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Le mascherine protettive fanno male? Le risposte dei prof. Pintaudi, Tarsitani e della dott.ssa De Luca

22 maggio 2020 | 21:10
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Le mascherine protettive fanno male? Le risposte dei prof. Pintaudi, Tarsitani e della dott.ssa De Luca

La paura di respirare anidride carbonica, gli effetti del contatto prolungato sulla pelle, la possibilità di sviluppare allergie, l’efficacia anti-Covid. Ecco come utilizzare mascherine e guanti nella maniera corretta.

Come usare mascherine e guanti protettivi, intervista al prof. Sergio Pintaudi

sergio pintaudi

Sergio Pintaudi

Prof. Sergio Pintaudi, anestesista rianimatore, esperto di biocontenimento, incaricato dalla Regione Lazio di formare il personale del Covid hospital di Palestrina: già Direttore Dipartimento Emergenza Accettazione A.R.N.A.S. Garibaldi di Catania e medico con esperienza sull’ebola effettuata sul campo in Sierra Leone.

“Chiariamo subito una cosa – afferma il prof. Pintaudi -: FFP sta per Filtranti Facciali Polveri, e indica già dal nome che quel tipo di mascherine sia stato concepito per chi lavora in ambienti dove si producono polveri, non certo in ospedale. L’evoluzione tecnologica e l’esigenza di protezione del personale sanitario ha consentito uno sviluppo in ambienti sanitari, e oggi quel tipo di protezione è utilizzato con successo in particolari ambienti ospedalieri.

Ma sono mascherine che non devono essere utilizzate dalla popolazione; costano molto e la produzione è utile per chi davvero ne ha bisogno. Ciò che la gente deve capire, è che la normale mascherina chirurgica impedisce, abbinata alla distanza di oltre un metro l’uno dall’altro, la possibilità di contagio. Mettere tutti la mascherina chirurgica quando si deve oltrepassare la “barriera” del metro di distanza, è già estremamente efficace, senza andare a cercare le FFP.

Non solo, ma tenere la distanza di sicurezza, soprattutto in spazi aperti, è già di per sé sufficiente a proteggerci, anche senza mascherina. Dobbiamo occuparci del virus, non preoccuparci.

Chiariamo il concetto. Le epidemie non mondo ci sono sempre state. Ciò che oggi le distingue dal passato è la velocità di trasmissione del virus a livello globale, che oggi è molto più rapida – in poche ore siamo da un capo all’altro del mondo, trasportando insieme a noi anche eventuali agenti patogeni – è altrettanto vero che non è così semplice contaminarsi.

Per innescare la trasmissione del virus, devono infatti coesistere 3 condizioni:
1) la virulenza. Il virus deve avere una forza, una potenza sufficiente per agire.
2) la carica virale. In parole povere, quanti sono numericamente i virus che ci aggrediscono; di solito, se sono pochi, sia attrezzati per combatterli-
3) il tempo di contagio. Sempre in parole povere, quanto tempo si sta a contatto con il potenziale pericolo”.

Prof, l’ultima cosa mi ricorda un po’ i consigli delle nonne, che se ti cadeva qualcosa in terra dicevano: se la raccogli immediatamente e la sciacqui, non ti ammali…

“Il principio è quello, e come sempre la saggezza dei tempi antichi ha un fondamento di verità. Il tempo di contagio che intercorre tra il soggetto e la massa virale è importante. Ecco perché è fondamentale lavarsi spesso le mani, disinfettare le superfici e altre operazioni di prevenzione: si elimina il tempo di permanenza di un eventuale agente patogeno e se ne impedisce la diffusione.

C’è un altro termine che oggi fa paura: droplet, che indica le goccioline di secrezioni respiratorie e salivari, di diametro di circa 5 micron, che rimangono per un breve tempo sospese nell’aria, fonte comune di diffusione di agenti patogeni… 

“Va però detto che le goccioline, una volta che si producono, hanno effettivamente la dimensione di pochi micron, ma non la forza per viaggiare nell’aria; anche perché di solito sono anch’esse accompagnate da polvere, o altre sostanze che le appesantiscono. Dunque restare a distanza di oltre un metro, in condizioni normali (senza starnuti o colpi di tosse) rende difficilissimo l’eventuale arrivo a destinazione del virus. Se poi si utilizzano correttamente le mascherine, allora il pericolo si riduce quasi allo zero. Per diffondersi incide molto di più un contatto diretto”,

Le faccio la domanda dalla quale è scaturito questo articolo: oggi siamo obbligati a portare le mascherine per tante ore, penso ad esempio ai negozianti? Alla lunga chiudersi la bocca per così tanto tempo, può fare male?

“Usare le mascherine è importante – prosegue Pintaudi -, a patto che si utilizzino correttamente. Le mascherine chirurgiche non hanno un’efficacia che va oltre le 8 ore, e di sicuro non vanno toccate indiscriminatamente con le mani, non vanno gettate in borsa, o nei cassettini portaoggetti della automobili, o nelle tasche dei giubbotti. Devono essere monouso, o comunque – anche quelle lavabili – devono restare in un ambiente protetto quando non utilizzate”.

Usare la mascherina per molte ore, dunque, può provocare danni?

“Mah, non direi. Più che altro, usata per molte ore può provocare irritazioni cutanee, e questo però dipende anche dal tipo di tessuto utilizzato. Direi che più che dannosa, una mascherina così diventa inutile”.

Eppure c’è gente che usa la stessa mascherina per più giorni, lasciandola in tasca e riusandola ogni volta che esce. Questo può provocare danni?

Dobbiamo considerare la mascherina alla stregua di un indumento, che va indossato in particolari condizioni e situazioni. Le chiedo: lei indosserebbe la stessa camicia per giorni e giorni, togliendola e rimettendola più volte al giorno, appoggiandola in ogni dove? Eppure con la mascherina, che ci dovrebbe proteggere, c’è chi lo fa… ed è una sciocchezza. Usarla così può provocare danni, ma non in correlazione diretta con il virus, bensì pensando all’igiene tout court, con tutto ciò che comporta avvicinare cose sporche e contaminate a bocca e naso”.

Non è dimostrato però che l’uso della mascherina chirurgica da parte delle persone sane nelle loro normali attività quotidiane, riduca la trasmissione del virus dell’influenza. Certamente una funzione protettiva comunque ce l’ha.

Digitando sulla scritta arancione puoi acquistare mascherine al prezzo più conveniente oppure gel igienizzante per mani (da borsa o da viaggio). Prodotte in Italia queste mascherine hanno il filtro rimovibile a cinque strati di carbone attivo.

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