Colloqui di lavoro, giovani sfruttati e truffati: come non farsi fregare

Consigli utili per non andare ai colloqui di lavoro per una posizione e trovarsi poi a fare i venditori porta a porta.
Il 27 febbraio vengo contattata per un colloquio zona Ponte Mammolo per il 1° marzo alle 16:30. Registrazione anche di questa fatta.
Il primo marzo vado al primo colloquio, Colli Albani, e sembra tutto perfetto, il responsabile è chiaro, mi spiega tutto e anche l’urgenza, mi chiede se posso fare la giornata di prova il giorno successivo all’ufficio che dista pochi metri dalla sede attuale.
Alle 16:30 vado al secondo colloquio, Ponte Mammolo, e scopro con mio sommo stupore che si tratta della stessa azienda del colloquio di un’ora prima con sede diversa. Si risparmia (lui, selezionatore) un bel po’ di lavoro dicendo che se avevo la giornata di prova già fissata con l’altra sede i primi avevano la precedenza. E così mi sono fatta un viaggio a vuoto.
Il giorno dopo l’appuntamento era alle 8:30, vicino Colli Albani. Immaginate dover partire da Isola Sacra per arrivare a Colli Albani per le 8:30. Sveglia alle 5:45, Cotral alle 6:30, treno Ostia Lido – Porta San Paolo, metro B, cambio, metro A. Arrivo alle 8:15, anche perché mi era stata raccomandata la puntualità.
Quando arrivo mi rendo conto che ci sono altre persone che sono state convocate, tutti uomini/ragazzi. Qui inizio già a sentire il tipico odore di “truffetta”. Mi presento alla segretaria che mi fa firmare un modulo in cui mi impegno a lavorare gratuitamente nel giorno di prova. Vabbè, ci provo, lo firmo.
Esco fuori perché il responsabile è impegnato in una riunione. Mentre sto fuori noto altri due ragazzi (35/38 anni) e per fare due chiacchiere iniziamo a parlare. Loro sono stati convocati per la posizione di magazziniere.
Ci confrontiamo sul colloquio e ci rendiamo conto che potrebbe essere l’ennesimo “Porta a porta”.
Nel frattempo che chiacchieriamo sentiamo applausi e urla di incitamento dalla finestra superiore dell’ufficio davanti al quale stiamo e per scherzare diciamo “Li senti gli applausi, si stanno caricando per farci il pacco, ora vedi come finiamo a fare il porta a porta e così via”. Passano i minuti e alle 8:45 dalla porta accanto all’ufficio dove stiamo aspettando escono una decina di persone in giacca e cravatta con delle cartelline e si dividono in varie direzioni. La cosa inizia a “puzzare”, siamo sempre più sconcertati.
Veniamo chiamati dentro, siamo in 6, sono l’unica donna. Chiamano a uno a uno nell’ufficio accanto. Chiamano uno dei due ragazzi con cui ho chiacchierato fino a pochi minuti prima. Passano 2 minuti e vedo rientrare un ragazzo dalla porta principale, incazzato nero: “Voi siete dei truffatori, io non sono venuto a fare il porta a porta ma per fare il magazziniere, ritiro la mia candidatura!”. Immediatamente l’altro ragazzo che aspettava di essere chiamato “Ritiro anch’io la mia candidatura, non si lavora così, mi avete fatto perdere tempo!”.
Sono confusa, non capisco, avevamo davvero ragione? Ho ancora una speranza, sono l’unica donna, magari cercano davvero una segretaria, speriamo. Vengo chiamata, mi viene presentato un tizio, devo andare con lui all’ufficio vicino per delle pratiche e mi verrà spiegato il lavoro. Mentre usciamo mi rendo conto che anche lui ha in mano la famosa cartellina da “porta a porta”.
Lo inizio a tartassare di domande: “dove andiamo? Che dobbiamo fare?” Mi risponde dicendo “Ambasciatore non porta pena, stiamo andando a casa di persone a fare “Assistenza clienti”. Eccolo, è l’ennesimo “porta a porta”. Lo saluto e torno indietro, entro nell’ufficio e annuncio il ritiro della mia candidatura.
Torno a casa, sono le 9 e io sono sveglia già da 4 solo per poi dover tornare al punto di partenza, questa volta ho imparato, non mi farò più fregare così.
Ci riprovo, stavolta a Fiumicino per una grande azienda di energia. Durante il colloquio conoscitivo gli ho specificatamente detto che non ho intenzione di fare porta a porta ma solo lavori della posizione per la quale mi sono candidata. Ha subito detto di non fare queste cose e che mi avrebbe richiamato dopo un paio di giorni per la giornata di prova, mai più risentiti. Strano eh?
Ho ricevuto altre chiamate sempre con lo stesso copione ripetuto… due nella sola giornata del 10 marzo.
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Consigli utili per non farsi fregare
Cosa ho imparato in meno di un mese di ricerca lavoro? Sia fatto santo internet e Facebook, se non fosse per il gruppo “Basta con gli annunci di lavoro TRUFFA!!!” avrei fatto altri viaggi a vuoto.
Chiedere sempre il nome dell’azienda che ti sta contattando e di cosa si occupa.
Chiedere sempre un nome e un numero di telefono di riferimento.
Fare domande, tante, sempre; andare a un colloquio è un investimento, del proprio tempo e del proprio denaro, che ci si sposti con i mezzi pubblici o con la propria auto.