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Dall’arresto di Messina Denaro alla Coppa Davis: i momenti salienti del 2023

31 dicembre 2023 | 13:30
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Dall’arresto di Messina Denaro alla Coppa Davis: i momenti salienti del 2023

Tra poche ore daremo il benvenuto al 2024. Prima di farlo, però, voltiamoci un’ultima volta e ricordiamo cos’è stato il 2023: un anno destinato ad entrare nei libri di storia

Tra poche ore il 2023 sarà storia. Manca infatti poco allo scoccare della mezzanotte, momento in cui verrà dato il benvenuto al 2024. Chiunque di noi, nel countdown della notte di San Silvestro, ripercorre nella propria mente gli “higlights” del proprio anno: c’è chi sorride ripensando al passato, chi è malinconico, chi non vede l’ora di lasciarselo alle spalle per guardare al futuro con speranza e ottimismo.

Ma prima di avventurarci nell’anno che verrà, occorre voltarsi indietro un’ultima volta. Se non altro per renderci conto di come l’anno che sta per concludersi sia stato caratterizzato da numerosi eventi destinati ad entrare nei libri di storia: dalla politica allo sport, passando per l’ambiente e la cronaca, diamo uno sguardo ai momenti salienti del 2023.

L’arresto di Matteo Messina Denaro

La nostra carrellata non può che partire con Matteo Messina Denaro (leggi qui). Il “capo dei capi” di cosa nostra è stato infatti arrestato il 16 gennaio, mentre stava per entrare in day hospital alla clinica Maddalena di Palermo. Un arresto che ha scatenato la gioia della folla, l’abbraccio dei Ros: il boss era infatti latitante da oltre 30 anni ed è stato condannato all’ergastolo per gli omicidi, tra l’altro, del piccolo Giuseppe Di Matteo, sequestrato per costringere il padre Santino a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci, strangolato e poi sciolto nell’acido; e per le stragi del 1992 costate la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Morì qualche mese dopo nell’ospedale dell’Aquila, il 25 settembre (leggi qui): il boss soffriva infatti di una grave forma di tumore al colon, diagnosticata mentre era ancora ricercato, a fine 2020. Ed era stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo sulle sue tracce.

L’incriminazione di Donald Trump

Non era mai accaduto nella storia degli Stati Uniti che un ex Presidente venisse incriminato penalmente. Almeno fino al 31 marzo, data in cui la Procura di Manatthan ha condannato Donald Trump al  pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels, per farla tacere sulla loro relazione (leggi qui).

E’ una persecuzione politica e una interferenza elettorale, una caccia alle streghe che si ritorcerà contro Biden” disse il Tycoon poco dopo. Ma in realtà quella fu solo la prima delle quattro incriminazioni avute nel corso dell’anno. Trump, nell’ordine, è stato incriminato per le carte segrete a Mar-a-Lago, perl’assalto al Congresso avvenuto dopo le elezioni 2020 che premiarono Joe Biden, infine per aver tentato di sovvertire l’esito del voto in Georgia nel 2020. E proprio quest’ultima incriminazione gli è costata l’arresto (durato solo 20 minuti, è stato rilasciato su cauzione), con tanto di impronte digitali e foto segnaletica.

Nonostante tutto ciò, il Tycoon punta a riconquistare la Casa Bianca nel 2024, dove alle elezioni di novembre dovrebbe sfidare (di nuovo) il presidente uscente Biden. Insomma, la carne al fuoco è molta anche per l’anno venturo…

Rivolte in Francia contro Macron

Incendi, scioperi, rivolte di piazza, scontri con le forze dell’ordine, violenza, feriti. A marzo la Francia ha respirato un’aria che, a molti, ha ricordato (con le dovute proporzioni storiche) quella del 1789, anno della Rivoluzione: milioni di persone, da Parigi a Bordeaux fino alle periferie, sono scese in piazza mettendo a ferro e fuoco le città. Obiettivo: contrastare con ogni mezzo la riforma delle pensioni fortemente voluta da Emmanuel Macron, che innalzava l’età pensionabile a 64 anni (leggi qui).

Una decisione che causò tensioni anche all’Assemblea Nazionale, che non volle prendersi la responsabilità di ratificare un provvedimento così impopolare. Tant’è che Macron fu costretto a ricorrere all’utilizzo del 49,3, ovvero l’articolo in Costituzione che permette ad una legge di passare senza il voto parlamentare. Quella riforma, alla fine, passò. Ma le tensioni continuarono a lungo.

L’incoronazione di Re Carlo III

Il 2022 è entrato nella storia per la morte della Regina Elisabetta, rimasta sul trono del Regno Unito per 63 anni e rotti. Una scomparsa che gettò il Paese nel caos, in quanto privo del suo storico punto di riferimento. Nel settembre 2022 venne ufficialmente proclamato re (in diretta televisiva) suo figlio Carlo, che prese il nome di Re Carlo III. Tuttavia l’incoronazione, a causa della lunga procedura britannica, è avvenuta solo il 6 maggio 2023 (leggi qui).

Il sovrano è stato incoronato nell’abbazia di Westminster: “God save the king”, ha pronunciato l’arcivescovo di Cantebury Justin Welby. Un momento formale, ma certamente storico: da quel giorno, infatti, il Regno Unito ha iniziato il nuovo percorso che lo porterà verso il futuro. Il 2024 sarà un anno cruciale anche per Re Carlo III, che dovrà cercare di conquistarsi la fiducia del suo popolo, che per lui attualmente non prova particolare “amore”.

Il Napoli Campione d’Italia

Il 1990 è un anno rimasto impresso nel cuore di Napoli. Quell’anno, infatti, la città e la squadra partenopea vinsero il secondo Scudetto della loro storia, guidati da Diego Armando Maradona. Un trionfo che mandò in estasi un popolo intero, come chi ha qualche capello bianco in più ricorda perfettamente. Tuttavia, dopo quell’anno, una serie di alti e bassi fino ad arrivare addirittura al fallimento nel 2024.

Foto: Instagram @officialsscnapoli

Il Napoli fu “condannato” alla Serie C. Aurelio De Laurentiis, tuttavia, decise di scommettere e comprarselo: in pochi anni riuscì a tornare in Serie A, imporsi nel massimo campionato, vincere trofei, partecipare alla Champions League. Fino ad arrivare a pochi mesi fa, quando il Napoli di Luciano Spalletti è tornato Campione d’Italia 33 anni dopo l’ultima volta, spezzando il dominio di Juventus, Inter e Milan, ininterrotto dal 2002 (leggi qui).

Le morti illustri di Berlusconi e Napolitano

Uno aveva 86 anni, l’altro 96. Il primo è stato 4 volte presidente del Consiglio, il secondo 2 volte Capo dello Stato. E, oltre a ciò, molto altro. Il 2023 è stato segnato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi (leggi qui)e Giorgio Napolitano (leggi qui), due personalità che hanno scritto pagine di storia della politica italiana (e non solo).

Foto: archivio.quirinale.it

Uno aveva 86 anni, l’altro 96. Il primo è stato 4 volte presidente del Consiglio, il secondo 2 volte Capo dello Stato. E, oltre a ciò, molto altro. Il 2023 è stato segnato dalla scomparsa di Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano, due personaggi che hanno scritto pagine di storia della politica italiana (e non solo). Il Cavaliere si è spento il 12 giugno all’ospedale San Raffaele di Milano, mentre “Re Giorgio” il 22 settembre presso la clinica Salvador Mundi di Roma. La loro morte ha definitivamente chiuso una parte di storia repubblicana, con l’Italia che ha aperto una nuova pagina del proprio libro.

La guerra israelo-palestinese

Il 7 ottobre 2023 Israele venne bombardato da migliaia di missili provenienti dalla Striscia di Gaza (leggi qui). Missili che furono lanciati dal gruppo terroristico palestinese Hamas, facendo ripiombare il Medio Oriente nel profondo caos. Da quel giorno, il governo israeliano presieduto da Benjamin Netanyahu ha messo in campo una risposta violentissima: Gaza è ormai martoriata da morte, orrore e distruzione. E se già il mondo doveva fare i conti con la guerra in Ucraina, ancora in corso, le attenzioni si sono rivolte verso la Striscia.

La comunità internazionale, tuttavia, è spaccata. Se infatti dopo l’attentato di Hamas la solidarietà occidentale (ma non solo) sembrava unanime verso Israele, la questione è cambiata dopo le violenze dell’esercito di Tel Aviv su Gaza. Difficile sapere con certezza quante siano le vittime di Gaza, ma le fonti più accreditate parlano di migliaia su migliaia. Tra cui bambini, civili, donne, anziani. Senza contare feriti e mutilati.

