Mancano i chip per le nuove auto e impenna la corsa all’usato
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Mancano i chip per le nuove auto e impenna la corsa all’usato

22 dicembre 2021 | 19:31


Data la crisi della mobilità imposta dal covid, anche le percentuali dei passaggi di proprietà sono in negativo


Il mercato delle automobili si ritrova nuovamente diviso tra un ramo in contrazione e, dall’altro lato, un settore in crescita: nel dettaglio, la contrazione interessa le compravendite di auto nuove, mentre percentuali positive interessano i passaggi di proprietà di auto usate.

Il boom dell’elettrico usato

Data la crisi della mobilità imposta dal covid, anche le percentuali dei passaggi di proprietà sono in negativo, se si intende fare un confronto con gli anni passati; tuttavia, si sta qui parlando di appena il -1,8%: nulla a che vedere, dunque, con il crollo a doppia cifra delle immatricolazioni di auto nuove che ha segnato quasi tutto il 2021. Il passaggio di proprietà ha avuto una crescita di oltre il 15% rispetto allo scorso anno, alimentata da una forte domanda che – nel mercato delle auto nuove – non riesce a trovare un’adeguata richiesta.

Le auto elettriche, infatti, sono sempre più rare sul mercato del nuovo a causa della carenza di chip e componenti necessari alla loro costruzione, ma la domanda resta costante o addirittura in netta crescita (specie se si considera la potente virata ecologista e green che interessa quasi tutta l’economia), provocando un’ovvia impennata dei prezzi di questi veicoli. L’alternativa immediata per gli abitanti di Roma, poco propensi all’utilizzo dei mezzi pubblici e molto portati per i veicoli individuali, è quella di rivolgersi a una concessionaria auto usate Roma per circolare tranquillamente nelle zone a traffico limitato della capitale, a bordo di un’auto elettrica usata, acquistata a un prezzo certamente vantaggioso rispetto a quello di listino.

La crisi dei semiconduttori

La domanda di auto elettriche usate è supportata dall’aumento dei prezzi delle elettriche e ibride nuove. Questo brusco aumento si spiega con la crisi dei chip che sta colpendo la produzione di automobili un po’ in tutto il mondo, e che si lega a molteplici cause. Tra queste, ha avuto e sta giocando un ruolo di tutto rispetto anche l’emergenza sanitaria. La pandemia da covid-19, con i lockdown che ha generato, ha portato a una crisi nel settore dell’automobile, con conseguente riduzione della produzione di veicoli elettrici e ibridi.

Le case produttrici dei preziosi chip e semiconduttori (componenti fondamentali per le auto di ultima generazione) hanno dunque rigirato la loro offerta ad altri settori, come quello della telefonia e delle comunicazioni (in evoluzione grazie alla nuova tecnologia 5G). La ripresa – tanto inaspettata per le stesse case automobilistiche – del settore dell’auto e delle relative vendite, dunque, ha portato gli stabilimenti automobilistici a una situazione imprevista: una forte domanda da parte dei consumatori, ma una decisa carenza di componenti per soddisfarla.

Da un lato, dunque, questa situazione ha provocato una forte ascesa dei prezzi delle auto ibride ed elettriche, che restano comunque in vetta tra le nuove preferenze dei consumatori, con la complicità della spinta green che sta animando tutto il mercato; dall’altro, l’incremento dei prezzi ha provocato – di riflesso – una nuova propensione verso l’usato, con grande fortuna di concessionari come valentinoautomobili.it, che sanno far fronte alla domanda dei loro clienti anche in un contesto come quello attuale.

La carenza di chip e componenti, inevitabilmente, ha delle ricadute non soltanto sulle abitudini degli acquirenti, ma anche sull’industria automobilistica nel suo insieme. Comportamenti come quelli adottati da Huawei, che sta incamerando elevate percentuali dei chip presenti sul mercato, in un momento in cui la produzione scarseggia, ha delle pesanti conseguenze per molte delle case automobilistiche europee e statunitensi. Così, a Melfi, Stellantis ha dovuto segnare lo stop della produzione, mentre, più in generale, ha allo stesso tempo deciso di rinunciare ad alcune tecnologie per le proprie Peugeot 308. Così, anche Volkswagen, che già nel 2020 ha dovuto decretare la riduzione di 100.000 unità causa covid, sicuramente nel 2021 non riuscirà a recuperare e rimettersi in pari; come se non bastasse, anche Jaguar Land Rover ha dovuto riadattare (al ribasso) la produzione di alcuni suoi stabilimenti, vista la mancanza di materie prime e, per finire, Mercedes non esclude la possibilità di chiudere gli stabilimenti di Brema e Rastatt se la carenza di chip dovesse proseguire.