Stelle comete e re magi, tutti i falsi miti del 6 gennaio

L’analisi storica e scientifica del racconto evangelico che narra dell’adorazione di Gesù Bambino da parte di tre sapienti
La stella cometa
Il testo di Matteo non fornisce chiare indicazioni sulla natura e sulla localizzazione della stella che condusse i magi dapprima a Gerusalemme e poi sul luogo dove era il bambino.
Per gli storici non credenti e per alcuni biblisti, la stella sarebbe solo un elemento simbolico, inserito nel racconto per rafforzarne il significato allegorico del testo. Secondo altri biblisti, invece, la stella sarebbe realmente apparsa: già Origene sosteneva che dovesse trattarsi di un evento naturale e non miracoloso.
Tutti concordano sul fatto che Matteo abbia voluto implicitamente indicare il compimento di una profezia contenuta nell’Antico Testamento e pronunciata da Balaam (cfr. Nm 24,15-19).
Nelle prime raffigurazioni della natività, la stella non è rappresentata con la coda. Fu Giotto, che verosimilmente aveva assistito al passaggio della cometa di Halley nel 1301, a dipingere nella Cappella degli Scrovegni una stella dalla lunga coda.
Origene, già nel 248, rifiuta l’ipotesi della cometa, poiché non sono presenti profezie al riguardo. Di certo, attorno all’anno 0, nel cielo ci fu un grande avvenimento. Alcuni studi hanno trovato traccia di esplosione di supernove che coinciderebbero con il periodo della nascita di Cristo.
Nel 1977 un gruppo di ricercatori inglesi rilevano negli annali astronomici cinesi l’apparizione di un oggetto brillante, probabilmente una nova, che rimase visibile per circa 70 giorni tra le costellazioni dell’Aquila e del Capricorno. Una luce osservato anche dagli astronomi coreani, anche se le loro registrazioni contengono imprecisioni, dovute verosimilmente ad errori di trascrizione.
Gli astronomi cinesi annotano l’apparizione della stella tra febbraio e marzo. Se i magi si misero in viaggio dai territori mesopotamici al suo apparire, quando raggiunsero la Giudea (in aprile/maggio), all’alba l’astro in questione era visibile da Gerusalemme in direzione sud, cioè verso Betlemme, in perfetta corrispondenza con il racconto evangelico.
La luce intensa sarebbe da ricercare nello sviluppo di una supernova. Il “fermarsi” indicherebbe il raggiungimento dello zenit, ovvero istante in cui la stella cessa di brillare.