Bambini migranti e accoglienza, Fiumicino sul podio per generosità

L’assessore Anselmi: “L’amministrazione segue la legge nazionale ma dallo Stato non arriva nessun tipo di aiuto: li manteniamo a spese del Comune”
Fiumicino – Sono le “ingiustizie” a obbligare tanti uomini, donne e bambini a “emigrare nella speranza di una vita sicura”. “È l’ingiustizia che li obbliga ad attraversare deserti e mari, trasformati in cimiteri”, ha detto Papa Francesco durante il tradizionale messaggio dell’Urbi et Orbi di Natale (leggi qui).
“È l’ingiustizia che li costringe a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo e torture in campi di detenzione disumani. È l’ingiustizia che li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza”, ha sottolineato il Papa affacciandosi in piazza San Pietro. Un’indifferenza che, però, non ha intaccato Fiumicino.
L’aeroporto “Da Vinci”, l’affaccio sul mare, la foce del Tevere, la rendono per natura una città di frontiera. E dell’accoglienza. Sul litorale romano, infatti, sorgono due centri, uno per minori non accompagnati, l’altro per gli adulti, dove chi fugge dalla guerra e da situazioni di conflitto, trova rifugio.
Ma cosa si intende per “minore non accompagnato?”. Come riportato dalla dottoressa Alessia Artini, laureata presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, nella sua tesi intitolata “Il sogno del Mediterraneo I minori stranieri non accompagnati in Italia”, per l’ordinamento italiano sono:
[Minori] non avente cittadinanza italiana o di altri Stati dell’Unione europea che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano.
Secondo i dati raccolti dall’Unicef nel 2015, si legge ancora nella tesi della dottoressa Artini, “i minori nel mondo che hanno lasciato le loro case e hanno avuto bisogno di protezione sono stati 48 milioni. Di questi, 17 milioni sono sfollati nel loro stesso paese. Altri 11 milioni sono rifugiati, di cui 1 milione richiedenti asilo, e altri 20 milioni sono emigrati”.
Ad oggi, il paese europeo che ospita la più alta percentuale di minori rifugiati è la Germania, dodicesima a livello globale, con circa 300.000 rifugiati, di cui il 21% minori. In Europa, sono stati complessivamente 389.000 i minori che hanno chiesto asilo nel 2015, più del doppio dell’anno precedente. Il 70% delle richieste provengono da minori siriani (38%), afghani (18%) e iraqueni (14%).
In Italia, i minori stranieri non accompagnati sono in prevalenza di genere maschile. Il 93% sono ragazzi (6781), il restante 7% sono ragazze (491). Rispetto all’età, il 63,6% ha 17 anni, il 22,7% ha 16 anni, il 7,1% dei minori ha 15 anni e il 6,6% ha meno di 15 anni. Ed è proprio a loro che la comunità di Fiumicino ha dato un occhio di riguardo.
L’accoglienza dei piccoli
Su via Portuense, a Parco Leonardo, da vent’anni, sorge il centro di accoglienza per minori non accompagnati. Al momento ce ne sono poco più di una decina e sono quasi tutti ragazzi adolescenti.
Sono ragazzi che provengono da ogni parte del mondo, la maggior parte dei quali giunge in Italia attraverso l’aeroporto. Le loro storie sono tutte diverse ma per certi versi si assomigliano un po’ tutte. Molti di loro hanno i genitori in carcere, arrestati alla frontiera del Da Vinci perché corrieri della droga.
Qui vengono seguiti da un gruppo di volontari che provvedono alla loro crescita, non solo fisica, ma anche sociale e culturale.
“Sono ragazzi fragili che hanno vissuto momenti terribili, come vedere l’arresto dei propri genitori – dice a ilfaroonline.it l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Fiumicino, Anna Maria Anselmi -. Qui da noi, come prevede la legge nazionale per le città che ospitano un’aeroporto internazionale, trovano riparo. Il mantenimento è a carico del Comune, così come prevede la norma. Sono ragazzi che non possono essere dati in adozione, ma stiamo lavorando con un progetto affinché dal prossimo anno questi ragazzi possano essere dati in affidamento”.
“Quando il numero di questi ragazzi supera le possibilità del centro, a spese del Comune, siamo obbligati ad accompagnarli in altri centri di accoglienza sparsi nelle altre regioni italiane“. Nelle strutture del Lazio sono presenti circa 500 minori (pari al 6,9 per cento nazionale).