Roma d’estate, le “missioni impossibili”
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Roma d’estate, le “missioni impossibili”

26 agosto 2019 | 21:42



Spesso si sente dire che vivere in città è molto meglio che vivere in provincia o quanto meno lontano dal caos delle metropoli in qualche periferia residenziale con scampoli di verde e quiete acustica e luminosa. Molti potrebbero pensare ad un’esagerazione, ma spesso la realtà supera anche le aspettative più bieche quando si tratta della Capitale.

Una realtà tragicomica raccontata molto bene da Marco Fabiano e Domizia Mattei nella web serie del 2014 Rhome Survival Chronicles, ancora disponibile su YouTube. Bisogna studiare il proprio percorso su Risiko, mettere il casco da football americano per prendere la metro, indossare la maschera antigas per buttare la spazzatura, armarsi di vernice per disegnare le “vostre” strisce blu, infilare maschera e boccaglio per uscire quando piove. In attesa che i soliti, vecchi problemi della Città Eterna trovino una soluzione, è l’ironia la strada scelta dagli youtuber per affrontare la situazione che attanaglia inevitabilmente i romani da sempre.

Eh sì, perché vivere nell’Urbe, per una famiglia, vuol dire davvero affrontare ogni giorno una missione impossibile. Fra scioperi, traffico, parcheggio che non si trova, emergenza rifiuti, allarmi maltempo e persino udienze papali, uscire di casa diventa un’attività estrema soprattutto quando si tratta di urgenze o attività improrogabili. Se poi a Roma arriva un’estate così calda come quella che si è presentata negli ultimi anni, allora il livello di allerta diventa massimo.

Servizi che spariscono, lavori che spuntano ad ogni angolo delle già malmesse strade, rendendo il percorso qualcosa di più simile ad un trekking ad alto livello di difficoltà piuttosto che ad una normale viabilità. Non parliamo poi delle attività che chiudono i battenti a tempo indeterminato: la riparazione elettrodomestici a Roma, se non fosse per le nuove soluzioni che arrivano dal web, sarebbe da considerare una vera e propria mission impossible.  Per non menzionare la situazione dei mezzi pubblici per chi è sprovvisto di auto o per qualche malcapitato turista in visita nella Capitale del mondo antico. Attese interminabili sotto il sole nella speranza di veder comparire all’orizzonte -come un miraggio o un effetto ottico – uno degli scalcagnati autobus diretto verso le principali attrazioni romane.

Arrivati in città, al momento della visita troveranno a proporsi i salta fila, sia al Colosseo che ai Musei Vaticani, le guide abusive con tesserini taroccati, “magari di associazioni impronunciabili”, che non distinguono il Bernini dall’ultimo vincitore di San Remo, e per i quali Michelangelo Buonarroti è una tartaruga ninja. Poi ogni monumento ha i suoi addetti al borseggio, basta che un turista alzi il naso e un attimo dopo è sparita la borsa o il portafoglio. Le guide “autorizzate”, quelle che dovrebbero effettuare il servizio ai turisti, sono più intente a proteggere il turista che a raccontare la storia e l’artista che ha realizzato quel monumento. In conclusione, la responsabilità la diamo sia alle istituzioni che agli addetti ai controlli e ancora di più ai romani che girano la testa dall’altra parte e fanno finta di non vedere, ma così il turismo è destinato a morire e i turisti non torneranno perché non si sentono tutelati né sicuri. Per la situazione igienica di Roma Capitale, poi, bisognerebbe aprire un altro capitolo, ma non è questo il momento.