaio ha portato grande fama alla cucina italiana, e in particolare alla tradizione ligure.
Le trofie al pesto sono un semplice piatto di pasta fresca dalla classica forma di gnocchetto allungato e sottile, “affogate” in un mare di pesto di basilico e pinoli (e non di noci) rigorosamente fatto a mano, più spesso dalla nonna “alla vecchia maniera”. I puristi, in questo frangente, si mettono ancora oggi a preparare il pesto minuziosamente a mano, muniti di mortaio, pestello e pazienza, e rifiutando l’utilizzo del frullatore a mano a immersione, il cui calore potrebbe modificare la purezza degli ingredienti.
E una volta fatto il lavoro “sporco”, ovvero preparare il pesto in quantità industriale in modo da congelarlo e tirarlo fuori all’occorrenza, allora ci vogliono davvero cinque minuti per preparare questo piatto di pasta. Giusto il tempo di far salire a galla le trofie dall’acqua salata bollente, recuperare un mestolo di acqua di cottura dopo averle scolate e aggiungerla al pesto per conferire più cremosità alla pasta. Un genovese potrebbe arricchire il piatto con patate e fagiolini bolliti, ma anche “plain” è già buonissimo e sufficientemente saziante.
La semplicità di questo piatto è ciò che ne determina il successo: secondo una classifica stilata da TasteAtlas nell’ultimo anno, infatti, sarebbero proprio le trofie al pesto il miglior piatto di pasta al mondo, e soffierebbero in questo modo il primo posto all’amata e già citata carbonara, scivolata incredibilmente in terza posizione.
Il dato si basa su pareri e opinioni raccolte in giro per tutto il mondo, che decretano un enorme successo della cucina italiana, con ben 9 piatti su 10 presenti nella top 10, a dimostrazione, ancora una volta, di come la gastronomia tipica, i gusti e gli ingredienti genuini del Bel Paese siano apprezzati ovunque.