una volta non venivano utilizzati gli stessi ingredienti che utilizziamo ora
Chi non conosce la rinomatissima grappa? La grappa è un prodotto completamente elaborato in Italia, dalle notevoli qualità che non perdono mai importanza. Come la Tequila è associata al Messico e lo Scotch alla Scozia, se parliamo della grappa, non abbiamo alcuna difficoltà ad associarla all’Italia.
L’Italia, infatti, è il maggiore centro produttore di grappa, che viene poi esportata nel resto del mondo. A tal proposito, la grappa è un particolare distillato prodotto solamente dall’Italia, dietro segnalazione di un apposito regolamento emanato dall’UE, al quale si devono attenere e che deve essere rispettato da tutti gli stati membri dell’Unione Europea.
Perché è proprio la grappa un’eccellenza italiana? La risposta è semplice: tutto dipende dal clima, favorevole per la produzione della rinomata grappa.
Per quanto riguarda la storia della grappa, essa è un po’ lunga e non è proprio così semplice.
Partiamo dal principio: non è facile indicare la data e il luogo precisi in cui la grappa è apparsa in un primo momento. È comunque certo che si tratti di molti secoli fa, quando gli scienziati, accompagnati dagli alchimisti, si impegnavano in un’impresa grandiosa e difficile: cercare di produrre un nuovo elemento, per la precisione il quinto, se consideriamo che gli altri quattro sono aria, fuoco, acqua e terra.
Secondo le credenze popolari, Michele Savonarola è indicato come il capostipite di ciò che oggi usiamo chiamare col termine “distillazione“: Savonarola scrisse, in un trattato datato 1400, le fasi e ciò in cui consisteva il processo attraverso il quale veniva distillato il vino.
Questo passaggio però non è ben chiaro poiché, secondo alcune fonti, la distillazione delle vinacce avvenne due secoli dopo (per vinacce si intendono le bucce e i semi d’uva, utilizzati per la produzione della grappa). Il merito di tutto ciò fu attribuito a Francesco Terzi Lana, un noto gesuita di Brescia.
Ovviamente, una volta non venivano utilizzati gli stessi ingredienti che utilizziamo ora, e neanche le procedure e la stessa accuratezza di oggi: ora, tutto è migliorato grazie a nuove invenzioni, nuove scoperte e anche grazie all’aiuto apportato dalla sempre più importante, e anche invadente, tecnologia.
Oggi, i preparati di grappa sono notevolmente migliorati, soprattutto per quanto riguarda la qualità. Il sapore di una volta era molto più aspro e più secco, aveva tratti in cui risultava sgradevole e, dato il suo sapore non molto accettato, era considerato dalle classi nobili e benestanti un passo sotto il vino.
Oggi, invece, è molto più dolce e amabile, si beve tranquillamente gustando ogni tratto del suo sapore. Le regioni italiane che nel 1700 più tra le altre spiccano per la produzione della rinomata grappa sono il Piemonte e il Veneto.
In Piemonte c’è una vasta presenza di vigneti di qualità pregiata che premettono di produrre delle ottime varietà. In Veneto, e più precisamente a Bassano del Grappa, vi è la famosa distilleria “Nardini“: essa spianò il terreno a molte altre distillerie nascenti, che arrivarono anche in Lombardia e in Trentino Alto Adige.
Durante la grande guerra, ovvero la prima guerra mondiale, la grappa affermò in modo definitivo la sua distillazione poiché si credeva che infondesse coraggio ai soldati, per via del suo sapore forte e pungente. L’unica varietà di grappa che in quel periodo si trovava in commercio era quella bianca, proveniente da diverse vinacce miste per le quali venivano utilizzati metodi di produzione di tipo artigianale – ancora ben diversi dalle tecniche di lavorazione industriali attuali – e anche una sola specie di vigneto.
Dalla fine del secolo ormai concluso, la società ha subito, spontaneamente, un cambio di abitudini e un rovescio completo dello stile di vita di ciascun individuo. Il tutto è finalizzato a un aumento del benessere, soprattutto economico, e ha fatto in modo che gli italiani si avvicinassero in qualche modo alla grappa che, a sua volta, aveva subito anch’essa delle trasformazioni, acquistando le nuove e fresche caratteristiche di nobiltà, elasticità e morbidezza.
Importanti e molto apprezzati dalla società del tempo, erano anche i processi di affinamento del distillato nelle botti prevalentemente fatte di legno: processi molto lunghi, che richiedevano notevoli tempi di attesa prima di poter consumare il liquore; tuttavia, visti i risultati, ne valeva decisamente la pena.
Adesso addentriamoci nella cultura della grappa, giusto per capirne un po’ di più. Vi è mai saltato alla mente di compiere questo passo? Andiamo a vedere.
La grappa, quindi, viene prodotta dalla vinaccia (bucce e semi d’uva). Col passare degli anni, le tecniche di produzione della grappa sono nettamente migliorate e perfezionate, creando così diverse qualità di grappa.
Le regioni della penisola italiana contrassegnate come maggiori produttori di grappa, sono: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Friuli, Sicilia. Ciò che contraddistingue le varie tipologie di grappa non è soltanto la vinaccia utilizzata, ma anche l’alambicco e la qualità che il distillatore decide di esaltare. I diversi tipi di grappa che conosciamo sono:
Altri tipi di classificazione sono basati sulla provenienza delle vinacce, il luogo in cui fermentano, il periodo di fermentazione ecc.
Anche la grappa può essere prodotta in casa, seguendo ovviamente le diverse fasi: