Caso Orlandi, 40 anni fa la scomparsa di Emanuela. Il punto sulle nuove indagini

21 giugno 2023 | 19:30
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Caso Orlandi, 40 anni fa la scomparsa di Emanuela. Il punto sulle nuove indagini

Era il 22 giugno del 1983 quando si persero le tracce di Emanuela Orlandi: 40 anni esatti di misteri, tombe vuote e accuse al Vaticano e ai Papi

Caso Orlandi: le nuove indagini

Subito dopo Pasqua 2023, per la prima volta, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha incontrato il Promotore di Giustizia vaticano, Alessandro Diddi.  “Sul caso Orlandi Papa Francesco e il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, vogliono che emerga la verità senza riserve” aveva detto Diddi, affermato penalista e docente di procedura penale, al Corriere della Sera, spiegando come si sta muovendo la giustizia di Oltretevere dopo la riapertura delle indagini (leggi qui). “Papa Francesco mi ha investito del ruolo di capo di questo delicatissimo Ufficio, che sto riorganizzando anche grazie all’aiuto di due magistrati ordinari e due applicati – continua Diddi -. Tra i fascicoli ereditati dal mio predecessore, il professor Gian Piero Milano, ve ne era uno contenente una serie di denunce della famiglia Orlandi relative alla scomparsa di Emanuela”.

“Al fine di fare definitiva chiarezza sulla vicenda, nel gennaio di quest’anno ho ricevuto dal Papa l’incarico di occuparmi del caso e, in tale prospettiva, ho ritenuto di far confluire in un unico fascicolo tutte le informazioni reperite avendo compreso la rilevanza del materiale che avevo a disposizione – continua -. In concomitanza a questa iniziativa, in Italia, è stata istituita una Commissione parlamentare di inchiesta e pertanto vi sarà una proficua collaborazione tra i due Stati”.

“In pochi mesi sono state effettuate verifiche non espletate in 40 anni. Gli approfondimenti eseguiti dovranno emergere, perché sono attività di indagine destinate a confluire integralmente nei fascicoli dell’Ufficio e di questo anche le gerarchie vaticane sono pienamente consapevoli – prosegue Diddi -. Su alcuni documenti probatori non dovranno più insinuarsi equivoci, non ci potranno essere ombre sulle quali possa continuare ad addensarsi un alone di mistero. Se non svolgerò le attività di indagine accuratamente sarò sotto gli occhi di tutto il mondo. E non voglio si possa pensare che, in qualche modo, abbia preservato qualcuno o coperto qualche situazione”.

“Questo rischio non lo voglio correre, non me lo posso permettere. In Vaticano conoscono tali mie prerogative e ho raccolto ampie garanzie poiché siamo accomunati dagli stessi intenti”, aggiunge. E in merito alla Banda della Magliana, Diddi precisa: “Il ruolo nel caso Orlandi temo sia stato sopravvalutato, sebbene esistano alcune evidenze. La situazione, tuttavia, impone un inquadramento più ampio”. Quella dell’aprile scorso è stata la prima convocazione dei parenti di Emanuela, come ha fatto sapere l’avvocato Laura Sgrò.

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