Papa Francesco e lo scandalo dei cristiani divisi ‘L’ecumenismo è lavorare in perdita’

A Ginevra la visita del Pontefice al Consiglio Ecumenico delle Chiese a 70 anni dalla sua fondazione. Bergoglio: “Dio perdona tutto, a patto che noi perdoniamo a nostra volta”
Con la fine della Messa, volge al termine il pellegrinaggio ecumenico di Papa Francesco in Svizzera. Presso l’Aeroporto Internazionale di Ginevra si svolge la cerimonia di congedo.
Presenti il presidente della Confederazione Svizzera, Alain Berset, la consigliera federale, Doris Leuthard, e l’ambasciatore presso la Santa Sede, Fux Pierre-Yves.
Dopo aver salutato le autorità politiche ed ecclesiastiche locali, il Pontefice sale a bordo di un A321 dell’Alitalia.
Il Papa: “Accogliere i migranti, ma non nei lager”
Sul volo papale, Francesco parla con i giornalisti presenti tornando sulla necessità di aiutare le persone che “scappano dalla guerra e dalla fame”.
I Paesi sono chiamati ad accogliere ma “ogni Paese deve fare questo con la virtù del governo, che è la prudenza: accogliere tanti rifugiati quanti si può e quanti si può integrare, educare, dare lavoro”.
Il Santo Padre, sottolineando che, nell’accoglienza, “l’Italia e la Grecia sono state generosissime“, fa notare che quella dei migranti non “è solo una questione di medio periodo. Ora in Europa c’è un’emergenza”, ovvero il fatto che i migranti che vengono salvati in mare, “in alcuni casi se sono nelle acque libiche devono tornare e ho visto delle fotografie delle carceri dei trafficanti… Sono terribili, nei lager della seconda guerra mondiale si vedevano queste cose, mutilazioni, torture, e poi li buttano nelle fosse comuni“.
Non sono poi mancati riferimenti agli incontri tra i Capi di Stato dell’Ue per modificare l’accordo di Dublino. “I governi si preoccupano che non tornino e non cadano nelle mani di questa gente”.
Un’altra via è quella di convertire le coscienze: l’Africa non deve esser “sfruttata” ma occorre piuttosto investire, come stanno pensando “intelligentemente tanti governi europei”.
“E’ sempre stata terra di schiavi, questo deve cambiare ed è necessario un piano di investimenti” per il continente africano anche nella formazione.
Interpellato dai giornalisti, il pensiero del Papa va quindi al continente americano e a quanto accade negli Stati Uniti al confine con il Messico: “Mi schiero con i vescovi americani che hanno definito immorale la gestione Trump, soprattutto nella vicenda della divisione delle famiglie”.
Francesco parla anche della crisi dei diritti umani. “Non c’è più la convinzione di difenderli di 70, ma anche di 20 anni fa. Dobbiamo vedere le cause per le quali siamo arrivati a questo”.
In volo, il Papa affronta poi una questione interna alla Chiesa, quella posta dai vescovi tedeschi sulla possibilità di dare la comunione alle coppie formate da cattolici e luterani.
Non c’è stata “nessuna frenata“, precisa il Pontefice, spiegando che la lettera del Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, mons. Luis Ladaria, ai vescovi tedeschi, “inviata con il mio permesso, non lo ha fatto da solo, non poneva tanto problemi di ‘contenuti’ ma legati alle norme del diritto canonico, che consentono decisioni in questo da parte elle chiese particolari (diocesane) e non locali (episcopali)”.
Il rientro a Roma
Atterrato a Ciampino poco dopo le 21, come ormai da tradizione, Papa Francesco, prima di far rientro in Vaticano, sosta in preghiera davanti all’effige della Salus Populi Romani, l’antica icona conservata nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, sull’Esquilino.
Grazie and Good Night#PopeFrancis at Santa Maria Maggiore on his return from Geneva#WCC70#PapaFrancesco
Photo: Vatican Media pic.twitter.com/u35ghDUyPa— Greg Burke (@GregBurkeRome) 21 giugno 2018
(Il Faro online)