L’attentato a Bruxelles

Strettamente collegata alla guerra israelo-palestinese è l’attentato terroristico avvenuto a Bruxelles, che ha rigettato l’Europa nell’incubo del terrorismo. Il 16 ottobre 2023, pochi giorni dopo l’attacco di Hamas, un uomo tunisino ha sparato e ucciso con un kalshnikov due turisti svedesi, presenti per godersi la partita Belgio-Svezia. L’attentatore, in un video successivo, ha rivendicato l’appartenenza allo Stato islamico(leggi qui)

Poche ore dopo, l’uomo è stato ucciso: è stato raggiunto al petto dai colpi di arma da fuoco sparati dagli agenti nel corso dell’arresto. L’arresto del 45enne è avvenuto nei pressi della sua abitazione a Schaerbeek, perquisita poco prima dagli agenti di polizia.

L’Italia vince la Coppa Davis

Una favola tutta italiana. A distanza di 47 anni dall’ultima volta, la Coppa Davis a tingersi d’azzurro, consentendo all’Italia di tornare a sedersi tra i grandi del tennis (leggi qui).  La città della leggenda è stata Malaga e la squadra della storia è quella capitanata da Filippo Volandri e composta da Lorenzo Musetti, Simone Bolelli, Lorenzo Sonego e Jannik Sinner. Un team in grado di eliminare la Serbia di Novak Djokovic in semifinale, prima di avere la meglio sull’Australia in finale.

Foto: Facebook Jannik Sinner

In particolare l’altoatesino è stato protagonista di un’annata straordinaria. Capace di arrivare in semifinale a Wimbledon ed in fondo alle Finals di Torino, Sinner ha trionfato al Masters 1000 di Toronto, chiudendo l’anno da numero 4 del mondo. Jannik ha solo 22 anni, ma ha già tanto da raccontare. E nel 2024 non potrà che migliorare.

L’accordo alla Cop28

Il 13 dicembre la Cop28, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, ha approvato all’unanimità a Dubai il testo che chiede una “transizione” dai combustibili fossili entro il 2050 (leggi qui). Una decisione storica e senza precedenti, nonostante le rumorose assenze del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e del presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping. Da anni il tema del green e della sostenibilità sono al centro del dibattito politico e sociale, complice il cambiamento climatico e tutto ciò che ne consegue, dalla siccità al caldo eccessivo, fino ad arrivare alle alluvioni.

Il processo è ancora lungo e al 2050 manca ancora tanto. Ma già da ora i potenti del mondo si sono impegnati per avviare un processo che possa portare il Pianeta verso un futuro sostenibile, in modo che non venga “divorato” dai disastri che l’eccessiva rapidità del mutamento climatico possono causare.

Le catastrofi naturali

Terremoto in Turchia e Siria, 55mila morti (leggi qui). Inondazione in Libia(leggi qui), oltre 5mila morti e 6mila dispersi. Terremoto in Afghanistan (leggi qui), oltre 2mila morti e 9mila feriti. E rimanendo nei nostri confini, l’alluvione in Emilia-Romagna, che ha causato 16 morti, 23mila sfollati. Il bilancio del 2023 relativo alle catastrofi naturali è tragico.

Ciò evidenzia l’importanza di investire nella prevenzione, nella preparazione e nella risposta alle calamità. Questi eventi disastrosi mettono in luce la necessità di adottare misure efficaci per proteggere le comunità vulnerabili e mitigare i danni potenziali. È fondamentale che i governi, a livello nazionale e internazionale, lavorino insieme per promuovere la resilienza e sviluppare strategie di gestione delle catastrofi.

I femminicidi in Italia

Chiudiamo il nostro “viaggio” con ciò che ha dominato non solo le cronache nazionali, ma anche i dibattiti sociali, oltre che le coscienze di tutti: i femminicidi (leggi qui) e la violenza sulle donne (leggi qui). Anche qui è molto complicato stabilire quante donne siano state uccise dai loro mariti, compagni, fidanzati o ex. Ma parliamo di centinaia. Secondo Treccani, con il termine femminicidio Il femminicidio, spiega la Treccani, s’intende “l’uccisione diretta o provocata, eliminazione fisica di una donna in quanto tale, espressione di una cultura plurisecolare maschilista e patriarcale che, penetrata nel senso comune anche attraverso la lingua, ha impresso sulla concezione della donna il marchio di una presunta, e sempre infondata, inferiorità e subordinazione rispetto all’uomo”.

Giulia Donato, Martina Scialdone, Giulia Tramontano, Giulia Cecchettin. Sono solo alcuni delle vittime di questo tragico anno. Giovani donne distrutte dalla furia dell’uomo, che in troppi casi vede la donna come oggetto di possesso e non come essere indipendente, che non deve rendere conto. L’augurio per il 2024 è che la musica cambi.

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