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I Tavoli del Mare, ecco il documento finale

6 dicembre 2017 | 18:00
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Due giorni di lavori intensi, per un nuovo approccio al sistema della convegnistica. Protagonista l’economia del mare e il concetto di rete.

I TAVOLI TECNICI

5. TAVOLO GIALLO – BALNEARI
5.1 Legge delega. Il confronto tra le realtà presenti, pur nelle diversità di approccio rispetto alla necessità di migliorare il testo della legge delega (differenze sono state registrate tra CNA e Federbalneari, ad esempio), ha trovato dopo un’approfondita discussione una sostanziale convergenza nell’esigenza di arrivare a definire quanto prima le regole “suggerite” dalla direttiva Bolkestein.
In concreto, si chiede alle forze parlamentari di impegnare il governo a recepire come impegno politico i sette ordini del giorno presentati e approvati, con specifico riferimento a chiarire cosa si intende per “legittimo affidamento”, per “periodo transitorio” per “adeguato valore d’azienda”.
Su queste basi, trasformando la frase “valutare l’opportunità di…” in “si impegna il Governo a…” le associazioni balneari presenti al Tavolo, consci dell’importanza di approvare in tempi rapidissimi la legge delega, sono disposti ad accettare il testo così come licenziato dalla Camera, evitando emendamenti al Senato.
L’impegno politico ad approfondire le questioni sollevate con gli ordini del giorno deve però essere un patto con gli imprenditori, piccoli medi e grandi, da non tradire una volta passata la legge.
Un sollecito è stato fatto al legislatore affinché chiarisca meglio (anche se il Codice della Navigazione su questo è già chiaro) che il concento di “evidenza pubblica” non significa né gare né aste né appalti.

5.2 La Regione Lazio. Quanto alle competenze regionali (nel corso del dibattito è peraltro uscita la notizia dell’approvazione martedì scorso in Giunta Regionale del Piano di Utilizzo degli Arenili), con particolare riferimento al tema della rigenerazione urbana, si chiede alla Regione Lazio di delegare – nel concreto – ai Comuni, per semplificare le procedure relative alla rigenerazione urbana, la competenza al riassetto edilizio dei manufatti già esistenti sul demanio marittimo.

5.3 Comuni. Infine una sollecitazione ai Comuni: approvare i Piani particolareggiati della costa (ovviamente previa approvazione del Pua – Piano di utilizzo dell’arenile), strumento utile per gli interventi di demolizione e ricostruzione. Anche in questo caso non si parla di aumento di cubature, ma di riqualificazione dell’esistente.

Altri problemi che restano aperti
5.4 L’Iva al 22%. Il settore balenare sconta l’Iva al 22 %, mentre i paesi europei turisticamente più rilevanti praticano regimi IVA con aliquote inferiori al 10%, assestandosi su percentuali anche del 5,5% come in Francia, o del 7%, come accade in Spagna.

5.5 Rivoluzione sui canoni balneari – valori Omi. La nuova stesura del ddl prevede che questi siano suddivisi in almeno tre fasce di calcolo, a seconda della valenza turistica dell’area su cui insiste la concessione, e che una quota delle cifre versate vada reinvestita obbligatoriamente da Comuni e Regioni per il «sostegno delle attività del settore turistico ricreativo» nonché per coprire i «costi sostenuti per la gestione amministrativa del demanio marittimo». Tali modifiche sono state suggerite da tre emendamenti firmati da numerosi deputati del Partito democratico. Confermata la volontà di riequilibrare i canoni eliminando le disparità legate ai valori Omi che hanno portato alle stelle le cifre delle circa trecento imprese balneari pertinenziali italiane.

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