Alti livelli di microplastiche nei laghi di Fondi e Sabaudia, Legambiente: “Ecosistemi a rischio”




Scacchi: “C’è bisogno di frenare l’abbandono incivile dei rifiuti con un’attenzione particolare alla plastica monouso e di rendere efficace un ciclo dei rifiuti che troppo spesso lascia spazio a mancata raccolta e a rovinose condizioni territoriali”
Le microplastiche nelle acque interne
Le microplastiche rappresentano oggi un vero e proprio contaminante emergente, un inquinante ubiquitario, di difficile quantificazione e impossibile da rimuovere totalmente. Per comprendere il rischio ambientale associato alla loro presenza sono però necessari ulteriori dati di abbondanza, sulle fonti, su come migrano da un ambiente all’altro e sugli effetti biologici, soprattutto negli ecosistemi acquatici interni.
Legambiente, con la sua campagna Goletta dei Laghi e in collaborazione con Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), dal 2016 sta portando avanti uno studio sulla presenza di microparticelle di plastica nei principali laghi e nei fiumi italiani. Uno studio esteso e unico, che ha provato la presenza di microplastiche in tutti i campioni analizzati e ha messo in evidenza il forte contributo degli scarichi urbani non adeguatamente depurati.
Sono numeri che nella migliore tradizione dell’ambientalismo scientifico servono a conoscere il problema, raccontarlo, aumentare la consapevolezza delle persone e trovare soluzioni praticabili coinvolgendo soggetti pubblici e privati, organizzazioni ambientaliste, società civile e istituzioni.
La variabilità dei dati è legata a quella delle condizioni ambientali e meteorologiche al momento del campionamento e alla scelta dei punti di prelievo. Ad oggi non esiste ancora un protocollo ufficiale e condiviso per il campionamento e l’analisi delle microplastiche nelle acque interne, una carenza a cui Legambiente ed Enea proveranno a dare un contributo con l’aiuto degli altri partner che partecipano al nuovo progetto Life Blue Lakes, nato proprio da questa esperienza.
I dati sulla presenza e la diffusione delle microplastiche negli ecosistemi delle acque interne raccolti in questi anni consentono di migliorare e approfondire la conoscenza di un fenomeno sempre più diffuso, ma per il quale non esiste ancora una standardizzazione a livello internazionale dei metodi di monitoraggio. L’esperienza maturata ad oggi evidenzia la necessità di avviare campagne stagionali di raccolta secondo un protocollo condiviso di campionamento e metodi di analisi. In questo modo sarà possibile raccogliere e condividere dati utili per la valutazione e gestione del fenomeno delle microplastiche nei bacini lacustri e nella complessa dinamica terra-mare.
E’ importante, infine, che si estenda anche per laghi e fiumi, il ruolo di indicatori della qualità delle acque alle particelle di plastica (nell’ambito dei monitoraggi effettuati per la direttiva Quadro sulle Acque, 2000/60), così come già avviene per i mari grazie alla direttiva Marine Strategy del 2008. Una lacuna che deve essere necessariamente colmata, visto il crescente inquinamento da plastica e la contaminazione di tutti gli ecosistemi acquatici.
(Il Faro online)